Lo zio d’America

di SILVIO MORETTI

Anche io ho avuto uno zio d’America, anzi era lo zio di mia madre, che ad un certo punto della sua vita aveva scelto di andare emigrante negli Stati Uniti.

Lo fece, più che per una scelta, per una costrizione. Come si vede dal rapporto della polizia fascista non era ben visto: non stava con quelli che comandavano e non gli piaceva ubbidire per forza.

Si chiamava Ivo, conosciuto come Ivarello, per quella strana abitudine che si ha di usare il vezzeggiativo – diminutivo del nome originale da bambini, che poi ci rimane attaccato addosso per tutta la vita.

Considerato elemento pericoloso e non gradito, si era imbarcato clandestinamente da Civitavecchia su un mercantile, attirato dal miraggio della libertà che avrebbe raggiunto dopo un lunghissimo viaggio.

Era partito portandosi dietro la nostalgia per il suo Paese, le passioni, le paure e le speranze, un po’ guascone, alla ricerca di un mondo migliore pensando di fare anche fortuna.

Fece una scelta che molti suoi amici non condivisero: giudicata certamente troppo personale ed egoista.

L’arrivo ad Ellis Island, con la Statua della Libertà che si poteva quasi toccare tanto era vicina ed i grattacieli di Manhattan, visione ancor più incredibile per chi arrivava dopo un’interminabile traversata oceanica.

In America continuò a lavorare come aveva fatto in Italia: il portuale o come dicevano gli atti ufficiali il marittimo.

Le giornate scandite dal lavoro, qualche espediente per procurarsi qualche dollaro in più, le lettere inviate e quelle attese per avere notizie della madre, del padre e dei fratelli, qualche bevuta per lenire la malinconia e qualche scazzottata non saranno mancate.

E di là dall’oceano avrà sicuramente sospirato, come tutti, pensando alla sua patria lontana, dai moli dei porti dai quali, tra la nebbia, vedeva salpare i piroscafi per l’Europa.

Dai racconti di mio nonno, suo fratello e di mio padre che si era molto interessato alla sua avventura, appresi poi che aveva vissuto nei malfamati quartieri di Broccolino insieme a tanti italiani.

La politica non l’aveva abbandonata. Si impegnò nelle lotte sindacali per i diritti dei lavoratori marittimi, come lui emigrati in America.

Dopo anni di permanenza aveva acquisito quel modo di parlare italo-napoletano-americano, un miscuglio che tanto cinema ci ha spesso riproposto in chiave macchiettistica. Ma parlavano veramente così!

Pare che al suo ritorno, parlando del film “Fronte del porto” diceva che quello narrato ” e’ tutto overo, yeah!”, perché quel film ” e’ good, e’ ‘na bella picciarezze (picture).

E ci si doveva credere per uno come lui che aveva frequentato i bassifondi della baia di Brooklyn, lavorando sulle banchine e sui bastimenti, tra le chiatte ed i rimorchiatori.

Ho ricordi sbiaditi di lui, ero piccolo. Ma rammento perfettamente il giorno del suo ritorno in Italia e l’attesa febbrile in casa nostra. Mia nonna aveva preparato un pranzo speciale. A Napoli, dove sarebbe arrivato in nave, ad attenderlo mio nonno ed una mia zia, per riportarlo a casa, dopo tutti quegli anni.

Ci aspettavamo, non proprio un uomo in tuba con i dollari che fuoriescono dalle tasche, ma pensavamo ad un italiano che ce l’avesse fatta nel paese dove tutto è possibile.

Davanti a noi c’era un ometto, piuttosto grassottello, dall’aspetto un po’ dimesso, forse provato dalla lunga emigrazione. Sinceramente non si riusciva a capire come avesse potuto incutere timore, molti anni prima, a Mussolini.

E non aveva al suo fianco la maggiorata a stelle e strisce che ci aspettavamo. Vatti a fidare del cinema!

Fummo un po’ delusi ma non glielo demmo a vedere.MORETTI INT

Non era tornato neppure ricco. Quei pochi dollari che era riuscito a mettere da parte furono male impegnati, dietro la prospettiva di favolosi guadagni proposti da certi lontani parenti.

Fu mio nonno ad aiutarlo, anche intervenendo per le spese del suo funerale quando piuttosto presto se ne andò.

Good bye Ivarello, piccolo grande uomo partito per l’America e poi per un viaggio senza ritorno portando con te i ricordi di una vita controversa, ma forse vissuta come avresti voluto.

SILVIO MORETTI

Notizie di Ivo Pietranera sono presenti nel libro di Enrico Ciancarini “Appunti di vite sovversive”.