La medaglia
di ANNA LUISA CONTU ♦
Il grande salone parrocchiale era stracolmo di bambine e bambini delle elementari e della scuola media. Erano tutti eccitatissimi, sedevano scomposti, parlavano a voce altissima, si chiamavano da una fila all’altra, i più piccoli un po’ smarriti in quella confusione, i grandi padroni della scena, smorfiosi, l’aria strafottente del balente in erba.
Sul palco le insegnanti, le maestre del catechismo e il pievano don Cugusi che parlottavano fra loro prima di sedare quella confusione e dare avvio alla cerimonia di premiazione dei frequentanti il catechismo.
Allora il paese era quasi una città, prima che la grande emigrazione in continente e nei continenti lo riducesse ad un borgo in pericolo di estinzione. Qualche ironico abitante, con affetto, con derisione gli altri paesi del circondario lo chiamavano “piccola Roma”. Ironia o no era pieno di gente e i bambini animavano i rioni e i vicinati; la domenica il corso si riempiva di ragazze che uscivano dalla messa maggiore e di ragazzi che tornavano in permesso dagli ovili nei pascoli, ed era tutto un incrocio di sguardi , di inviti al bar, la cerimonia del corteggiamento in un’atmosfera di giovinezza , di allegria , di speranze e di futuro.
Don Cugusi, come avevano fatto i suoi predecessori, raccoglieva le confessioni dei bambini, domandandosi forse che senso avesse ascoltare quei peccatucci, quelle piccole miserie quando gli abigei, gli assassini, le malelingue, sos mintapare, i fomentatori degli odi, gli incendiari dei boschi e dei campi si nascondevano dietro la coltre del silenzio e dell’omertà.
A dottrina ci si andava una o due volte a settimana non nella chiesa principale ma nelle antiche chiesette sparse in tutto il paese, umide e con gli intonaci spesso cadenti. Le maestre erano simpatiche, pazienti, non avevano l’aura delle insegnanti di scuola , erano alla mano, la mia si chiamava Rosa.
“ Chi è Dio? Dio è l’essere perfettissimo , creatore e Signore del cielo e della terra”. Le tre virtù teologali ? “ fede , speranza e carità “. Che significa “ teologali” ? Non bisogna chiedere. E i vizi capitali, che cos’è la lussuria ? e l’accidia? Si chiama dottrina perché si è indottrinati ad un pensiero che richiede credenza sulla parola ripetuta innumerevoli volte.
Una maestra al microfono mise fine al vociare in sala e fece un breve discorso, poi don Cugusi ringraziò le catechiste e diede avvio alle premiazioni. Per ultimo chiamò il vincitore della medaglia d’oro del catechismo della diocesi di Nuoro. Significava che quel bambino o quella bambina era il più bravo o la più brava in tutta la diocesi. E chiamò il mio nome. Come se una scossa elettrica mi avesse colpito o mi avesse colpito una palla di cannone, il cuore tumultuante, fui spinta sul palco tra gli applausi e le urla della sala.
Con i complimenti, Don Cugusi mi consegnò un diploma con scritto il mio nome e una medaglia d’oro. Non era la solita medaglia, rotonda e sobria. Era una medaglia di un bel giallo oro con una corona intorno ad un centro con la scritta PAX e con piccoli globi nei terminali, tenuta da un nastrino bianco e giallo, simbolo del Papa, così mi dissero.
Era un oggetto bellissimo e io non avevo mai posseduto un oggetto così, a parte la catenina d’oro con il crocefisso che mi aveva portato mio fratello di ritorno dalle miniere del Belgio.
Ritornai a casa frastornata e incredula; l’indomani non ebbi alcun dubbio e la indossai sopra il cappottino. Andai a scuola con fierezza con la mia bella medaglia appuntata al petto ma fui accolta da indifferenza e freddezza, nessuna delle mia compagne fece cenno alla cerimonia del giorno prima. Dal vivo dell’esperienza avevo appreso il significato dei vizi capitali, della superbia e dell’invidia.
Così , come nella poesia che stavamo imparando a memoria, la gloria transita dall’altare alla polvere, sotto lo sguardo indifferente delle stelle.
ANNA LUISA CONTU
Annalisa, quel ricordo vivo che affiora e che tu descrivi così bene indica un sentimento che ti ha segnato nel profondo. Poi si cresce, il pensiero si fa adulto, critico. La bambinetta che va fiera del suo riconoscimento è una immagine che riempie l’animo di commozione. La si vede passeggiare per le vie esibendo la sua gioia. Ci si rattrista quando l’invidia la ferisce impietosamente.
Oggi, in questo mondo così disincantato, non ho notato nei miei nipotini che passano attraverso l’esperienza di questo rito di iniziazione alcuna emozione. Quel rito di iniziazione (al di là del senso legato alla fede) è dissolto, non ha più nulla di magico. E’ solo un frastuono, un occasione di regalo,.
Difficile immaginare la bimbetta che tu hai narrato. Il senso così magistralmente descritto e così genialmente titolato del libro “Cuore”è perso inesorabilmente.(lasciando stare la retorica costruita su di esso)
I vecchi brontolano sul presente e richiamano in vita il passato.E’ prassi comune di tutte le generazioni.
Tuttavia, penso che questa volta noi siamo entrati in un cambiamento di paradigma, un salto, qualcosa che richiama la rottura di sistema.
Spero che sia così e che altri valori sostituiscano i superati.
Spero che non sia solo dissoluzione valoriale indotta da una tecnica trionfante.
Mi scuso per la lungaggine ma il tuo bel racconto merita attenta riflessione che certo non posso affidare ad un mi piace negligente.
"Mi piace"Piace a 1 persona
scusami mi sono accorto di aver scritto annalisa in luogo di anna luisa
"Mi piace""Mi piace"
Grazie, Carlo per aver colto degli aspetti che neanche io avevo pensato. Forse la scrittura nobilita un banale ricordo e non sarei così severo con le generazioni contemporanee. Ognuno costruisce la propria epopea. Grazie per il tuo apprezzamento , ancora più importante perché viene da una persona di profonda cultura e sensibilità come te.
"Mi piace""Mi piace"
Scusa Carlo, non sono un anonimo che ti risponde , sono Anna Luisa , ciao
"Mi piace""Mi piace"