RUBRICA “BENI COMUNI”, 30.II. MAGICI QUADRATI

di FRANCESCO CORRENTI ♦

(2. continua dalla puntata precedente)

L’esemplare del libro di Rino Cammilleri Il quadrato magico che ho in mano, che ho riportato ieri a Roma e che, in base ai miei appunti trascritti la volta scorsa, credevo donatomi il 9 febbraio 2004 dal mio amico e compagno di scuola all’Istituto Massimiliano Massimo alle Terme Gianni Vxxxxxx, mi ha suscitato stamattina dei dubbi, perché vi ho letto che il copyright della RCS Libri era effettivamente del 1999, ma che si trattava della prima edizione nei Saggi della BUR del marzo 2004. Come aveva fatto Gianni, per quanto capace anche di imprese “effervescenti” – “lisce, gassate…” – a darmelo a febbraio?! Magia del quadrato?

Il mio Ex libris sulla pagina dell’occhiello porta il numero 04/154, con CDU (Classificazione decimale universale) 133.4 e 264 (Magia, numeri e testi magici – Testi liturgici e rituali). Sono andato a “sfogliare” le mie cartelle e i miei registri (000 Generalità / Archivio à 025.3 Biblioteca FAC à Ex libris. Anno 2004) ed ho trovato la risposta ai dubbi ed alle frasi poco esplicite trascritte giovedì scorso. Nessun libro in entrata il 9 febbraio, mentre al N° d’inventario 04/154 le caselle della tabella riportano: Cammilleri, Rino / Il Quadrato Magico. Un mistero che dura da duemila anni (prefazione di Vittorio Messori) / RCS Libri, Rizzoli / Milano 1999 – 1a ed. BUR Saggi 2004 / bross. / € 8,50 – 7,22 / TVG / 17.03.04 / Libreria all’Olimpico. Il 9 feb. Gianni Vxxxxxx mi aveva prestato l’ed. rilegata 19994. Adesso è tutto chiaro, ricordavo un dono che invece era un prestito, seguito dalla puntuale restituzione del libro in prestito al proprietario e dal contemporaneo acquisto dell’opera, che evidentemente avevo trovato interessante e da possedere in biblioteca, ad una delle librerie di cui avevo il tesserino di fedeltà per quello sconto del 15% che a quei tempi era una pre-assoluzione ai peccati di “gola” di noi bibliofagi eccessivi e che oggi è un lontano, rimpianto ricordo, ridotto al 5%.

Molto spostato sugli aspetti mistici di quel vero e proprio cruciverba che è il SATOR, dove le parole incrociate hanno caratteristiche tanto particolari, Cammilleri fa la storia del Quadrato, a partire dalla sua prima apparizione su una colonna della Grande Palestra di Pompei, comparso prima della disastrosa eruzione del 79 d.C., pur essendo un simbolo cristiano. E così, svelando “la miniera di simboli, correlazioni, significati, rapporti numerici” di quel testo enigmatico che “ha attraversato la storia dell’Occidente e affascinato uomini di tutte le fedi”, vi vede riferimenti non ad una dea Parthénos, una divinità femminile vergine, forse Atena secondo altri studiosi, bensì alla Madre di Dio. E cita proprio Le Puy, ritenendo singolare come in quel “luogo della più antica apparizione mariana, nella chiesa pre-carolingia di San Michele, sia stato ritrovato, nel 1850, un Quadrato”, proprio il “SATOR-AREPO”. Secondo Cammilleri, se sono coincidenze, sono “coincidenze ‘guidate’ da Colui che dispone tutte le coincidenze e le indirizza secondo il suo progetto”. E racconta un’altra coincidenza:

