RUBRICA “BENI COMUNI”, 29. 1923-2023. CENT’ANNI DI MATRIMONIO. UN SECOLO DOPO…

di FRANCESCO CORRENTI ♦

Sabato 24 dicembre 2022, vigilia del Natale del Signore, alle 18:57, Fabrizio Barbaranelli ci ha scritto sulla chat del blog: “Una nota informativa: sul blog a chiusura del 1922 sono usciti complessivamente 1823 articoli.” Un minuto dopo, Luciano ha commentato: “Una bella cifra, non c’è che dire!!” Sono seguiti un paio di messaggi beneauguranti di altri amici, e alle 19:03 Fabrizio ha aggiunto: “E quest’anno Marcello mi dà 406 articoli. Forse il record di questi sette anni di attività.” Suscitando una reazione di ringraziamento da parte di Paolo e, qualche minuto dopo, il commento plaudente di Nicola Porro: “A noi il New York Times ci fa un baffo”. Una manciata di minuti ed Enrico Iengo ha soggiunto: “Ormai la macchina corre speditamente. Non la ferma niente e nessuno!”

Le notizie giunte da Fabrizio, con le numerose accensioni dello schermo del cellulare per le altre notifiche, avevano attirato la mia attenzione. Effettivamente, quella del blog è stata una attività editoriale degna di nota e, certo, è una bella cifra, quella raggiunta dagli articoli. Da parte mia, ho dato il mio contributo: con questo qui sono a quota cento – cifra tonda – di cui ventinove per le puntate della rubrica ed ho già pronta la trentesima per giovedì 12. Nel 2022 i miei scritti sono 40, anzi 41, calcolando quelli terminati anche se con pubblicazione nel ’23. Con le altre attività che devo seguire, mi tengono piuttosto occupato (ho già detto in altre puntate del lavoro a volte lungo per comporre le illustrazioni e le “copertine”) e la mente in esercizio, il che non è male. Segni di vita, come ho intitolato una raccolta di mie cose per lo più note ma ancora inedita nel loro insieme. Finché si potranno “dare”, quei segni…

Ma per restare alle comunicazioni di Fabrizio, avevo notato anche l’altra cifra citata da lui, cioè la data. Allora – mi sono detto, rinfrancato – non sono io solo a toccare un tasto per un altro, con numeri e parole che poi non si riescono più a modificare! Quella data, come era venuta scritta, era significativa: 1922.

A ottobre (mese a sua volta significativo) le avevo dedicato tre puntate della 23a rubrica “Beni comuni”, intitolata Almanacchi, calendari, lunari, strenne. Con qualche accenno sulla copertina e nel testo a reminiscenze, evocazioni, coincidenze, possibili ricorsi e paventati ritorni, tra scetticismo e ottimismo, speranze e scaramanzia. Per cui mi è parso divertente – benché consapevole della frequente cripticità del mio umorismo – agganciarmi a quella data ed ai noti avvenimenti politici che ne seguirono, compiacendomi della vasta produzione letteraria del blog “Spazio Libero” con la frase allusiva: “Appena in tempo? Poi scatterà la censura?” Alla quale, in effetti, non sono seguiti segni di recepimento e comprensione, probabilmente perché erano le 20:18 e tutti erano ormai impegnati nelle più gradevoli occupazioni dei riti “devozionali” enogastronomici, propri della serata. Come, finora, non sono seguiti neppure i temuti provvedimenti limitativi degli spazi liberi che ci garantisce la nostra Costituzione, del cui articolo 9 si occupa appunto questa rubrica, con l’impostazione chiaramente enunciata a suo tempo.

Il passaggio dal ’22 al ’23, peraltro, oltre a preoccuparci per i tanti avvenimenti globali, che in misura crescente e drammatica rendono incerto il nostro futuro, e ad indurci umanamente alla sola speranza, rappresentano per me fatti molto lontani nel tempo eppure sentimentalmente vicini nella memoria, perché legati a momenti ed episodi cruciali della mia famiglia, dei miei famigliari. Il 1923 fu l’anno del matrimonio dei miei genitori, che vivevano in Francia e che fu celebrato a Torino l’8 settembre, e, quindi, permettetemi di ricordarlo, commemorarlo e “festeggiarlo” con affetto filiale, nel loro ricordo, insieme a quello dei nonni paterni e materni e del mio sfortunato fratellino nato l’anno dopo. Senza entrare nelle vicende private e nell’intimità di quell’avvenimento che ha determinato anni dopo – evidentemente – la mia stessa esistenza, voglio “partecipare” questo ricordo con le immagini di un oggetto che considero caro, come tanti altri, e molto pertinente a questi giorni: l’agenda del nuovo anno 1923 donata da mio padre alla fidanzata, mia madre. Un oggetto che ha un secolo, appunto, cento anni esatti, ed ha per me cento motivi di interesse. Credo ne abbia anche per i lettori della rubrica, per l’eleganza della veste editoriale e delle illustrazioni. Per compensare la eccessiva lontananza dai temi abituali, offro con piacere ai lettori le pagine su Civitavecchia di un’altra pubblicazione dello stesso anno 1923, la Guida del Touring Club.

FRANCESCO CORRENTI

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