“CHE AMBIENTE CHE FA” DI LUCIANO DAMIANI – TRASVERSALE, C’É IL VIA LIBERA
di LUCIANO DAMIANI ♦
Ho già scritto, tempo fa, della trasversale in questo blog, in occasione di uno dei tanti passaggi burocratici che hanno costellato la storia di questa strada. Giusto per rinfrescare la memoria mi pare il caso di ricordare i fatti essenziali di questa vicenda qualora il lettore non sappia di cosa si parli. Si tratta dell’opera viaria che, alla fine, dovrebbe permettere l’attraversamento dello stivale in modo ‘veloce’, auspicato ed auspicabile volano per l’attività portuale ma non solo. La tratta che probabilmente più ci interessa é quella che ci collega ad Orte, ovvero all’Autostrada del Sole. Negli anni é stato realizzato il percorso che da Orte arriva alle porte di Monteromano, ma qui si è fermato, per gran parte dell’opinione pubblica, a causa delle opposizioni degli ambientalisti. La questione ambientale consisteva nella scelta di un tracciato, uno di tre, che percorre la valle del Mignone, area protetta a livello europeo. Su questa ‘protezione’ si sono incentrate una lunga serie di iniziative di contrasto al progetto. L’opposizione non é venuta solo dai ‘soliti ambientalisti’, ma anche il Ministero dell’Ambiente del Governo Renzi ha dato parere negativo alle istanze dello stesso governo. L’ultimo é probabilmente definitivo pronunciamento é stato quello sollecitato alla Corte Europea dal TAR del Lazio che ha chiamato in causa la Corte per competenza. Questa ha dichiarato inammissibile l’adozione di quel percorso, noto come ‘tracciato verde’. Da quella sentenza in poi si é abbandonata l’idea originale optando infine per il tracciato ‘viola’, esterno alla valle del Mignone e quindi non influente l’area protetta della ‘Rete Natura 2000’, iniziativa europea di protezione ambientale che identifica, fra le altre, zone indicate come SIC (Siti di Interesse Comunitario) come la Valle del Mignone. Il TAR del Lazio non ha potuto, ovviamente, fare altro che adottare il pronunciamento della Corte.
La notizia d’attualità é che il Ministero dell’Ambiente, concedetemi di non chiamarlo MASE, ha autorizzato, con qualche prescrizione da valutare, il progetto che vede l’adozione del tracciato viola. Questa autorizzazione segue quella del Min. Cultura che consente l’avvio dell’opera, con le immancabili prescrizioni.
C’é dunque il semaforo verde per l’apparato burocratico al proseguimento delle attività sotto la regia del commissario governativo Ilaria Coppa che dovrebbe a breve avviare la gara d’appalto per il penultimo stralcio, quello che dovrebbe raggiungere Tarquinia, l’ultimo sarà quello che arriva a Civitavecchia.
Per la cronaca va registrato il tentativo di Italia Nostra, LIPU ecc… di fermare ancora l’opera opponendo presso il TAR criticità procedurali, ricorso che il Tribunale ha respinto. Ciò fa pensare che se da una parte l’ambientalismo può essere certo soddisfatto per ver ottenuto l’adozione di un percorso alternativo, facendo salva quindi la valle del Mignone, dall’altra, almeno per alcuni, l’opposizione non era in realtà al tracciato scelto ma all’opera in se; opposizione quindi ‘ideologica’ che rimanda al più ampio tema del modello di sviluppo della società.
Il tema generale del ‘modello di sviluppo’ é un tema oltremodo urgente, ma le questioni contingenti, in gran parte afferenti a temi prettamente economici, prendono tanto più il sopravvento su quelle ambientali, quanto più le criticità economiche e sociali sono profonde e quanto più importanti sono gli interventi che richiedono. Eppure il cambiamento climatico sembra sempre più oltre il ‘punto di non ritorno’, ovvero quel punto oltre il quale ogni iniziativa risulterebbe vana. Le manifestazioni meteorologiche, i termosifoni spenti a gennaio, ci dovrebbero far pensare, ma l’attenzione é tutta rivolta alla necessità di fornire energia, qualunque essa sia, all’apparato produttivo, al PIL.
Ed in nome del PIL si celebra anche questo nuovo passo verso la realizzazione della Civitavecchia – Orte che, una volta terminata, porterà sviluppo, certo, ma anche certamente un gran incremento di traffico sia viario che marittimo. Tanto si cerca di fare per ridurre l’impatto dei fumi, ma tanto si fa anche per aumentarne la quantità.
E quindi il tema nel quale si inserisce quest’attesa opera viaria é anche il tema della domanda che chiede se lo sviluppo economico sia o meno compatibile con la difesa dell’ambiente in cui viviamo, domanda da cento milioni anche senza tirare in ballo la ‘decrescita felice’.
