“CHE AMBIENTE CHE FA” DI LUCIANO DAMIANI – C’ERA UNA VOLTA L’OSSERVATORIO
di LUCIANO DAMIANI ♦
La rubrica che ospita questo articolo si chiama “Che ambiente che fa” come non ragionare quindi su quell’Osservatorio che c’era una volta e che ora non c’é più? In realtà c’era una volta il Consorzio per la Gestione dell’Osservatorio Ambientale ma, come spesso accade in queste latitudini, le amministrazioni che si susseguono disfano e fanno, fanno e disfano a dispetto delle precedenti, comportamento trasversale tipico di ogni nuovo ospite del Pincio. Dunque, l’Osservatorio, nato da un accordo del 2003 fra Comune ed ENEL e successivamente rinnovato, viveva dei finanziamenti dell’ente elettrico, cosa alquanto curiosa, visto che la mission dell’Osservatorio era quella di controllare gli effetti sull’ambiente proprio della centrale ENEL, quella di Torrevaldaliga Nord, insomma il controllore finanziato dal controllato. Il decreto VIA della centrale disponeva la prescrizione della istituzione di un Osservatorio Regionale, organico ad ARPA Lazio un approccio istituzionale quindi al monitoraggio dell’aria che i Civitavecchiesi respirano. Civitavecchia e le altre giunte del comprensorio, decisero di consorziarsi per gestire un proprio Osservatorio Ambientale che negli anni produsse alcuni ‘rapporti’ sulla qualità dell’aria. Per i civitavecchiesi l’espressione visibile dell’ente era quella di un grande tabellone luminoso che snocciolava giudizi sulla qualità dell’aria cittadina. A dire il vero faceva un po’ sorridere il fatto che i dati venissero pubblicati con un ritardo di due o tre giorni, di ciò non ne ho mai capito il senso.
Ad ogni report pubblicato gli ambientalisti nostrani si chiedevano come fosse possibile che l’aria fosse sostanzialmente buona nonostante le tante fonti inquinanti concentrate in città, in realtà valori entro i limiti non vogliono significare salubrità.
L’ex primo cittadino Antonio Cozzolino così ha risposto quando gli ho chiesto cosa pensasse dell’attività dell’ente:
“Niente. A parte i soliti report annuali che dicevano sempre la stessa cosa: tuttapposto. Nonostante gli studi del DEP Lazio confermassero l’elevata incidenza tumorale in città sia nel 2010 che nello studio del 2016”.
È noto che le emissioni di certe attività antropiche sono particolarmente dannose per l’ambiente e per l’uomo, e in città davvero non ne mancano, eppure l’aria pare essere sempre buona da respirare, davvero una sorta di contraddizione. Certo è che se le centraline di monitoraggio sono poste all’interno di parchi, e non nei pressi dei crocevia importanti, quelli dove c’è molta gente, per capirsi, oppure se non misurano le micropolveri proprio lì dove si presume debbano essere in maggior quantità, allora qualche domanda va legittimamente posta. Certo, interessa anche sapere com’é l’aria dei parchi, se gli alberi fanno il loro mestiere, sarebbe meglio però essere tranquillizzati sull’aria di Largo Monsignor D’Ardia o di Viale Marconi. Tutto ciò a fronte di una incidenza di malattie oncologiche seconda, nel Lazio, solo a Colleferro, altro centro ‘vittima’ della servitù industriale.
Dopo l’uscita dal Consorzio del Comune di Civitavecchia al tempo dei 5 Stelle, il consorzio fu messo in liquidazione e le centraline comunali passarono sotto il controllo istituzionale di ARPA Lazio. L’ex sindaco Cozzolino così si é espresso: “Secondo la nostra impostazione politica era da considerarsi di interesse pubblico prevalente la necessità di garantire che le rilevazioni ambientali e sanitarie e la loro diffusione alla cittadinanza fossero effettuate dalle autorità competenti statali e regionali, quali quelle presenti nell’Osservatorio Ambientale istituito dalla Regione Lazio, escludendo qualsiasi rapporto economico tra l’organismo di controllo e i soggetti controllati.”
Dunque l’Osservatorio Regionale avrebbe dovuto farsi carico dell’attività di monitoraggio, come da prescrizione VIA, ma il condizionale è d’obbligo visto che sembra non essere decollato. Intanto il cartellone alla marina é ancora li a ricordarci che…. c’era una volta.
