“CHE AMBIENTE CHE FA” DI LUCIANO DAMIANI – IL BIODIGESTORE? CI MANCAVA!
di LUCIANO DAMIANI ♦
Ebbene si, il biodigestore a Monna Felicita si farà. Così ha deciso il Responsabile Unico Regionale del procedimento di autorizzazione del progetto di biodigestore anaerobico della società Ambyenta Lazio. La Conferenza dei Servizi si è conclusa il 28 ultimo scorso, ma in realtà era già tutto deciso ed approvato così come preannunciato alla Conferenza ancor prima che fosse terminata, curioso…. no? Ma di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di un impianto che dissolverà in gas, o meglio, in biogas, i rifiuti umidi della capitale. Lo farà conferendoli in un impianto in carenza d’aria nel quale, tramite l’azione di una quantità di batteri, alcuni non proprio amici dell’uomo, disfa il rifiuto organico (FORSU) producendo del metano, quello che comunemente conosciamo con il termine biogas, ma non solo quello, ma anche gas, fanghi e liquami che, se pur contenuti, finiranno per insistere in un territorio già grandemente penalizzato, al netto di sempre possibili incidenti che potrebbero liberare fanghi tossici e pericolosi batteri, come per altro accaduto in un simile impianto nel vicino grossetano. 120.000 tonnellate di rifiuti transiteranno ogni anno per il territorio comunale, fino all’area industriale, aggiungendo una nuova servitù a tutte quelle per le quali già paghiamo ampiamente il pegno, dovremmo invece pensare alle bonifiche, stavamo scarsi a servitù. Il comune di Civitavecchia produce 7000 tonnellate anno di FORSU si può quindi dire che l’impianto non recepisce lo spirito del Piano Regionale Rifiuti, non soddisfa il criterio di prossimità, a meno che non si consideri Civitavecchia “prossima” alla capitale. Ah già, siamo parte della Città Metropolitana, siamo lontani eppur prossimi, i miracoli della politica. Ha ragione il rappresentante della società Ambyenta a dire che è soddisfatto quel principio, credo però che nessun civitavecchiese, interrogato in tal senso, sarebbe d’accordo, di certo non lo sono le uniche due voci che hanno rappresentato la Città alla Conferenza dei Servizi (CDS), Il Sindaco Tedesco e la Sig.ra Ricotti in rappresentanza del Comitato Sole. A dire il vero erano presenti anche alcuni nostri rappresentanti presso la Regione Lazio, ma non risulta abbiano proferito parola, almeno da verbale.
La seduta si apre con le consuete comunicazioni di rito fra le quali: “la determinazione motivata di conclusione della conferenza, che costituisce il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, è adottata sulla base delle posizioni prevalenti espresse dalle amministrazioni partecipanti..”, ma curiosamente il parere era già stato annunciato già nella seconda seduta della CDS, mancando ancora la successiva seduta, decisione già presa, evidentemente, senza nemmeno fare la finta di ascoltare i convenuti. In particolare il Sindaco Tedesco, oltre a ribadire il dissenso per i motivi che tutti sanno, ha fatto ricorso al Regio Decreto 1265/1934 vietando di autorità la costruzione di tale impianto, autorità non riconosciuta però dal Rappresentante Unico Regionale (RUR), che, avendo già annunciato parere favorevole a prescindere, avrebbe dovuto e potuto, nell’ultima seduta, esprimerne le motivazioni così come reclamato dalla rappresentante del Comitato SOLE. Questo fatto è alquanto grave.
Sempre curiosamente tutti gli uffici regionali competenti hanno rilasciato parere favorevole, mentre la Sovrintendenza ai beni archeologici e la ASL hanno espresso parere negativo.
E la politica? La politica ha taciuto, ha taciuto il Vicepresidente del Consiglio Devid Porrello e ha taciuto il Vicepresidente della Commissione Lavori Pubblici, De Paolis, erano presenti ma non sono intervenuti, fosse anche solo per sostenere il Sindaco Tedesco, il sindaco della loro città, le ragioni di partito andrebbero messe da parte nel momento topico, evidentemente avranno preferito parlare dopo, a giochi fatti, con il classico inutile comunicato indignato. Ma che hanno partecipato a fare alla riunione della CDS?
Terminata la Conferenza é circolata subito la notizia, le indignazioni si sono sprecate e si annunciano mobilitazioni, già dal 2 febbraio alle 19,00, a Piazzale del Pincio, ognuno potrà dire la sua, ma ci piacerebbe tanto sentire cosa ne pensa la Regione, nei suoi uomini più rappresentativi, di come sia andato questo procedimento, della stranezza di una decisione precostituita e preannunciata, e di come si sia potuto ignorare il ricorso del Sindaco al Regio Decreto. Sono domande che chiedono risposta, domande che tutti dovremmo porci e che i rappresentanti del territorio in Regione dovrebbero porre senza esitazione.
Per chi pensasse di ricorrere al TAR c’è da registrare che per un simile impianto della Soc. Pellicano, in territorio tarquiniese, autorizzato, sono stati prodotti 3 ricorsi al TAR tutti e tre persi. La costruzione è però ancora ferma perché il comune ha ricorso al Consiglio di Stato.
Mi chiedo, infine, la politica dove sia in tutto questo, possibile mai che a parole è vicina e sensibile ai temi ambientali, alle istanze dei territori, ma poi la sua burocrazia se ne infischi? Qualche risposta sorge spontanea, ma è indicibile, sono supposizioni, illazioni. “La politica non può intervenire nei procedimenti amministrativi”……. Sarà così, mah…
LUCIANO DAMIANI
Stiamo mettendo il dito nella piaga. La frase che tu dici “le ragioni del partito andrebbero messe da parte” è significativa. Ove diversa fosse la compagine il grido salirebbe al cielo.
Ti chiedi, da ultimo, ove sia la politica in tutto questo?
La politica sta dove essa deve stare, cioè al suo posto: i voti del bacino territoriale civitavecchiese sono nettamente inferiori a quelli che si possono lucrare in ambito metropolitano!
E’ sempre stato così? No, un tempo era la sede del partito a mediare, riflettere, discutere.
L’autoreferenzialità regna sovrana in questo presente.
Quando con fiero cipiglio andiamo a svillaneggiare gli altri, populisti, demagoghi, insulsi per qualche attimo riflettiamo prudentemente.
Criticare il principe spesso significa migliorare il suo stato e sperare di renderlo più degno!
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Luciano, è il caso, per il territorio e per noi singoli, della disintermediazione tra cittadini elettori e politica ed il ruolo dei partiti non più mediatori dei bisogni, degli interessi provenienti dal territorio. Le normative nazionali ed europee in atto sono state recepite a svantaggio del nostro territorio, così per il Piano Regionale dei Rifiuti, come per il criterio di prossimità. Pur essendo presenti nostri rappresentanti presso la Regione Lazio, sembra dunque che non abbiano proferito parola,
demandando ai tecnici, ai funzionari, ai burocrati la risoluzione dell’affaire della società
privata Ambyenta.
Altro che l’intellettuale collettivo che deve essere il partito! Altro che il “moderno Principe” di Gramsci!. Paola
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