Certo possiamo anche pensare che, visto che abbiamo superato il punto il di non ritorno, possiamo pure occuparci dello sviluppo economico senza pensare agli effetti sull’ambiente che certe scelte strategiche hanno, ovvero che la ‘crescita ad ogni costo’ ha. É una questione di priorità, priorità che a volte appaiono un po’ confuse, infatti se da una parte si tende a rallentare la crescita del parco auto elettriche in difesa del comparto automotive, dall’altra il governo ha rinnovato gli incentivi all’acquisto di questo tipo di autovetture. Su questo specifico c’é da registrare un calo delle vendite nel nostro paese, a differenza di quanto accade in altri paesi della UE. Questo può voler dire che il costo di queste auto é ancora troppo alto, ma anche che le motivazioni ambientali non sono sufficienti a far superare certe remore che frenano l’acquisto delle auto elettriche. E se la causa é la motivazione vuol dire che abbiamo da affrontare anche una questione culturale, di sensibilità ambientale della popolazione. Non per niente quando si parla degli ‘ambientalisti’, ci si riferisce loro accompagnando con l’espressione: “i soliti quattro gatti”, per non dire “quegli sfigati…”. Una vera scelta strategica ambientale nel campo dei trasporti dovrebbe essere quella di puntare prioritariamente e decisamente sullo sviluppo della rete ferroviaria e del TPL, ma queste scelte paiono ancora sacrificate.
Per la cronaca, va registrato che la Società Ambyenta Lazio, già autorizzata alla realizzazione di un impianto di biodigestione anaerobica, da rifiuti verosimilmente provenienti da Roma e provincia, ha prodotto un ricorso al TAR del Lazio contro i limiti alla quantità di rifiuti trattabili posti nell’autorizzazione ottenuta. Il ricorso prende origine dal decreto governativo che permette alle centrali di produzione energetica di superare i limiti di produzione in origine concessi. Speriamo che la filosofia di questo governo del “non disturbiamo chi ha voglia di fare” non contagi i giudici amministrativi della Regione, non vorremmo, oltre ad avere una centrale a carbone che brucia “a tutta callara”, avere in futuro un impianto di trattamento rifiuti di quel tipo al quale arrivino colonne di camion da tutta la regione, ci bastano e avanzano i rifiuti provenienti da Roma. Mentre altrove si spinge nel senso della riduzione della produzione, della differenziazione e del riciclo, da queste parti la direzione é quella di farne energia….. bruciata o digerita, come se l’unica strategia nei confronti dei rifiuti sia quella di farli “sparire”…. amen!
LUCIANO DAMIANI
Luciano fa egregiamente “il punto” della lunga e sofferta vicenda della Trasversale Nord, oggi, a quanto risulta, più vicina. Più vicina al completamento, il che significa – naturalmente – più vicina a Civitavecchia. Condivisibili in tutto le considerazioni di Luciamo, stiamo a vedere come di fatto si giungerà al termine della strada, quello attuativo e quello vero e proprio del suo allaccio alla viabilità del territorio civitavecchiese.
Nel mio articolo “Orte-Civitavecchia / Civitavecchia-Orte” uscito il 29 marzo 2017 (con seguito di carattere “araldico” il 7 aprile successivo), avendo inserito quell’asse “direzionale” (nel senso di allora) nei miei progetti universitari sull’Alto Lazio di circa sessant’anni fa, ho ricordato che “si trattava, in ogni caso, di riproporre quel collegamento che era stato già immaginato nella prima metà dell’Ottocento tra i primi tronchi delle ferrovie pontificie, ritenuto poi indispensabile all’indomani dell’unità d’Italia, iniziato nel 1892 e terminato alla fine degli Anni Trenta, quando la costruzione della linea Civitavecchia-Capranica-Orte – nel quadro degli scambi trasportistici tra Tirreno e Adriatico – era stata salutata come il volano del successo per il porto di Civitavecchia, le acciaierie di Terni, le cartiere di Fabriano e Pioraco, il porto di Ancona. Ma invece di affiancarsi alla linea ferroviaria, secondo la visione del C.R.P.E.L. e degli studi successivi (fino al progetto pilota della Regione Lazio Interreg IIIB Medocc del 2007, alla cui redazione ho io stesso partecipato), la nuova arteria trova a questo punto una situazione in cui il fascio infrastrutturale complesso è mutilato proprio della strada ferrata, interrotta già dal 1961 per una frana e gradualmente dismessa e poi del tutto smantellata per gran parte del tracciato. Senza che nessuna delle proposte per utilizzarlo – pista ciclabile, ippovia, trenino su gomma, binari verdi o greenways, vèlorail – abbia trovato concreti tentativi di esecuzione.”
Aggiungevo che quanto “al progetto Anas, quello che mi lascia perplesso è che, con tanto retroterra, l’azienda specialistica dello Stato italiano abbia predisposto un progetto senza averne concordato preliminarmente le caratteristiche essenziali con gli altri organismi competenti del medesimo Stato e senza aver condotto una più che doverosa consultazione con i cittadini o almeno con i loro rappresentanti, enti locali e associazioni che, notoriamente, operano sul territorio. Una prassi che è purtroppo diffusa.”
Aggiungo ulteriormente adesso, da urbanista pensionato e lontano da Civitavecchie e ancor più dalla strada in questione, che mi ha lasciato e mi lascia perplesso, in questi anni ed oggi, proprio l’assenza di idee, proposte, progetti – cioè di un pubblico dibattito – proprio da parte dei cittadini o almeno dei loro rappresentanti, enti locali e associazioni.
"Mi piace""Mi piace"
Probabilmente la questione ambientale ha segnato l’ultimo atto, anche se non c’è da giurarci. La burocrazia ora dovrà fare il suo senza, almeno apparente, spinta nel senso della realizzazione da parte della società civile e direi anche della politica, se davvero fosse interessato a qualcuno a quest’ora sarebbe già una realtà.
Luciano Damiani
"Mi piace""Mi piace"