Le centraline continuano a produrre dati per gli uffici di ARPA Lazio, l’aria é sempre buona, a dispetto di quanti pensavano o speravano che l’uscita dal Consorzo avrebbe prodotto dati in qualche modo diversi. Le centraline sono le stesse, misurano sempre le stesse tipologie di inquinanti, quelle cittadine misurano ancora il PM10 come se le polveri più sottili non ci fossero o non fossero degne di essere monitorate, eppure la loro pericolosità sta proprio nel loro essere ultrafini. Credo che non dovremmo contentarci di misurare la polvere grossolana. Certo, le centraline misurano anche altri inquinanti, ma anche per quelli non ci sono preoccupazioni, ma se cambiassimo loro di posto? Una collocazione più mirata darebbe risultati significativamente diversi?
Il tempo passa, al termine del mandato il sindaco Cozzolino ha passato il testimone ad Ernesto Tedesco e, come da prassi, ai giorni nostri si cambia. Assieme ad altri sindaci del territorio ci si é avviati lungo la strada che porta alla riesumazione del Consorzio per la Gestione dell’Osservatorio Ambientale. Il Comune di Civitavecchia ha deliberato la revoca dell’atto con cui il comune ne era uscito, altre delibere sono in arrivo. Sembra che l’indirizzo sia quello di un ente con competenze più vaste rispetto all’orignale, quello si limitava alle emissioni di TVN, sembra che si sia orientati a considerare la situazione ambientale nella sua interezza, quindi anche le emissioni portuali registro tumori e non solo, vedremo.
Ma perchè riesumare un vecchio carrozzone quando esiste un ente istituzionalmente preposto ed al quale i comuni debbono aderire? Se si pensa che vi siano molti danari da gestire probabilmente non ci si sbaglia visto che lo ha affermato il Sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei ad inizio novembre in una lettera al Sindaco di Civitavecchia ed ai consiglieri:
“L’approvazione di detta delibera significherebbe la ripartenza di quell’Osservatorio che dovrebbe utilizzare ingenti risorse, disponibili da anni, e destinate alla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini….”
Dobbiamo pensare forse che i politici nostrani preferiscono gestire le cose in proprio e non farlo fare a chi é istituzionalmente preposto? Probabilmente “gestire le cose” é sinonimo di “gestire risorse” ovvero danari.
A comprovare la inutilità pubblica di questa iniziativa, proprio in questi giorni, ARPA Lazio ha prodotto un webinar dal titolo “Monitoraggio ambientale della qualità dell’aria nel comprensorio di Civitavecchia”. Nel webinar sono state esposte le tante campagne ed i tanti rilevamenti di questi ultimi anni, non solo delle centraline fisse, ma anche di quelle mobili per alcuni studi aventi per obiettivo alcuni inquinanti specifici, addirittura ad esempio il sottilissimo PM1. Sono stati illustrati modelli previsionali per l’inquinamento navale, capaci di calcolare in anticipo di 5 giorni le emissioni, non solo delle manovre ma anche del tempo di sosta, particolarmente interessanti i valori delle navi da crociera durante la sosta. ARPA Lazio si avvale anche di collaborazioni e studi esterni all’ente, come ad esempio gli studi di meteo e micrometereologia che l’Università di Tor Vergata ha prodotto, anche questi illustrati nel webinar.
Quello che vorrebbe fare il rinascente Consorzio lo fa egregiamente ARPA, c’è dunque da chiedersi come possa un osservatorio consortile produrre migliori e più ponderosi risultati, bisognerebbe chiederlo ai sindaci, anzi bisognerebbe chiedere loro se abbiano mandato qualcuno a partecipare al webinar di ARPA, forse fanno finta che non esista. Se mai riuscissero, sottrarrebbero centraline dal controllo di ARPA che già le utilizza, come abbiamo visto, essendo istituzionalmente deputata a fare proprio quel lavoro di controllo ambientale. I rilevamenti del defunto Osservatorio non potevano essere utilizzati per provvedimenti amministrativi come spiega l’ex sindaco Cozzolino:
“..il Consorzio per come costituito non prevedeva la partecipazione delle autorità competenti, statali e regionali, in materia ambientale: le rilevazioni e le analisi da questo effettuate non potevano quindi essere utilizzate ai fini delle vigenti disposizioni normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente.”
Al momento é in corso l’iter amministrativo per la riedizione del Consorzio, per questo motivo l’assessore Magliani non ha voluto o potuto rispondere alle nostre domande, peccato, penso che torneremo a parlarne nel prossimo futuro. Se il Consorzio salperà avremo modo di verificare quale sarà la sua mission e quali saranno le sue capacità, se per un qualche miracolo potranno produrre risultati superiori e diversi da quelli che produce attualmente ARPA ed espresse nel webinar di questi giorni. Intanto ci chiediamo quale sia il vantaggio per la popolazione nell’avere due diversi enti che fanno la stessa cosa, ne guadagnerà di salute? La salute ne guadagnerebbe se venissero presi provvedimenti….. le misure non servono a quello, anzi pare servano solo a dire che non ci si ammala d’inquinamento atmosferico. Capiranno mai i nostri politici che rientrare nei limiti di legge non significa salubrità? Capiranno mai che é tempo di azioni concrete e significative e che i controlli a poco servono se non sono seguiti dai fatti?
