GRAMSCI A CIVITAVECCHIA
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
E’ giunta all’ultima curva della strada.
La processione dei contadini si trova di fronte allo schieramento di carabinieri.
Davide non si perde d’animo e si pone in faccia al Delegato.
Il Delegato appare con la fascia tricolore, lo schioppo in mano. “Davide sciogliti e retrocedi a nome della legge del Regno d’Italia”.
Dietro Davide le bambinette vestite di bianco tremano. Tutta la folla dei fedeli del Profeta è sgomenta…….
Questo viaggio mi ha demolito!
Da Turi a qui una enormità di tempo. Tutto è stato così fulmineo. Perché? Non riesco a trovare una spiegazione per questa sosta, spero momentanea.
Per il mio ricovero in clinica a Formia dovrò attendere .Quanto ancora dovrò attendere?
Sento un disgregamento delle forze intellettuali.
Sono logorato. Mezzo inebetito, o del tutto inebetito come forse è più esatto.
Sette anni dacchè ho perduto la libertà,tagliato dal mondo.
In questa infermeria, quanto dovrò stare?
Civitavecchia!
Forse è tre volte o forse quattro volte il carcere di Turi.
Però è vicino Roma e per Tania sarà più facile. Certo.
Ecco di nuovo l’immagine di Davide che ritorna e mi invade. “Io vado avanti a nome della legge del diritto. Il vostro Re sono io! “
Spavaldo contro il Delegato.
Quello che ho già annotato su questo evento debbo riprenderlo. Devo approfondire il lavoro sulle classi subalterne. Il loro ruolo, il loro rapporto con le classi dominanti. La loro presa di coscienza.
Non si può accettare che su Davide e su tutto il Lazzarettismo del Monte Amiata sia redatta una squallida biografia patologica. Il Lombroso non potrà essere l’ultima parola.
Davide come un pazzo teomane!Una follia.
Questa infermeria è molto vasta, piena di letti. E’ già molto rispetto a come ero giorni fa.
Questo stabilimento deve essere molto grande. Penso antico.
A volte sento di essere un meccanismo guasto. Le gravezze vanno aumentando dopo l’anemia cerebrale. Sono passati solo pochi mesi.
Che assurdità pensare che Davide sia stato ucciso in conflitto. E’ stato fucilato!
Era inerme “ Ecco il mio petto, sparare a me non al popolo.”Gli schioppi fecero cilecca ma poi uno fece centro. E Davide stramazza a terra.
Quale potenza sovversiva poteva nascere tra i contadini! Ecco, è vero: in assenza di partiti regolari si cercavano dirigenti locali che emergessero dalla massa stessa mescolando religione e fanatismo all’insieme di rivendicazioni che fermentavano nelle campagne.
La storia di Davide deve essere posta fuori del punto di vista dell’impressionismo letterario. Merita una analisi politica Debbo approfondire. Certo. Rivedere quanto già annotato nei precedenti appunti .Analizzare con lucidità….debbo riscrivere con maggiore riflessione….
In questo luogo posso, però, solo pensare.
Non ho nessuna forza di volontà e di decisione, ora.
Devo attendere. Quando sarò in clinica…..
ricomincerò.
Ora non posso fare altro che impregnare i muri di questa infermeria di pensieri, come fossero colori da spargere su queste tristi mura.
Quando riavrò le forze i fogli si riempiranno di nuovo di inchiostro.
Le casse e il bauletto inglese!
Chissà quando da Turi arriveranno, zeppe dei libri. Ma perché farle arrivare qui? Ci penseremo quando sarò a Formia.Devo rammentarlo a Tania. Certo .Devo assicurarmi che tutto sia fatto con la dovuta precisione…che i colli ferroviari siano spediti secondo le indicazioni che…
A volte penso quanto il vivere mi sia diventato gravoso.
Il rapporto fra le forze disponibili e lo sforzo da sostenere è andato peggiorando.
Ma ora …..devo poter dormire. Il mio corpo sa quanto il sonno mi possa esser utile per alleviare le tensioni che mi dilaniano.
Devo ancora poter fissare le mie idee prima che il logorio…..
……avverto una spossatezza, sto come sprofondando,
forse, anche questa volta, il Quadro Nox farà il suo effetto, per fortuna.
. . .
