Rubrica Fotografica a cura di Simone Cervarelli – Parte la Gallery
di SIMONE CERVARELLI ♦
Dalle pitture rupestri ad oggi le immagini sono sempre state uno dei modi attraverso cui l’umanità ha tentato di raccontare la propria quotidianità e perpetuare la memoria.
Nell’era moderna la tecnica fotografica, grazie alla progressiva semplicità nel suo utilizzo, consente di raccontare quasi ogni istante delle nostre vite.
In questo senso la gallery che vi proponiamo non vuole essere solo una denuncia del degrado che troviamo nelle nostre strade e nei nostri parchi e giardini ma soprattutto vuole fissare l’occhio su tutto ciò che ci stiamo abituando ad osservare quasi con indifferenza e che la forza dell’abitudine ci ha reso così naturale da non vederlo più con occhio critico.
Eppure è il paesaggio urbano che viviamo nella quotidianità. Ed è un paesaggio che la mano dell’uomo tende sempre più a peggiorare.
Una riflessione sul perché le azioni umane contribuiscano ad accrescere il degrado sarebbe utile e con le nostre immagini vorremmo proprio contribuire a far emergere comportamenti, incuria, assenza di interventi che ci fanno vivere in una città sporca e abbandonata.
Chiaro che le interpretazioni di queste immagini possono portare ad analisi e conclusioni differenti perché davanti ad una foto i giudizi possono non essere omogenei.
Altrettanto chiaro che le foto che vi proponiamo sono il frutto di una selezione di un lavoro più ampio che vorremmo ulteriormente incrementare con il vostro contributo.
Vi chiediamo pertanto di inviarci le vostre foto su questo tema (altri temi saranno sviluppati in seguito) in modo da avere un quadro quanto più esteso possibile e soprattutto vario ed articolato come merita l’osservazione e la interpretazione della realtà che ci circonda.
SIMONE CERVARELLI
Grazie Simone
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Apprezzo e condivido pienamente le parole di Simone. Soprattutto, penso sia importante che ci siano oggi a Civitavecchia tante voci in sintonia con quegli argomenti. Voci (e quindi parole) che “ascolto” leggendole e di cui leggo i nomi di chi le pronuncia, ma alle quali non sempre so associare dei volti, perché dal 2007 non frequento Civitavecchia nella quotidianità dei quarant’anni precedenti. Credo che la stessa cosa avvenga dall’altra parte nei miei riguardi.
Solo per questo, per chiarire meglio il motivo del mio apprezzamento e della mia condivisione, trascrivo le frasi seguenti:
«È necessario superare questo stato di assuefazione, rieducando tutti noi, con la pazienza, la perseveranza e l’attenzione richieste dall’intossicazione psicologica che ci affligge, a notare nuovamente gli assurdi colori di certi intonaci, le forme ridicole di certe costruzioni e l’insipienza del loro inserimento ambientale, l’incongruenza tra effettivo sviluppo industriale e portuale e la posizione di sili, depositi, serbatoi costieri e magazzini, il danno (che è economico, prima che ecologico) provocato da cave, sbancamenti, strade, linee elettriche e costruzioni in zone che contemporaneamente si vorrebbero valorizzare per la residenza, il turismo e il tempo libero. A notare tutto ciò ed a farcene infastidire, a rigettarlo, finalmente convinti della falsità e della demagogia di quanto ci è stato fatto credere da sempre: che questo sia il prezzo da pagare all’economia e allo sviluppo, che questa sia la vocazione” univoca, senza alternative e senza correttivi, delle nostre città e del nostro territorio. Quando noi per primi avremo raggiunto questa autocoscienza, sarà più facile trasferire all’esterno le nostre esigenze, le istanze di un comprensorio relegato per secoli in un ruolo passivo indotto a ritenere benefici e vantaggi le imposizioni subite, ad accettare come inevitabili corollari di quei “vantaggi”. i disagi più evidenti del ruolo riservatogli. Allora, sarà possibile parlare di programmazione democratica, di partecipazione attiva e diretta, senza che l’autonomia dei Comuni e delle popolazioni sia ridotta a forme di localismo evasivo in cui la libertà dì scelta è nel colore delle ciminiere.»
Sono frasi che ho scritto nel 1975 e ripetuto nel 1985, nel 2005 e ancora in tante altre occasioni. E, sostanzialmente, corrispondono a quello che vorrei ottenere curando adesso la rubrica “Beni comuni”, per la quale invito tutti a «tentare di vedere con occhi diversi quello che spesso guardiamo senza vederlo.»
Auguri cordiali a Simone. Gli invierò anch’io qualche foto.
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Silvio Serangeli
C’era una volta “Civitavecchia da salvare” con relativa pubblicazione della raccolta di foto significative. Erano delle cartelle molto grandi che conservo gelosamente. Questa potrebbe essere una riproposizione della realtà attuale.
Sul degrado cittadino ho un ampio repertorio registrato negli anni nel mio archivio del MAC.
Buon lavoro
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La coincidenza che oggi sia il 13 dicembre e ricorra, quindi, la festa di Santa Lucia, protettrice della vista e della luce, mi sembra veramente di buon auspicio, anche per i precedenti storici locali! E così sia…
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Grazie a tutti per i commenti
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Bravissimo Simone, occhio fotografico sempre attento e puntuale
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