MI RACCONTO – (4) La fuga a Cura di Vetralla

di MARIO BENNI

La fuga a Cura di Vetralla
Siamo in un casolare di campagna vicino Tre Croci, che condividiamo con Natalone e la moglie, sono anziani, lo sono comunque ai miei occhi.
La casa si affaccia su una strada che costeggia una ferrovia sulla quale non ho mai visto passare i treni Perché?
L’orto non è grande, due alberi di mele con frutti rinseccoliti. È guerra anche per loro.
Ma c’è anche un asino sotto una tettoia di frasche.
Dall’orto si può scendere nella cantina scavata nel tufo: una botte di legno scuro, ceste, attrezzi per la cura della vigna e…  cose.
Mio padre è rimasto in città. Grillo ha fatto diversi viaggi dalla Cisterna per sostenere la famiglia sfollata Si parte la sera, si riposa ogni tanto durante la notte, si arriva di sera.
Stesso programma al ritorno.
Piango per voler tornare anch’io con Grillo nella campagna di mio padre.
Con mio fratello Gigi comincia l’esplorazione del territorio.
Aldilà della ferrovia inizia il bosco, bello, scuro di querce, cespugli fioriti, fragole cresciute in mezzo alle ortiche. È un bosco vero, mai visto.
Seguiamo un sentiero che ci porta ad un santuario, la porta principale è chiusa, ma di lato si può entrare.
<<Cercate qualcuno??>> chiede un monaco con sul petto un cuore trafitto. Siete nel Santuario dei Padri Passionisti di monte Fogliano.
Nel cortile c’è un grande albero di ciliege mature, è quasi giugno.
<<Se mi promettete che non vi fate male, potete salire sull’albero e cogliere e mangiare tutte le ciliege che volete. Ma ricordatevi anche di chi vi aspetta a casa!!>>
Questo bosco è stato il nostro rifugio, vestito con tutte le stagioni. È lì’ che abbiamo conosciuto la neve da calpestare soffice con gli scarponi chiodati.
Fermi ad ascoltare gli uccelli sul nido, sorpresi dalla improvvisa corsa di un coniglio.
Ma anche il freddo, la pioggia, il vento.
Dopo qualche anno abbiamo rivisto il bosco nei cartoni animati.
Ma non era il nostro bosco di monte Fogliano!!

Ai primi di ottobre nostra madre scopre che esiste a Tre Croci una scuola.
Sempre curiosa, lei.
Senza grembiule, cartella, libri, quaderni tanti ragazzi entrano in una scuola vera: banchi, cattedra, lavagna ed una maestra!!
Ad ognuno viene chiesto: nome, cognome, ultima classe seguita e dove.
Vengono formate tre classi: Prima, Seconda e Terza, Quarta e Quinta, ogni gruppo in una classe
Sono stato promosso in seconda e terza!!!
Ci sono tre maestre. I maestri, ci dicono, sono in guerra.
La maestra mi consegna una matita, un quaderno a quadretti ed un libro da condividere in tre.
Comincia la scuola!! anche con i compiti a casa!!

E’ già avvenuto l’otto settembre 1943.
Siamo in classe, entrano soldati tedeschi armati ed altri uomini che parlano con la maestra.

RAUSS!!!!
La scuola è finita!
Qui è il comando tedesco della zona.

MARIO BENNI
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