Antonio Gramsci arrivò allo Stabilimento penale di Civitavecchia il 19 novembre del 1933 dal carcere di Turi in Puglia. La decisione fu repentina in attesa del trasferimento , a libertà condizionata, nella clinica di Formia (prof. Cusumano). Rimase a Civitavecchia fino al 7 dicembre dello stesso anno. Morirà il 27 aprile del 1937. Il 25 aprile il Tribunale gli aveva comunicato che era un uomo libero dopo oltre 10 anni di carcere.
Nel 1934 iniziavano i cosiddetti Quaderni Speciali redatti a Formia.
Il Quaderno n.25 ha come titolo: “Ai margini della Storia (storia dei gruppi sociali subalterni)”. Il primo paragrafo è dedicato a Davide Lazzaretti fondatore della Comunità Giurisdavidica nell’Amiata ottocentesca morto il 18 agosto del 1878 mentre ad Arcidosso stava organizzando una processione dei suoi fedeli.
A Civitavecchia, in quei 18 giorni di permanenza nell’infermeria in attesa del trasferimento nella clinica di Formia, Gramsci giacendo sul letto non poteva di certo scrivere. Tuttavia , abituato a pensare incessantemente pur nelle condizioni più disagiate, la sua mente era in movimento. Da Civitavecchia scrisse tre lettere tutte indirizzate a Tatiana: il 20 novembre, il 27 novembre, il 4 dicembre. Alla fine di dicembre riceve la visita di Tatiana.
Possiamo immaginare che i muri dell’infermeria si “impregnassero dei pensieri” che di lì a poco sarebbero stati posti in ordine nel Quaderno n.25. Il pensiero sulle classi subalterne è uno dei più fecondi e conosciuti a livello internazionale.
A partire da questi dati di fatto è stato ideato questo racconto, fantasioso ma verosimile, sulla sua permanenza a Civitavecchia nell’infermeria della Casa Penale (Civitavecchia è nominata 6 volte nelle Lettere).
CARLO ALBERTO FALZETTI
https://terzotriennio.blogspot.com/2007/10/laffaire-gramsci.html
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Grazie Carlo per questo ricordo storico che ha coinvolto (marginalmente) la nostra città. Credo che la testimonianza politica, storica filosofica di questo grande intellettuale organico sia oggi attuale piu che mai, ma sempre meno studiata.
Mi rincresce non esserci all’appuntamento del 30 agosto, ma purtroppo sono fuori Civitavecchia.
Spero vivamente di avere altre occasioni
Enrico
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Bella e suggestiva ricostruzione di pagine di storia che non meritano di essere dimenticate. Grazie Carlo!
Nicola
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Un racconto”in presa diretta”molto emozionante. La metafora infermieristica davvero efficace. Complimenti👏
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Carlo, il 30 agosto con l’ ANPI parlerete di Gramsci al Parco della Resistenza ed io sarò ad ascoltarvi. Le letture di Gramsci pedagogico hanno segnato la mia professione di insegnante ed anche la mia gioventù. Erano gli anni in cui il PCI aveva all’ interno della sua Direzione Centrale coloro che andranno oltre la linea: Ingrao, Reichlin, Pintor. Ingrao ” ha aperto la strada a compagni che non hanno digerito niente della nostra linea dal ’56 in poi” ( Berlinguer 1965). Si richiede per Ingrao la richiesta ultimativa di ” abiura”: Ingrao rifiuta e la rottura è definitiva. Si ha una rigida ” normalizzazione” ed i militanti del Movimento Studentesco, e poi il manifesto seguiranno Rossana Rossanda, ” Operai e studenti uniti nella lotta”, con il nostro carico di utopie realizzabili e di letture e studi su Gramsci. Ma in quegli anni il tema era grande per tutti, sia per chi seguiva la linea del partito( ed in buona parte si rifaceva a Gramsci) sia per chi scelse la via extraparlamentare : ” la via italiana al socialismo”. Un grande peccato considerare gli estraparlamentari, da parte del Partito, come ” nemici a sinistra”. ci fu un abituale rituale alla disciplina, mentre noi mischiavamo Gramsci a De Andrè e Bob Dylan : ” I tempi stan cambiando”.
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bella sintesi storica
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Vero Paola, facevamo sintesi anche improponibili ma quanta passione ci animava. Passione della mente e dell’idea che la nutriva. Se poi le idee da diverse sorgenti si incontravano, sapevamo cantare ” in concerto”. E ora sentiamo l’esigenza di tenere in vita chi certe idee non le ha solo elaborate…❤️❤️
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