Rubrica Fotografica a cura di Simone Cervarelli – Assuefazione
di SIMONE CERVARELLI ♦️
Di chi è la colpa?
Una domanda che può portare ad una risposta rapida e forse banale ma che mi sono posto in questi ultimi mesi nei momenti in cui mi sono incontrato con le situazioni di degrado immortalate nella gallery.
La colpa è di chi sporca verrebbe subito da pensare, di chi non ha educato adeguatamente, di chi non ha pulito, di chi assistendo non ha detto niente, di chi non controlla.
Nella sostanza non ho trovato una risposta univoca se non forse che la colpa è l’assuefazione, sta nel passare accanto alle situazioni di degrado tante volte e non vederle più.
Queste foto non vogliono essere la rappresentazione di fatti eclatanti ma la individuazione di piccole cose, quasi invisibili, apparentemente insignificanti che forse davvero non notiamo più.
Ma nel momento in cui ci fissiamo l’obiettivo e l’attenzione diventano gigantesche e denunciano la mancanza di rispetto ed amore per il nostro habitat”.


























Ritornando da mio figlio, che abita all’estero, ogni volta, mi chiedo “ma perché”. Non trovò un motivo, ne trovò purtroppo tanti, tutti contribuiscono al risultato finale che è sempre dinanzi agli occhi di tutti, solo che siano aperti. Mi viene in mente un episodio: anni fa piantammo un alberello in un marciapiede, un ripristino; una signora si affacciò dicendo: “Vi avviso, come cresce davanti alla finestra mia ve lo taglio”. Saranno mica gli effetti del carbone? Insomma, fra maleducazione, mal governo, assuefazione ecc…. la sensazione di impotenza è ben presente, e non si sa che fare al di là del dare il buon esempio.
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Assuefazione. Assuefare= abituato a fare, Ma anche a sopportare, a vedere , a gustare.
Abituato a sopportare il brutto. Adagiato sull’indecente. Il brutto come categoria dell’esistenza.
Simone nella sua eloquente comunicazione ci indica che non è tanto il produttore del brutto quanto l’indifferenza dello spettatore a colpire.
La coscienza conformista è il vero dramma. L’azione del cittadino incivile che getta la scoria si coniuga con un altra azione assurda: la conform- azione, del passante, ovvero una azione che si omologa al comune sentire. Passo davanti al brutto ma resto indifferente. Posso lamentarmi, bofonchiare, parlare al bar, dal barbiere. Ma tutto finisce in quell’istante di sfogo.La norma non scritta ma che aleggia nell’aere indica un adagio: “tanto non serve a niente reagire”.
Questa la coscienza omologata.
Alla fine il brutto entra tanto nella nostra esistenza da divenire modo di esistenza perdendo la qualifica di brutto.
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Signori cari, qui a Roma girano fotografie dall’alto impressionanti.. Non a titolo di consolazione, ma, si parva licet componere magnis, ai miei occhi i vostri problemi risultano ancora affrontabili. Certo non deve mancare la volontà POLITICA!! BUONA GIORNATA A TUTTI
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Se trovi pulito e intatto lo mantieni, in caso contrario partecipi a peggiorare la situazione; è il concetto delle 100 finestre noto a tutti. A Barcellona il lungo mare tutto in parquet è pulitissimo e i legni sono lucidissimi ma una squadra fa la manutenzione a ciclo continuato iniziando da una parte e ricominciando ogni volta che arrivano alla fine; di fronte casa mia uno dei marmi dei portici è divelto da anni e nonostante io lo abbia segnalato più volte sta ancora lì.
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Mi soffermo sulle bottiglie vuote. Spesso le trovi ritte sul lungomare a guisa di moai, comunque non infrante. Oppure le trovi accanto alla campana per il vetro, non dentro, accanto. Perché questi mezzi atti? Perché non si completa l’azione civica? Mi sorge il sospetto che per molti tener pulita la città non afferisca alla deontologia del cittadino, ma sia piuttosto una pratica espiatoria, ovvero ritualmente compio un gesto che mostra a me e agli altri buona volontà, ma all’utilità di quel gesto non credo: ho dunque un approccio timido, incompiuto, ma che mi basta a essere in pace con la coscienza. Alla pulizia della città penserà chi è pagato per farlo.
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Molti hanno un approccio contraddittorio con i rifiuti: magari tengono le case pulitissime, ma oltre la loro porta è come se si stendesse la terra di nessuno, che ognuno è libero di sfregiare a suo piacimento. Saranno i sovranisti dell’igiene? Anche questi sono confini fasulli che vengono innalzati dall’egoismo: la bellezza e l’armonia dovrebbero essere dappertutto, sono un bene che, condiviso, invece di diminuire, cresce
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Il problema delle bottiglie vuote si potrebbe risolvere facilmente…. basta un consistente vuoto a rendere, se pur qualcuno continuerebbe a lasciarle ci sarebbe chi le prenderebbe per farci la spesa.
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