LUCIANO DAMIANI
Il tuo articolo è di grande importanza. Continuò ad essere convinto che questa città non sia sufficientemente attenta alle problematiche che tu sollevi. In questo senso io stesso debbo fare una personale autocritica. Spero che presto, come si è detto nella nostra ultima assemblea, l’associazione promuova e sensibilizzi questi temi e coinvolga il territorio.
Enrico Iengo
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Caro Luciano, ma tutti quelli che gridavano sul blog Terza Strada e i dolenti di Piazza o48, che fine hanno fatto?! Chiedo per un’amica, che sarei io…
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Paola, per Terza Strada non posso rispondere, per Piazza 048 ti dico che i pochi rimasti sono in parte confluiti nel Comitato Sole, me compreso, abbiamo risposto alla voglia di unità di quanti, sempre pochi, hanno voglia di lottare ancora. Purtroppo Piazza 048 non è riuscita a crescere, la gente, quando c’è da rimboccarsi le maniche, sparisce, e poi c’è un grande individualismo che ostacola sempre l’azione comune.
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Grazie Luciano.
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Anche a me le misurazioni delle centraline hanno sempre lasciato perplesso, però il passaggio dall’osservatorio ad Arpa non mi sembra abbia portato a grandi differenze. Se le centraline non sono posizionate in maniera ottimale perché Arpa non le ha spostate? Non esistono dei criteri per il loro posizionamento, visto che le misurazioni hanno valore legale?
Corrado Bonifazi
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Corrado, non so se esistano norme di legge sul posizionamento delle centraline, di certo ci sarà della letteratura tecnico-scientifica in merito. Andando per semplice logica, penso si possa dire che le centraline vengono dotate e posizionate a seconda di ciò che si vuol misurare e dei risultati che si vogliono raggiungere. Credo sia ragionevole pensare ad esempio che una centralina posta nelle immediate vicinanze di un incrocio trafficato dia risultati diversi se posta all’interno di un parco. Allo stesso modo se non si utilizzano apparecchiature per il PM 2,5 ma solo per il PM 10 si avranno risultati solo per le polveri più grossolane e non per le più fini e, in quanto tagli, più dannose. Comunque a pensar male si fa peccato.
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La centralina di via Roma mi sembra che già sia in una delle zone più trafficate, tant’è che da generalmente i valori più elevati.
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Se fosse posta a bordo strada li darebbe ancora maggiori, e magari se misurasse il pm 2.5 sarebbe ancora meglio. Ma per me il mistero vero è quella posta all’interno del parco Antonelli. Dico ciò perché ho visto altrove centraline poste proprio a bordo strada a pochissimi metri dagli scappamenti. Continuo comunque a pensare che non servano le centraline per dirci che dai tubi di scarico escono fumi tossici e che l’azione politica possa e debba prescindere da quelle valutazioni.
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Luciano Damiani Più che una legge esistono delle linee guida tecniche sulle ubicazioni delle centraline. Non ricordo ma una o due centraline misurano anche le pm,2,5, Quella di parco Antonelli è vero quel che dici se fosse in mezzo al parco ma in realtà è prossimità della strada ed entro un’aria ristretta misura comunque la concentrazione di polveri (se metti una goccia d’inchiostro in un bicchiere non è che la goccia rimane dove l’hai messa si diffonde subito in tutta la massa d’acqua ci metti un foglio di carta assorbente) dico soltanto che non è consigliabile averla sotto gli alberi perchè se c’è vento può spargere sotto la polvere accumulata dalle foglie. Qui di seguito il link delle linee guida. https://www.isprambiente.gov.it/files/aria/lineeguidaretimonitoraggio.pdf
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Grazie Luciano. Non sottovaluterei però l’aspetto tecnico. D’accordo con te che l’inquinamento c’è cmq e sicuramente non fa bene, però se esistono delle disposizioni di legge che vengano rispettate. Sia per quanto riguarda il posizionamento e il funzionamento delle centraline, sia per gli inquinanti misurati. Soprattutto nel momento in cui il controllo passa all’Arpa e diventa quindi ufficiale. Possibile che tra tutti i collaboratori del blog non c’è nessuno che conosca qualcuno competente in materia?
Scusate per il ritardo della risposta ma non mi è arrivata nessuna notifica. Cmq Luciano complimenti per gli articoli.
Corrado
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Grazie per i complimenti.. 🙂
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