DIALOGO ALLA BUVETTE DELLA CAMERA
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
A. “L’alta marea porta in su tutte le barche del porto, le grandi e le piccole, tutte si elevano di livello.
Ed ancora, se una superficie viene inzuppata, vedrai gocciole cadere lungo le basi che sorreggono la superficie.
B. “Belle queste metafore. E allora?”
A. “Pazzo! Non capisci che lo sviluppo economico capitalistico che sembra premiare i ricchi finisce per premiare tutti? Che grande fesseria quando quel Marx profetizzò la caduta tendenziale del saggio di profitto. Lo azzannarono in tanti. Perfino un suo sostenitore, tal Sweezy, disse che aveva toppato. Pensava, il profeta, che il capitalismo si sarebbe dissolto all’interno, per cause endogene al sistema. Un sistema malato che si autodistrugge nel momento in cui privilegia il capitale fisso rispetto a quello variabile, cioè i profitti rispetto ai salari.”
B.“ Hai ragione! Il profitto da allora non cade anzi tende ad aumentare sempre più. Il sistema non collasserà a causa della caduta tendenziale del saggio di profitto. E’ vero quello che tu dici: la causa efficiente è errata!
Ma……, io penso che la causa finale non sia errata. Insomma, il modo della caduta del capitalismo non passa per ciò che aveva detto Marx: il famoso rapporto organico del capitale. Ma passa attraverso un‘altra via.”
A. “Altra via, ma davvero? Sono curioso di sapere. Dimmi tutto. Quale sarebbe questa novella via?”
B. “Vedi la metafora dell’alta marea e quella del gocciolamento, altrimenti detta trikle down, sono inappropriate. Hanno fatto cilecca! I ricchi si sono arricchiti sempre di più. La marea ha alzato le grandi barche facendo insabbiare le piccole. Dalla superficie nessuna goccia è calata giù. Questo è il tempo in cui allo sviluppo economico si coniuga una disuguaglianza epocale. Non voglio annoiarti con cifre tratte dall’indice di Gini. Penso che mi crederai sulla parola!”
A. “Permettimi di dare una giustificazione a questa disuguaglianza che tu pensi, immagino, così scandalosa. Ognuno, in un sistema libero, ha il reddito che si merita in base alla sua produttività marginale. Un ricco ha un reddito più alto perché più alto il contributo che fornisce al sistema. Tassare di più un ricco significherebbe incidere sulla “giusta ricompensa” che si deve riconoscere a chi più arreca vantaggio sociale. Alla sua capacità, alla sua parsimonia, alla sua non facile organizzazione dei fattori produttivi ai suoi animal spirits. Credimi, è un fatto meramente scientifico basato sul concetto di marginalità che è concetto squisitamente matematico come i vari Walras, Menger, Pareto e soprattutto Hayeck hanno a sufficienza dimostrato con tanto di equazioni.”
B. “In astratto tu puoi aver ragione se certo si osserva il sistema in termini di pura razionalità neoclassica. Non voglio mettere in campo motivi di ordine etico che ci farebbero andare fuori tema. In questo l’economia è scienza triste, vera e propria dismail science, ne converrai.
Voglio rimanere nel campo e dirti che il giusto compenso è valido solo se non esistono distorsioni del mercato come monopoli, imperfezioni, asimmetrie informative. Tutto questo non esisteva, comunque non era preso in considerazione dalla tua “Scuola Austriaca”. Se esistono tali distorsioni salta tutto l’edificio del compenso marginale alla produttività. Credimi, anche questo è dimostrato scientificamente fruttando qualche Nobel. Dunque, la tua giustificazione al dramma della disuguaglianza rimane argomento logicamente non valido!”
A. “Va bene! Diciamo pure che il mercato debba essere aggiustato. Ma che c’entra tutto questo con la crisi del sistema. Lo sviluppo crea diseguaglianze non giustificate. Ti concedo ciò. Argomento invalido economicamente ed ingiusto moralmente. E, allora?
Il sistema comunque va e procede a gonfie vele. Peggio per i non ricchi, che devo dirti?”
B. “Forse tralasci un particolare. E, come tu non ignori, Diabolus enim latebai in details, ovvero il diavolo si nasconde nei dettagli.
La disuguaglianza, amico mio, ha un prezzo. Tutto ha un prezzo. E non è un prezzo solo morale!
La disuguaglianza arreca con il tempo un rallentamento della domanda aggregata cioè, consumi più investimenti, come tu ben sai. Nei Paesi di alta disuguaglianza gli investimenti pubblici tendono a non impiegare risorse nei settori produttivi a vantaggio dei settori finanziari. Tutto questo conduce ad un indebolimento della crescita nel lungo termine.
Comprendi bene il circolo vizioso che si può innescare: domanda indebolita -calo offerta- calo profitti- arresto delle disuguaglianze. Così, tra l’altro, la pensa anche il buon Stiglitz.
Insomma, se rimane tutto così come tu vuoi giustificare: in the long run we are all dead!
Non sarà la caduta tendenziale del saggio di profitto ma sarà l’indebolimento della domanda a creare fastidio endogeno al sistema. Lo strumento non sarà marxiano ma keynesiano comunque la causa finale è la stessa.”
A.“E, allora?”
B. “Non abbiamo alternative: il capitalismo non può avere le ore scontate. Non abbiamo alternative.
Ma il capitalismo non è una cosa ad una dimensione. L’uomo si avvia ad esserlo, il capitalismo può essere salvato. Si tratta di capire la enorme differenza fra liberismo e liberalismo. Come vedi esiste anche un capitalismo che può fondarsi sulla equità non per ragioni etiche, per carità non cado nel tranello dell’ignoratio elenchi, ovvero di implorare la pietà morale che ci venga in aiuto. No, caro mio, ma per pure ragioni economiche, di sopravvivenza economica dello stesso. Economiche non etiche!
Marx aveva visto giusto circa la malattia endemica del sistema. Solo che tale malattia è come un virus: la si può curare bene se e solo si vuole. E si deve volere perché non c’è altro da fare. Il vaccino va reso obbligatorio! Il Covid economico è più brutale del nostro simpatico animaletto.
Scusami, ma a quanto sembra dobbiamo rientrare in aula. Alla prossima.”
. . .
Piacerebbe al gentile lettore indicare in A e B due deputati a piacere? Riconosco che è prova dura.
Ma questo è solo un gioco estivo, una pura fantasia eccitata dalla calura di agosto.
Pur tuttavia debbo far notare che se individuare nella buvette il luogo del dialogo è cosa improponibile l’argomento è abbastanza serioso. Lo giuro!!
CARLO ALBERTO FALZETTI
Il problema è individuare nell’attuale parlamento due onorevoli in grado di portare avanti siffatto dialogo, dovendo scegliere proporrei Gualtieri e Brunetta gioco forza
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Per fare scintille Fassina-Borghi.. Ma il livello dialettico ed espositivo dei nostri parlamentari è davvero desolante😞
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Chissà perché risulto sempre anonima. La mia proposta è qua sopra Caterina Valchera
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