Green Pass
di MATTEO VECCHI ♦
Da qualche anno prima di uscire di casa siamo abituati ad una liturgia abbastanza comune in tutto il mondo. Ossia la risposta all’elenco mentale: ho preso il telefono, le chiavi di casa ed il portafogli?
Lo scorso anno all’elenco, e agli abbinati movimenti di controllo, si è aggiunto un nuovo oggetto: la mascherina.
La “liturgia” così come descritta qualche riga più su, è rimasta sostanzialmente invariata nel corso degli anni, se escludiamo le varie cuffiette e pacchetti di sigarette, che sono però proprie di qualcuno piuttosto che di qualcun altro.
In questi mesi ci troviamo invece ad aggiungere un altro tassello fondamentale all’elenco: il green pass.
Che sia stampato o in forma digitale è diventato – e diventerà- parte integrante delle nostre vite.
Sarebbe intellettualmente disonesto rilegare tale “lasciapassare” alla pandemia da Covid-19.
Attenzione, non parlo solo dell’andare al ristorante durante l’inverno, quando sarà oggettivamente complicato pranzare o cenare fuori ma anche di cambiamenti rilevanti come l’accesso agli ospedali o agli uffici pubblici, senza tralasciare il discorso scuola.
Sarà al contempo implementato come requisito in Europa e nel mondo dove potrà essere richiesto insieme a passaporto e visto al fine di garantire la sicurezza nazionale.
In cima a tutto questo c’è lo scatto psicologico che sta avvenendo nella mente di tutti noi. Vi propongo un esempio banale: come spesso accade mi ritrovo ad organizzare la settimanale partitella di calcetto tra amici quando sul gruppo di whatsapp appositamente creato, spunta la domanda fatidica “abbiamo tutti il green pass, vero?”.
La pandemia che ci stiamo faticosamente lasciando alle spalle come le guerre e altri eventi epocali nella storia dell’uomo, non riportano mai al punto di partenza. Non ci sarà nessun ritorno alla “normalità” ma un sicuro incamminarsi verso il progresso. A qualcuno avrà sicuramente fatto sorridere l’esempio del calcetto ma domandatevi: quante volte nell’ultimo periodo avete specificato ad un interlocutore di aver sostenuto la vaccinazione piuttosto che un tampone negativo?
Basta affacciarsi verso gli Stati Uniti per vedere come da qualche mese il “green pass” stia riaccendendo la macchina dell’intrattenimento e di riflesso quella dell’economia. Parliamo di 51 mila persone in un palazzetto solo per una serata di sport- intrattenimento. Parliamo delle principali leghe sportive e agenzie musicali che dopo aver ripensato i concerti, facendo esibire online i diversi artisti, hanno deciso di tornare (di corsa) ai mostruosi guadagni che derivano dagli eventi dal vivo.
È vero, ci sono delle sacche di resistenza ma domandiamoci fino a che punto possano essere rilevanti dinnanzi allo “spirito della storia”. Il bilanciamento con i diritti costituzionalmente sanciti sembra potersi avverare in seno all’articolo sedici della Carta, la convenienza è facile da intuire.
Il green pass sarà esteso e col passare degli anni sarà utile per tracciare tantissime altre vaccinazioni.
Potrà variare la forma entro la quale sarà contenuto ma se c’è una certezza è che è qui per restare.
MATTEO VECCHI
GRIDAVANO LOTTA DURA SENZA PAURA
I RIVOLUZIONARI ora si sono iscritti al ROTARY
si chiudono in casa dalla paura
girano con la MUSERUOLA
e si iniettano
il vaccino delle MULTINAZIONALI
Gridavano
FUORI L’ITALIA DALLA NATO
SIAMO SEMPRE PIÙ INCAXXATI
CONTRO LE MULTINAZIONALI
E IL GOVERNO DEI PADRONI 🤣🤣🤣
NIXON BOjA
Ricordo generazioni di studenti milioni di iscritto al PCI che cantavano BANDIERA ROSSA
e gridavano
LENIN COL PARTITO FU SINCERO
STALIN COL PARTITO FU SEVERO
EVVIVA MAO TSE TUNG
EVVIVA IL SUO PENSIERO
QUELLO SI CHE È GIUSTO
QUELLO SI CHE È VERO
VIVA MARX VIVA LENIN VIVA STALIN
VIVA HO CHI MIN
Il potere deve essere operaio
LOTTA CONTINUA
MLS
Movimrento Lavoratori x il socjalismoI.
KAPANNA KAPO DEL MOVIMENTO STUDENTES CO
SI G
ODE IL VITALIZOZZIO
alla faccia della EDMOKRAZIA PROLETARIA.
"Mi piace""Mi piace"
Gentile Livio, mi sembra che hai fatto un wok di roba che non ci azzecca molto.
Nessuno si chiude in casa dalla paura, anzi! Le persone che secondo te indossano la “museruola” e fanno il vaccino sono le stesse che spingono per un immediato e “facile” ritorno alla “normalità”.
Ad oggi gli studenti (e più in generale la fascia d’età 12-30) sono in percentuale, la fetta di popolazione più vaccinata adempiendo così ad un dovere civico verso lo stato e tutti i suoi cittadini.
c’è davvero questa degenerazione che sembri suggerire con il commento precedente? Non mi sembra proprio.
"Mi piace""Mi piace"
Ottima riflessione. E’ vera l’ansia nel varcare il soglio di casa per uscire. La liturgia dell’anamnesis delle cose da non dimenticare a cui ora s’aggiunge drammatica la mascherina.
E’ altresì vero che siamo entrati nella società del rischio e molte azioni saranno irreversibili.
Tuttavia, vorrei aggiungere qualcosa in merito.
Esiste una componente di rischio reale che perdurerà nel tempo. Il modo di produzione è tale (globalizzazione) che il rischio è endogeno al modo stesso.
Esiste , tuttavia, una componente indotta di natura prettamente semantica. Mi spiego con un esempio.
Viene iniettata la comunicazione che “il non fare una certa azione” presenti un costo superiore a quello del fare. Se non si produce in tal modo(de-localizzando per esempio) il costo di non fare questo risulterebbe peggiore. Oppure: se non si produce a questi ritmi il costo di una scarsità di beni di consumo prevale sul costo ecologico dell’inquinamento.
Il “se….allora”è una sorta di dittatura semantica, un rischio indotto che si aggiunge perfido e falso al rischio reale.
Rischio reale e rischio semantico.
Il primo dovremo sopportarlo, il secondo andrebbe combattuto.
Sul come rifletteremo in futuro.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Buonasera e grazie per il prezioso commento all’articolo!
Mi trovi assolutamente d’accordo con quanto riportato. Difficilmente troviamo oggi esponenti politici (e non!) capaci di uscire dalla logica del “se… allora”. Sarà che negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare di comunicazione ma pochi sono stati in grado di non confondere il contenuto con il contenitore.
Credo possa celarsi dietro una fondata insicurezza su valori ed ideali via via andatisi a sbiadire col passaggio del tempo, in un mondo dove la regola utilitaristica e “convenientissima” fa da “Grundnorm”.
A presto!
"Mi piace""Mi piace"