PAROLE DI FUMO
di LUCIANO DAMIANI ♦
Qualche giorno fa, in cronaca locale, appare un articolo, ennesimo, sui fumi del porto. Il titolo, é abbastanza banale e ripetitivo di mille altri ma l’occhiello dell’articolo sollecita la mia attenzione perché recita: “Dopo le segnalazioni dei giorni scorsi convocato un vertice operativo sul monitoraggio dell’aria”. Il primo pensiero che giunge istintivo é: “c’è bisogno delle segnalazioni dei cittadini?”, poi leggo l’articolo. È desolante vedere come la classe dirigente di questa città sia incapace e poco sensibile su questi temi, e come senta la necessità di far qualcosa, senza sapere neppure cosa, solo ogni quando la gente alza un attimino la voce. Ma son solo parole.
Il sindaco, giustamente sensibile ai lamenti dei suoi cittadini, ha convocato l’incontro delle autorità interessate per un “vertice operativo sul monitoraggio dei fumi del porto”. Sinceramente avremmo bisogno di ‘vertici operativi’ sulla ‘riduzione’ delle emissioni inquinanti del porto, cosa ci sia ancora da monitorare proprio non si comprende, e ben lo dovrebbe comprendere chi riceve segnalazioni allarmate ed allarmanti con tanto di fotografie di fumi e cappe tossiche. Magari fosse sempre tramontana, invece no, ci son giorni in cui non si muove una foglia e tutto rimane sospeso a mezz’aria per il godimento dei nostri polmoni, altri, invece nei quali il vento spinge i fumi direttamente nelle case di chi ha le finestre che guardano il mare.
Da quando mi occupo d’ambiente sento e leggo misurazioni dell’aria cittadina, non per nulla pare sia una delle più monitorate del Lazio, così assicurano dal DEP Lazio (dipartimento epidemiologico) e forse del paese. Ma l’ARPA Lazio ci conferma che l’aria è buona, e allora perché preoccuparsi?
Qualcosa sulla riduzione, ad essere sinceri, provò a fare la passata amministrazione, partorendo però un cricetino, il ‘Civitavecchia Blue Agreement’ che riuscì a coinvolgere un solo armatore di traghetti, decisamente ben poca cosa considerando poi che l’accordo contemplava un comportamento virtuoso del tutto volontario, senza cioè controlli e tantomeno sanzioni. L’idea ispiratrice era il ‘Venice Blue Agreement’ che però era tutt’altra cosa, sia a livello di coinvolgimento che per efficacia in quanto quello adotta termini stringenti, controlli e sanzioni. Il nostrano ‘Agreement, si affida ai normali e consueti controlli della Capitaneria, che, nel caso, comunque, non può sanzionare che secondo la normativa nazionale, insomma un accordo che sa più di farsa che di reale azione di contenimento degli inquinanti, spacciato per ‘atto significativo’.
A questo accordo, secondo l’assessore Magliani, evidentemente significativo pure per lui, si aggiunge la garanzia della partecipazione di ARPA al futuro vertice sul monitoraggio. Forse l’assessore non sa che per ARPA Lazio la qualità dell’aria è decisamente nella norma, e si che quando l’amministrazione pentastellata scrisse la parola fine all’esperienza del Consorzio Ambientale, in molti si aspettavano da ARPA una rappresentazione ben diversa della nostra aria, invece.
Insomma, l’ennesimo articolo nel quale si spandono parole che aleggiano su di noi come il fumo che esce dai camini delle navi. Il Sindaco sottolinea “la sinergia che si sta creando…” e ringrazia la Capitaneria per le “pesanti sanzioni” comminate alle navi che trasgrediscono la norma nazionale. Saranno pur pesanti, ma intanto i camini continuano a fumare a volte anche in modo pesante, come tante foto hanno dimostrato.
A noi cittadini persiste amaro il pensiero della mancata elettrificazione delle banchine, prevista da tempo come ‘prescrizione’, mai attuata; pure le prescrizioni sono parole a dispetto del significato stringente del termine.
È proprio il caso di dire “parole di fumo”.
LUCIANO DAMIANI
Da quello che ricordo (Port Mobility) la nave è femmina, il porto è maschio.Elettrificare il maschio non è il problema. E’ la nave femmina il problema.
L”interlocutore chiave sono i big USA. Partita durissima.
Tuttavia, se non a Civitavecchia dove vanno se vogliono far giungere a Roma i passeggeri?
Naturalmente ci vorrebbe un Sindaco forte ed un Presidente altrettanto deciso.
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Carlo, la questione dell’articolo è nella insipienza di chi invece di affrontare i problemi nel concreto, annuncia iniziative tanto fumose quanto inutili spacciandole per ‘fatti concreti’. Per quanto riguarda l’elettrificazione, questa era prevista come prescrizione sui lavori di ampliamento del porto, ma nessuno ha preteso con fermezza che venissero rispettate. Si tratta di prescrizioni, non di ‘consigli’. Insomma una cosa all’italiana maniera. Se all’epoca si fosse ottemperato forse oggi saremmo qualche anno avanti sulla via della transizione, del resto non sarebbe stato il nostro l’unico porto elettrificato. Riguardo alle navi “femmine” se fossi un maschilista direi che si possono addomesticare, se ci fosse la volontà politica di farlo…. magari un armatore alla volta.
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Un punto importante però è nelle rilevazioni di ARPA che non mi sembra evidenzino grandi sforamenti. Non sono fatte bene?
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I risultati delle rilevazioni dipendono da tanti fattori, ad esempio, il posizionamento delle centraline, gli inquinanti che monitorizzi e come ecc..
Ma posto come indiscusso che le centrali inquinano e che le navi pure ecc.. c’è da domandarsi come mai la nostra aria sia buona posto che agli elementi comuni a tutte le città (traffico, riscaldamento ecc..) si aggiungono appunto centrali e navi.
Di certo posso esprimer il dubbio sul fatto che ad esempio la centralina di via Togliatti è all’interno del parco Antonelli. Protetta da un’alta siepe verso il traffico e dalle alberature degli alberi verso la centrale e il porto. Poi ce n’era una a porta Tarquinia che venne spostata dall’incrocio, ancora mi chiedo perchè. Qui dove sono ora le centraline sono a bordo strada. C’è anche da dire che le micro polveri non sono misurate (almeno sino a poco tempo fa) dalle centraline del centro. Mi son sempre chiesto, ad esempio perchè il tabellone con l’indicazione della qualità dell’aria indicava il rilevamento di due giorni prima, che senso aveva? Ma ripeto, non c’è bisogno di sapere se le macchine, le navi e le centrali inquinano, lo sappiamo per certo ed anche in termini di quantità e qualità. Quando si autorizzano con l’AIA gli impianti, già si conosce quantità e tipo delle emissioni, così come conosciamo quelle delle auto ecc… La misurazione serve solo per interventi estemporanei di blocco in caso di superamento dei limiti, ma non servono per attuare le politiche di abbattimento degli inquinanti e prevenzione.
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