CARA SIGNORA GIORGIA

 di CARLO ALBERTO FALZETTI

Cara Signora Giorgia,

il verdetto ( seppur parziale) del popolo deve essere rispettato.

Abbiamo lottato con stridore di denti e sangue per conquistare la democrazia dopo due decenni di odio e di disastri nelle libertà civili.

Dunque, Lei si appresta a diventare ”con diritto” il leader del Paese.

Molto del suo successo è dipeso dalle debolezze  del suo avversario. Chi ha votato per il PD sapeva bene di farlo per un dovere di coscienza pur nella consapevolezza della disperazione. La fortuna le arride, cara Signora. Il PD seguita imperterrito a procurarle vantaggi. In luogo di procedere ad una rifondazione questo sodalizio politico appare inebriato dal cambio di guardia: come se la sostituzione di un Segretario risolvesse i problemi drammatici ed agonici dello stesso. Ma non vorrei presentarle solo le lamentazioni che pietose emergono dal  profondo del suo più importante avversario.

Desidero parlare anche di lei.

E’ probabile che io mi sia sbagliato nel dipingerla nelle vesti di una Lady Macbeth ossessionata dalle mani intrise di sangue a seguito dell’uccisione del Drago.

Forse ella è stata oggetto di sottovalutazione. Credo che la sua capacità politica sia da valutare più attentamente. Apprendo, senza un certo stupore, che il Drago pugnalato potrebbe rivelarsi una sorta di genius loci da esibire quale preziosa caparra affinchè le sia assicurata una adveniente pienezza dei tempi.

Le auguro, in tal senso, di proseguire lungo il sentiero della ragionevolezza in funzione del bene del Paese.

Tuttavia, cara Signora vorrei , senza animosità e parzialità, porle in evidenza che una buona metà del popolo italiano è potenzialmente avverso agli estremismi che la destra ha espresso in varie occasioni. Una larga parte del popolo, sia pur reo di aver come riferimento leaders litigiosi, miopi, ottusi e quant’altro, non ha votato per lei o per i suoi alleati. Questa parte di popolo presenta  diversità di genere, di età, di religione, di orientamenti sessuali. Questa parte di popolo si vanta della tolleranza, crede nei diritti, ama la propria Carta Costituzionale seppur vecchia,  ama che il pensiero degli altri sia rispettato come lo deve essere il proprio e desidererebbe confrontarsi con una destra che sia radicata nell’area dello spazio democratico aborrendo qualsiasi forma  ad essa nemica.

Cara Signora, noi non dobbiamo sottovalutare la sua intelligenza politica ma, del pari, ella non deve commettere il grave errore di pensare che se la mediazione dei partiti, a lei avversi,  è carente, incapace, oziosa lo sia anche il popolo che da questi dovrebbe essere rappresentato.

E’ probabile che molte delle sue idee siano state espresse solo e soltanto per tattica elettorale. E’ possibile che il suo fiuto la conduca pienamente verso l’atlantismo non parolaio, verso l’Europa seria, lontano dalla follia russa, verso il rispetto dei diritti civili conquistati.

Ma se ciò non dovesse essere, se gli spiriti animali dovessero riemergere, se la volontà di potenza dovesse  vincere la razionalità, se l’intolleranza soffocasse il diritto, se la vendetta del fondamentalismo trovasse lo spazio vitale per dominare sappia, cara Signora, che quella metà circa di popolo che non l’ha votata avrà pienezza di diritto, cogenza di dovere, spazio di possibilità nell’agire al di là dell’ agonia della mediazione politica istituzionale. La piazza ,quale spazio ad ella sodale, potrebbe rivelarsi  il suo spirito più inquietante.

Ma percepiamo, dai primi movimenti, che sottovalutare il suo acume politico sia un errore.

Confidando che questo giudizio immediato corrisponda a verità,  le auguro di lavorare per il bene del Paese.

CARLO ALBERTO FALZETTI

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