Cambiamo rotta
di ROSAMARIA SORGE ♦
Il “ Piano di Ripresa Nazionale” resosi necessario per fronteggiare le conseguenze sul piano economico e sociale del Covid, si basa fortemente su un mutamento del modo di valutare e reagire con l’ambiente che ci circonda spingendo fortemente nella direzione di una rivoluzione verde che viene definita ”Transizione ecologica” e che ha lo scopo di portare in primo piano tutte quelle azioni virtuose che si orientino verso una “green city”, e dove lo strumento principale è quella Rigenerazione Urbana di cui tanto si parla ma poco si fa.
La Regione Lazio ha varato una legge sulla rigenerazione urbana la n° 7/2017, ma a quasi 4 anni dalla legge sono pochi i Comuni che hanno perfezionato l’iter per rendere fattibile a livello locale quanto previsto dalla legge. Gli unici interventi possibili, in mancanza di una delibera di recepimento ed applicazione della suddetta legge da parte dei Comuni e relativa modifica in variante dei P.R.G., sono quelli che vengono definiti dall’art. 6 come interventi diretti che comportano anche demolizione e ricostruzione ma che stentano a concretarsi per ovvie ragioni di natura economica e che in un panorama di incertezze su alcuni degli incentivi in vigore, per non parlare di un PTPR solo adesso riapprovato dopo essere stato annullato dalla Corte Costituzionale, hanno di fatto determinato un ulteriore fermo di attività edilizia.
Risolti in qualche modo questi problemi, lo stanziamento di 68,9 miliardi del PNRR in questa direzione consiglia una velocità di progettazione e strumenti di cui le nostre città debbano al più presto dotarsi per non perdere questa occasione che rimette in moto l’economia di una città, rivitalizza il mercato del lavoro, attira capitali privati, dà respiro ai tessuti sociali.
Fatto questo preambolo, cercherò di entrare nel tema specifico di quelle che dovrebbero essere e scelte per il nostro territorio.
La prima cosa fondamentale da stabilire riguarda il futuro energetico di questa nostra città. Da anni di dibattito sono emerse ormai alcune posizioni chiare e conosciute; io personalmente aderisco al fronte di chi pensa che questa città ha già sacrificato troppo in termini di salute e occupazione del territorio alle centrali Enel, con conseguente compromissione dello sviluppo in altri settori e di mortificazione delle potenzialità che la città offre. La conseguenza di questa posizione è quella di non ritenere nemmeno accettabili l’utilizzo di fonti rinnovabili, meno che mai poi di centrali a gas anche se di durata limitata. La città rivuole il suo territorio, il suo mare e vuole sognare altro, con aumenti occupazionali veramente stabili e significativi.
Tutto questo non può prescindere da quella rigenerazione urbana che mette al primo posto lo sviluppo portuale e la rigenerazione cittadina.
Per quanto riguarda il porto è necessaria una premessa: il porto di Civitavecchia è dentro la città o se preferite la città è dentro il porto e la presenza di numerose navi da crociera e non, impone una attenzione particolare alla copiosa produzione di energia elettrica con motori primi a combustione interna. Infatti anche durante la sosta le navi sono dei veri e propri paesi semoventi fortemente energivori. Lascio ad altri le problematiche di sviluppo portuale e mi accingo invece a parlare di argomenti a me più familiari riassumendo in breve quale debba essere la direzione da seguire per una rigenerazione urbana significativa e definendo un decalogo da seguire per ridare fiato a questa città.
1) Al primo posto per una migliore qualità del vivere ci sta senza ombra di dubbio una migliore qualità dell’aria che obbliga ad un ripensamento della mobilità urbana.
