ANCORA SU QUEL 14 MAGGIO 1943
di GIORGIO GARGIULLO ♦
L’intervento di Enrico Ciancarini su Spazio Libero Blog dal titolo “gangster dell’aria” sollecita delle considerazioni utili per comprendere meglio i drammi causati all’Italia dall’ultima guerra mondiale, guerra voluta con pervicacia dal regime fascista e da Mussolini nella convinzione, anzi nella certezza, che al paese occorressero “poche centinaia di morti per sedere vincitori, insieme all’alleato tedesco, al tavolo della pace”. Da qui l’aggressione all’ormai vinta Francia e la dichiarazione di guerra all’Inghilterra anzi alla “perfida albione”
Riprendo questo argomento in occasione del 14 maggio, nella ricorrenza del primo bombardamento della città, il primo di una lunga serie, che provocò gravissime distruzioni e tantissimi morti.
Lo riprendo soprattutto per confutare alcune considerazioni sui motivi dei tanti attacchi a Civitavecchia da parte delle forze alleate.
In ambienti in vario modo riconducibili all’estrema destra si afferma infatti che la distruzione della città non fu dovuta al ruolo strategico che Civitavecchia svolgeva nel quadro generale del conflitto nel Mediterraneo, ma che fu piuttosto conseguenza della logica distruttiva e terroristica degli alleati che considerarono la città non un obbiettivo militare quale in realtà era, ma un bersaglio per esercitazioni. Appunto “gangster dell’aria” come vennero definiti dalla stampa di regime gli equipaggi degli aerei che eseguirono i bombardamenti sulla città.
Andiamo quindi alle considerazioni di merito: Civitavecchia era un obbiettivo strategico importante e lo fu fino alla sua liberazione da parte degli alleati, coadiuvati dalla formazione partigiana Maroncelli che operava nella nostra zona, il 7 giugno 1944.
Prima dell’8 settembre 1943 per il suo porto, base di importanti attività con la Sardegna e successivamente all’8 settembre 1943, il giorno della resa dell’Italia, anche per le arterie, la via Aurelia e la linea ferroviaria verso Roma, che permettevano ai tedeschi l’invio dei materiali bellici al fronte di Cassino e di Anzio.
Quindi la nostra città fu, purtroppo, un importante obbiettivo militate e non luogo di sadiche esercitazioni alleate. Fu la guerra voluta dal fascismo la causa della sua distruzione e delle tante vittime innocenti.
Altra considerazione sui primi bombardamenti sulle città italiane a cominciare da Milano e Torino nell’ottobre 1941.
Il regime definì quegli attacchi “Imprese brigantesche da parte di gangster dell’aria” e così fu per tutte le successive incursioni aeree che purtroppo ebbero effetti terribili in termini di vite umane e di devastazioni.
E’ necessario anche ricordare che in occasione della battaglia di Inghilterra, cioè dei devastanti bombardamenti tedeschi sulle città britanniche, Mussolini inviò nella Francia occupata il CAI, Corpo Aereo Italiano, con lo scopo di coadiuvare i nazisti negli attacchi aerei all’Inghilterra.
La presenza dei bombardieri italiani fu limitata ed inconsistente a causa dell’inadeguatezza degli aerei soprattutto nei voli notturni, ma nelle poche incursioni cui presero parte ci fu in Italia, da parte del regime, esaltazione ed entusiasmo.
I radiogiornali trasmettevano con enfasi notizie tipo “aerei italiani hanno avuto l’alto onore di bombardare Londra”.
Da una parte “l’alto onore” e dall’altra “l’azione brigantesca” e “i gangster dell’aria”.
E’ stato anche giusto ricordare, sempre nell’articolo di Ciancarini, il ruolo importante dell’allora vescovo della Diocesi di Civitavecchia Luigi Drago per il suo impegno nel soccorrere le popolazioni civitavecchiesi colpite dai bombardamenti. Ci ha anche ricordato che di lui non c’è traccia nella toponomastica cittadina. Ritengo che sarebbe doveroso provvedere.
GIORGIO GARGIULLO