La raccolta …… di che cosa?
di BENEDETTO SALERNI ♦
La materia del trattamento dei rifiuti urbani è ritornata al centro dell’attenzione della nostra comunità e con essa il dibattito sulla economia circolare. In rapidissima sintesi, l’economia circolare si può definire un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali derivati dalla raccolta differenziata in successivi cicli produttivi.
Nel panorama nazionale, gli ATO interessati hanno beneficiato di una significativa riduzione di emissioni e la produzione di compost di prima qualità riutilizzabile nell’ambito ottimale territoriale.
Gli impianti di trattamento dei rifiuti organici possono usufruire dei fondi del PNRR e la loro dimensione è determinata dalla necessità di rendere l’investimento sostenibile dal punto di vista economico e ambientale. Soltanto poche realtà avanzate sono però riuscite a portare a termine il proposito di coniugare la tutela ambientale, l’efficienza gestionale e i vantaggi economici acquisendo così anche il consenso dell’opinione pubblica.
Nel caso di cui vogliamo occuparci tale consenso è impensabile.
La conferenza dei servizi della Regione Lazio indica su Civitavecchia la presenza di un biodigestore di dimensioni improponibili per il territorio.
Sia per l’impatto ambientale, sia per il trasporto e la movimentazione dei mezzi, si tratta di un insediamento che la popolazione non può subire.
Una popolazione già provata da presenze ultradecennali che ne hanno compromesso ambiente e territorio.
In un quadro di politiche attive che non possono non riconoscere la centralità dei territori, le istituzioni decentrate debbono poter interloquire con le istituzioni superiori per decidere del loro destino.
Pretendere di fare di una città il luogo dove si debbano concentrare la soluzione di problemi energetici nazionali e quella dei problemi connessi alla politica dei rifiuti della capitale, significa condannarla al degrado e alla invivibilità.
Per questo la decisa opposizione delle istituzioni, dei partiti, dei sindacati e del mondo delle associazioni.
La città di Civitavecchia deve essere restituita alle sue vocazioni se non si vuole determinare una rottura tra la popolazione e le istituzioni.
Rimane incomprensibile e primeggia agli occhi dei tanti civitavecchiesi, che non sia riconosciuto a questo territorio il valore aggiunto che può rappresentare per la Regione Lazio (e per l’Area Metropolitana) e per l’intero paese e per la portualità nazionale e non solo.
Il territorio aspetta di uscire completamente dalle servitù energetiche nel quadro di un nuovo processo di trasformazione economica e sociale. E sollecita la graduale dismissione degli attuali impianti energetici, con una nuova centralità portuale e una nuova economia circolare, nella quale le diverse soluzioni infrastrutturali e tecnologiche siano concepite in opportuni progetti integrati comprensoriali (ATO). Avere delle risposte sul nuovo quadro d’insieme dello sviluppo comprensoriale, è un punto irrinunciabile per le grandi e medie imprese che intendono investire nel territorio.
E neanche si può pensare che la chiave di volta possa trovarsi negli abusati incontri interlocutori con i vari esponenti dei sempre noti politici che “tranquillizzano” con i soliti mezzi il territorio (come accade da tempo anche nella casa comunale).
Nel dibattito sul Biodigestore, emerge la lettera scritta dal segretario del circolo del partito democratico al Presidente della Regione Lazio.
Senza sostenere il tutto e il contrario di tutto come spesso capita di leggere nelle lettere dei politici, ha rappresentato perfettamente quali siano i problemi per non essere esclusi da investimenti che possono cambiare radicalmente il territorio e dargli slancio imprenditoriale e occupazionale. L’auspicio che la lettera possa tradursi in volontà unitaria, autonomia e dignità del territorio e che intorno a quei contenuti la città possa con determinazione farsi sentire, recuperando la autorevolezza perduta.
BENEDETTO SALERNI
Auspicio illusorio visto che ancor prima che la conferenza fosse terminata era stato annunciato il parere positivo della Regione, ovvero era già deciso che Civitavecchia doveva ospitare quest’altra servitù e, mi si permetta, la regione è governata dal PD che evidentemente in Regione è poco sensibile alle istanze di questo territorio. Certo “la conferenza è una procedura amministrativa e la politica non può metterci becco”, ma chi ci crede? Vi pare credibile che una conferenza di servizi termini in modo del tutto autonomo dagli indirizzi politici? Vi pare possibile che la politica non possa influenzare o pilotare certe decisioni? Io non ci credo… voi?
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Grazie Benedetto, spero che vi siano commenti riguardo al Biodigestore. Ho sentito che il primo errore è stato fatto a monte(così Valeriani) nel Piano Regionale Rifiuti. Questo vulnus nei nostri confronti ha permesso alla società privata ambyenta di proporre la nuova costruzione mostro, con una tale quantità di tonnellate. Abbiamo una classe di politici e tecnici, come minimo incompetenti e impreparati. Una equa giustizia sociale implicherebbe le loro dimissioni, poiché non sono buoni politici amministratori della cosa pubblica che appartiene a noi. E il Sindaco non canti vittoria, perché anche Lui è implicato.
Chi sbaglia paga, nel diritto anche amministrativo, non è forse così?
Attenzione, CV è una bomba sociale, magari non sanno cosa sia il Digestore, ma hanno in atto gravissime disuguaglianze sociali e non si riconoscono nei partiti.
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