A questo si accompagna una riduzione delle emissioni dei gas serra a cui può concorrere la rigenerazione energetica degli edifici; oggi i vari incentivi con in testa il Superbonus 110 permettono a tanti di ipotizzare un miglioramento delle prestazioni energetiche e di confort per il proprio alloggio;
2) metterei il ciclo dei rifiuti urbani che deve necessariamente essere rivisto sotto il profilo logistico perché. fermo restando che la raccolta differenziata è fondamentale e non la si discute, il sistema di raccolta adottato non mi sembra sia dei migliori per l’impatto visivo che determina ( gabbie pollaio per gli esercizi commerciali, mastelli depositati e ritirati fuori orario, utilizzo improprio delle Campane della Raccolta del vetro e rifiuti lasciati in improvvisate piazzole di raccolta);
3) connesso con la mobilità, non sottovaluterei la chiusura del centro storico e di ambiti rappresentativi;
4) il rifacimento delle sedi stradali e dei marciapiedi di competenza comunale con relativo abbattimento delle barriere architettoniche;
5) il recupero dei manufatti pubblici sottoutilizzati o abbandonati come la caserma Stegher, la caserma Piave, e la valorizzazione di elementi singoli :il villaggio del Fanciullo, l’area termale della Ficoncella ,l’ex centrale Enel di Morandi con l’area della Fiumaretta e il recupero dell’area dell’Italcementi;
6) la riqualificazione del verde cittadino compreso l’incentivazione di tetti verdi e pareti verticali;
7) il recupero delle periferie; Campo dell’Oro, Faro, San Liborio non solo in termine di recupero ambientale e locale ma anche in termini di collegamento con la città;
8) il recupero della Marina e dell’Antemurale;
9) l’arredo urbano della città con particolare riguardo al centro cittadino;
E last but non least velocizzare la realizzazione di una smart city.
Ognuno di questi punti il cui ordine cronologico non corrisponde alle priorità va poi ulteriormente specificato nei particolari, nelle modalità, nei tempi e quanto altro si renda necessario a partire dalla ristrutturazione della Pubblica Amministrazione che non a caso è uno dei punti di forza del PNRR.
Spero che questo mio contributo possa essere di stimolo all’apertura di una discussione e dibattito sul futuro di questa nostra città e che ci sia la volontà di tutti, ma in particolare delle forze politiche e delle associazioni a fare da volano affinché il sogno di una nuova città non rimanga come quei sogni conservati nel cassetto ma alla cui realizzazione nessuno crede.
ROSAMARIA SORGE
” La città rivuole il suo territorio”.
Che si intende con il termine città? I cittadini sono la città?E se sono i cittadini perchè non esprimono la volontà di riappropriazione? Quando votano che cosa stanne facendo?Agitarsi nei colloqui quotidiani non è esprimere la volontà di riprendere il territorio. I politici sono certo un punto fondamentale per far valere la volontà. Ma se il popolo è tranquillo rimane tutto fermo. Agitarsi non significa creare comportamenti scorretti civilmente e penalmente. Agitarsi significa creare consenso, esprimere consenso, votare con coerenza, pretendere dai politici, agire democraticamente, ma agire!
"Mi piace""Mi piace"
Hai detto della qualità dell’aria e delle navi che producono inquinanti in quantità, anche per questo motivo non si può non parlare di produzione di energia sostenibile, penso che la città debba produrre in proprio l’energia di cu ha bisogno e svincolarsi dalla servitù energetica verso il resto del paese. Ciò dovrebbe essere parte integrante della progettazione della città futura. Specialmente per le attività portuali che, con le navi da crociera è suppongo l’area che più consuma energia. Possiamo pretendere che lo stato, in qualche modo, ci liberi dalle servitù energetiche ed attendere che lo faccia, oppure possiamo avere un atteggiamento proattivo e intraprendere la via della democrazia energetica sostenibile con le relative importanti ricadute occupazionali e liberarci noi dalle servitù?. Mi verrebbe da dire: “vogliamo aspettare la manna dal cielo o vogliamo tirarci su le maniche?”
"Mi piace""Mi piace"
L’anonimo sono io
"Mi piace""Mi piace"
Cambiamento climatico il più grande affare mondiale di OPEN SOCIETY e della finanza speculativa di WSTREET & CITY iniziato nel 1992 a Civutavecchia sullo YACHT BRITANNIA con l’affondamento della LIRA STERLINA e LIRA ITALIANA.
"Mi piace""Mi piace"