LA GUERRA
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
La guerra in Ucraina è una guerra “laica?”
Le guerre combattute contro l’islam nei vari punti del globo si ammantavano ancora dell’apparato simbolico che ha sostenuto per secoli la guerra: guerra di civiltà, guerra per difendere l’identità culturale, Dio contro Allah….
Quando i simboli prevalgono gli interessi rimangono celati, nascosti sotto il manto simbolico. Tutto questo vale ad acquisire consenso, a mobilitare opinione. Quante volte nella storia il simbolo è stato usato con scaltrezza per coprire la vergogna dell’interesse economico sottostante (Dulce et decorun pro patria mori oppure Dio lo vuole).
E’ attraverso questo apparato simbolico che è stato possibile mandare al macello intere generazioni di adolescenti, di distruggere famiglie, di perpetrare genocidi, di lacerare la carne, di distruggere artefatti.
La costellazione simbolica sembra oggi venir meno nel mondo occidentale permanendo valida nel mondo islamico. Tuttavia, esiste qualcosa che funziona come una sorta di velo che attenua la realtà mistificandola. I mezzi di comunicazione ed intrattenimento ci hanno abituati alla “estetica” della guerra come pura finzione. I giocattoli sono in molti casi delle armi. I giochi di guerra sono entusiasmanti. Nella cinematografia si muore, si spara come puro divertimento.
Questo estetismo è oggi ciò che ha sostituito il complesso simbolico di tanti secoli, la patria, il sacro. Ma questo nuovo apparato simbolico si scioglie come neve al sole nel momento in cui avvertiamo il dolore reale a pochi passi da casa nostra. Ecco, allora, che la mancanza simbolica pone allo scoperto la pura “laicità” del conflitto.
Nell’invasione ucraina non esistono simboli: la nudità disgustosa del laido corpo dell’interesse egemonico non è coperto da alcun simbolo.
Lasciate le inutili ricerche delle cause.! Il fatto in sé è devastante. Non si può concepire oggi la guerra.
Non lo si può per la follia dell’allarme atomico. Ma non lo si può per la sostanza della guerra sia pur convenzionale.
La guerra non è solo il campo di battaglia. Quando la guerra termina è l’animo il vero campo di battaglia che perdura per anni in modo devastante.
Che cosa potremmo imparare quando la terra ucraina non sarà più lacerata?
Potremmo noi non avere più nostalgia dei simboli e riconoscere la nudità dei sporchi interessi economici ed egemonici dei vari necrofili guerrafondai? Potremmo vanificare il velo estetico con il quale si ammanta il sistema industriale della fiction? Potremmo capire, oggi, che la paura ci investe, il dolore degli emarginati, degli esodi, degli affamati, dei disperati della terra?
Potremmo ricevere come dono dagli Dei la sofoclea “saggezza attraverso la sofferenza” (Pàthei màthos) ?
CARLO ALBERTO FALZETTI
Fino a pochi giorni fa le parole della guerra ci arrivavano come da un’altra epoca. Il disorientamento ci derivava soprattutto da questo: corte marziale, chiamate alle armi, rifugi antiaerei
Ora, invece, siamo a piedi pari all’interno della narrazione della guerra e del suo eroe tragico.
Ci arrivano i racconti di uomini che si fanno saltare insieme ai ponti, roccaforti presidiate fino alla estreme conseguenze.
La narrazione dell’eroe di guerra.
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Ho inviato un articolo dove parlo delle emozioni sulla guerra con gli occhi di una donna del XX secolo. Invito tutti a riflettere e commentare tra di noi questo momento, forse è un modo per sentirsi meno soli, meno isolati.
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L’estetizzazione individualistica della guerra moderna risale all’orbo veggente D’Annunzio, ma anche la successiva meditazione “notturna”. Non c’è nesduna bivalenza nella ferocia bellica ed ha ragione Carlo quando rileva l’uso strumentale di una simbologia sd hoc.. Potrà pure essere onorevole morire in difesa delka patria, ma tristi quelle nazioni che hanno bisogno di eroi.. Si vis pacem serva pacem!
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Non solo il ” velo estetico” ma anche il velo di cui si ammanta la ” prospettiva ufficiale” dei giornali e della TV in Italia.
” Non ci sono fatti ma solo interpretazioni”.
Nietzsche ci richiama al carattere della prospettiva, la nudità della guerra, a cui ci richiama Carlo, sembra che ancora non sia valida, se leggiamo ed interiorizziamo l’ unica prospettiva data nel nostro tempo, dalla parte dell’ Ovest..
Permettetemi una diversa prospettiva. ” Questa guerra é nata nel 2014, con un colpo di Stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti. Nel 2014 c’é stata la strage di Odessa, ma la prospettiva della TV ne ha parlato poco.
Gli Ucraini diedero fuoco a un sindacato pieno di anziani, donne e bambini e finirono a fucilate coloro che si erano salvati dall’ incendio, ma nessuno nel mondo occidentale ha mai approfondito questa prospettiva.
Non si può concepire la guerra, non si può concepire per l’allarme atomico, giusto Carlo! Ma la prospettiva del nostro tempo non dice che gli USA hanno piazzato in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche lungo il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili”.
Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o cattiva informazione.
Allora sciacquiamoci il cervello, facciamolo risuonare, stacchiamo le sue incrostazioni, magari con un OOOMMMM mani padi om… e se non ci attrae la cultura induista, magari ricorrete alle intuizioni, ascoltando Prospettiva Nevski , Battiato ” Come è difficile trovare l’ alba dentro l’ imbrunire”.
Capisco la ” prospettiva” di distacco nei confronti dell’Ooomm e di Battiato , ma così è.
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Questa terra tormentata ha vissuto negli anni trenta un evento anche peggiore della guerra, l’ holodomor, la carestia probabilmente indotta da Stalin, che fece milioni di morti. Non era una guerra laica, era una guerra santa in nome della sovietizzazione e della dekulakizzazione. Si narra di un episodio di una coppia di anziani che per non morire di fame uccise un bambino e lo mangiò. Da allora si diffuse la diceria che i “russi” mangiavano i i bambini.
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In un vecchio modo di concepire le cose non può essere tollerabile per la Russia avere i missili Nato a pochi metri dal confine, credo che in concreto il problema stia tutto lì; i simboli ci sono e sono quelli dell’occidente contro una Russia e il suo mondo
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I missili al confine, che per altro ancora non ci sono visto che l’Ucraina non è nella NATO, penso siano solo il pretesto, penso che lo scopo sia riportare l’Ucraina nella sfera di influenza russa.
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