“Il primo apologeta della storia di cristianesimo, canonizzato dalla Chiesa, viveva nell’Asia romana ed era in relazione con alcuni anziani che erano stati guariti o resuscitati dallo stesso Cristo. Durante l’impero di Adriano compose e consegnò all’imperatore in persona un trattato teso a difendere i cristiani dalle false accuse dei malevoli. Adriano lo ricevette, anche perché analoga lamentela gli era pervenuta dal proconsole d’Asia Serenio Graniano. Questi, pur pagano, gli aveva fatto presente che era ingiusto e contrario al diritto condannare i cristiani sulla sola base di voci calunniose. Ecco quanto scrisse, tra le altre cose, il primo apologeta: Le opere del nostro Salvatore erano di continuo riscontrabili perché vere. Coloro infatti che Egli guarì, e coloro che risuscitò da morte, non furono visti soltanto quando furono guariti e resuscitati, ma erano continuamente presenti, non soltanto mentre il Salvatore viveva quaggiù, ma anche dopo la sua dipartita, per un tempo notevole, tanto che alcuni di loro giunsero fino ai tempi nostri. Secondo alcune fonti, costui (un santo che, si dice, era dotato anche di carisma profetico) era stato discepolo degli apostoli; divenne vescovo di Atene e poi di Magnesia, per concludere i suoi giorni con martirio. Aveva un nome romanissimo: si chiamava Quadrato.”

Senza approfondire i dubbi cronologici postimi dal racconto di Rino Cammilleri, che poi fa anche “coincidere” l’epoca del “vescovo” Quadrato con quella dell’impero di Adriano, mi soffermo solo sulla sua attribuzione di richieste epistolari e relative risposte sul problema della diffusione del cristianesimo e sui processi ai cristiani, rispettivamente, ad un “proconsole d’Asia” e, appunto, all’imperatore Adriano, mentre in realtà era stato Plinio il Giovane, governatore della Bitinia (parte dell’attuale Turchia verso il Bosforo e il Mar Nero), a render conto al predecessore di Adriano, Marco Ulpio Traiano, del proprio comportamento, ricevendone l’equilibrata risposta, con la ferma direttiva di rigettare le delazioni anonime. In proposito, ho ricordato in Chome lo papa uole… che “il clima culturale della corte pontificia, ricco di richiami al mondo classico, si estrinsecava anche nella ricerca di continui accostamenti tra le opere promosse dai papi e lo splendore della Roma imperiale”, notando che “Civitavecchia offriva, in questo senso (insieme ad Ancona, gemella adriatica), spunti particolari, non solo per l’imponenza dell’impianto portuale – ancora fruibile – e per la sua conformazione – tale da rappresentare un prototipo ideale – ma soprattutto per il grande prestigio conferitole dal suo fondatore, Traiano, figura celebrata per la clemenza ed il senso di giustizia nel comportamento verso i cristiani, che la leggenda medioevale, eternata dalle terzine dantesche, voleva addirittura – unico pagano – salvato dalla dannazione dell’anima.”

Mi rendo conto, a questo punto, della vastità del materiale sull’argomento del Quadrato, che avevo immaginato di poter esporre rapidamente in una puntata della rubrica. Devo dire, anzi, che avevo dimenticato quanti libri, opuscoli, articoli e illustrazioni avevo reperito nelle mie ricerche, in cui m’ero pure inoltrato in certe elaborazioni grafiche di cui do qui qualche esempio. Tanto materiale, insomma, volendone fare almeno una sintesi, da costringermi a programmare un seguito a quest’esposizione, in una nuova puntata, riportando intanto il significato dell’ultimo grafico con le parole dell’epigrafe di Le Puy: il Quadrato è composto da 5 righe, ognuna con una parola di 5 lettere. Ogni parola si legge 4 volte e il verbo TENET forma una croce perfetta. Le 25 lettere forniscono di che formare due volte le prime 2 parole del PATER NOSTER e restan 2 volte A ed O, Alfa e Omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco che l’Apocalisse indica come simboli del Cristo: principio e fine di tutte le cose.

FRANCESCO CORRENTI 

(2. continua alla prossima puntata)

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