Tempi di vaccino
di SILVIO SERANGELI ♦
All’epoca d’oro del vecchio ebay molti degli inserzionisti erano rigattieri, collezionisti, persone che volevano disfarsi di qualche oggetto che non serviva più con un non disprezzabile guadagno. Allora le aste avvenivano in tempo reale, i partecipanti figuravano con un proprio nome di battaglia, con il tempo facilmente identificabile, e si andava avanti con i rilanci sulla tastiera del computer, facendo attenzione allo scorrere delle cifre e, soprattutto, dei secondi che mancavano alla fine dell’asta. L’operazione, che richiedeva grande attenzione e nervi saldi, spesso si svolgeva a sera inoltrata, undici e mezza, mezzanotte e un quarto perché gli inserzionisti valutavano quella fascia oraria come la migliore per attrarre l’interesse. Ricordo con affetto che un assoluto, purtroppo per tutti noi maestro invincibile, era Adelmo, perché non si fidava della scansione dei secondi del computer e aveva a portata di mano un cronometro di precisione, per piazzare all’ultimo istante l’offerta vincente. In fondo l’oggetto, il libro, la stampa o la cartolina che ti aggiudicavi passava in secondo piano. Ti rimaneva addosso una grande eccitazione che ti sprofondava nella più nera delusione, difficile a digerire per giorni, se avevi perso, ma se ti capitava di beffare il tuo avversario con un rilancio all’ultimo respiro di duecentocinquemilalire (bella cifra) e ti aggiudicavi, come mi capitò, la rarissima cartolina del teatrino del Pirgo, quella la mettevi in cornice a fianco dei santi in capo al letto. Tutta questa lunga premessa per dire che ho provato le stesse sensazioni qualche notte fa. Ebay non è più quello di una volta, è diventato un centro commerciale, è tutto anonimo e l’asta te la giochi offrendo un tetto massimo che di volta in volta viene aggiornato automaticamente: niente cronometri e sfide in diretta. L’asta dei vaccini è rimasta quella del vecchio ebay. Confesso che il parallelo è un po’ forzato e la parola “asta” nasce più dalle ondate di fango lanciate dei mezzi di comunicazione che dalla realtà. “Non funziona niente, i collegamenti via internet sono impossibili, le prenotazioni sono un’impresa e richiedono ore di tentativi”. Questa la prosa di lor signori e signore con il sederino sempre al caldo in redazione o a favore di telecamera, abitini firmati occhiali personalizzati, fra uno sbracciamento e l’altro, accompagnato da urla come se non avessero il microfono e dovessero vendere cocomeri al mercato. Così, con qualche palpitazione, alla mezzanotte meno cinque del giorno fissato per la gara di prenotazione dei vaccini della mia categoria “fragili” accendo il portatile. Tessera sanitaria, codice fiscale, mouse nell’altra mano e via. Mezzanotte e due minuti: sorpresa, riesco a collegarmi. Sì va bè, ma vediamo che succede. Non succede niente: compaiono le caselle da compilare. Ci metto un po’ perché ho paura di sbagliare e ingarbugliare la matassa. Non faccio in tempo a cliccare il codice della mia tessera sanitaria che compare la disponibilità con i centri di vaccinazione e i giorni buoni. Penso: questi sanno tutto di me, anche senza il codice “fragili”. Concludo l’operazione nel porto sicuro del nostro beneamato ospedale. Come nel gioco del lotto esce il primo estratto, il giorno e l’ora della prima dose, e anche il secondo estratto, con il giorno e l’ora della seconda. Vaccino Pfizer. Clicco invio e, dopo un istante, sento il segnale della conferma sul cellulare di mia moglie che riposa beatamente. Ce l’ho fatta, come e meglio del teatrino del Pirgo, la scarica di adrenalina è troppo forte per uno “fragile” come me, così passo la notte felicemente in bianco. E mi vengono un paio di pensierini. E’ una vittoria o piuttosto la conferma della mia fragilità? Non sarebbe stato meglio prenotare per maggio come tutti gli altri? E poi sarò immune fra tanti vaccinandi familiari. E come la mettiamo con quelli che senza lo spritz d’assembramento non campano e con i loro sorrisetti ebeti impiastrano tutti? Il sonno vince questi pensieri. Al mattino è passato tutto: ricevo addirittura alcune telefonate di congratulazione. Vengono a proposito: quest’anno il mio compleanno lo ricorderò al riparo dell’ospedale, attorniato da infermiere e medici con la siringa al posto della candelina d’ordinanza. Meglio di così. La scampagnata di Pasquetta la famiglia al gran completo la passerà idealmente con la consuocera anche lei vaccinanda allo Spallanzani con Moderna. Cari amici vicini e lontani, questi sono i tempi, e queste le piccole soddisfazioni che aiutano a campare. Mia moglie aspetta lo Sputnik nostalgica come è delle gloriose imprese spaziali CCCP di Valentina Tereshkova, Yuri Gagarin e della cagnetta Laika. I più giovani preferiscono Johnson & Johnson che prevede una sola dose e poi ti danno in omaggio una confezione di cotton fioc.
SILVIO SERANGELI