RUBRICA “BENI COMUNI”, 42.3. SOSTENGO IL (GRAN-DE) TAURINO! (terza parte e fine)
di FRANCESCO CORRENTI ♦
(3. continua dalla puntata precedente)
Estote parati. La raccomandazione conclusiva della scorsa puntata, rivolta ai lettori, ma con l’auspicio di coinvolgere un uditorio molto più ampio, non ha bisogno di commenti né di spiegazioni. Qui aveva lo scopo di promuovere un’azione collettiva di riappropriazione di un bene comune quali sono quei monumenti, quei luoghi, quelle sorgenti. Quel tipo di “prontezza” (Be Prepared) che infatti è richiesta dal motto dello scoutismo ai propri affiliati. Tuttavia, il monito evangelico (Luca 12,40; Matteo 24.44) a noi studenti “massimini” ci veniva ripetuto di frequente e allora non aveva davvero quel senso di “imminenza” che ha oggi per chi ha superato certi compleanni, anzi, suonava più come un incitamento ad essere sempre pronti per le interrogazioni nelle materie scolastiche.
Tornando al tema delle nostre osservazioni, abbiamo constatato che il vocabolo “taurino” viene utilizzato dalle fonti consultate sia come nome sia come aggettivo. Indubbiamente era Taurina l’intera località, dove peraltro – abbiamo ricordato il racconto di Gregorio Magno – esisteva in quegli anni la chiesa di San Giovanni in Taurina. Essa non era, naturalmente, quella del campanile romanico di San Giulio e poi Sant’Egidio, che costituiva un complesso del XII secolo molto probabilmente di origine templare e comunque utilizzato da quella milizia. Il presbitero ritiene un custode quella che si rivelerà un’anima purgante e questo fa intuire una consuetudine ed una perdurante efficienza delle terme. Forse, come già accennati, la stessa chiesa di San Giovanni potrebbe essere stata ricavata proprio in uno dei locali degli edifici termali come avvenuto per molti altri edifici sacri dell’epoca. Ma qui dobbiamo rapidamente concludere quel riepilogo interrotto della vicenda secolare dei ruderi. Dopo le frequentazioni terapeutiche su prescrizione dei medici e la prassi in atto negli anni del Labat (1710-16), Gaetano Torraca ne scrive nel 1761 e vi effettua degli scavi a gennaio 1777. Intorno al 1820 si svolgono i lavori della strada per Tolfa che taglia in due il complesso e le ricerche di Pietro Manzi. Nel 1912 e nel 1913 Raniero Mengarelli conduce un breve scavo e procede a piccoli restauri, per poi avviare nel 1922 una campagna di scavi sistematici, ripresi dal settembre ’27 al 31 dicembre ’28 per iniziativa della associazione Centumcellae con il concorso del Comune, del Ministero della Pubblica Istruzione (che dall’anno successivo sarà denominato dal regime fascista dell’Educazione Nazionale) e delle Scuole Centrali Militari. Tra giugno e luglio del 1933, si completano le ricerche a sinistra della strada e si inizia lo scavo della parte a destra, viene recintata tutta l’area archeologica e costruita una casa per il custode che vi dovrà risiedere. Nel 1996 sono iniziate le pratiche che hanno portato al verbale di consegna dalla Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale al Comune di Civitavecchia per la gestione dell’area archeologica Terme Taurine, datato 12 maggio 1998 (pubblicato nella rubrica n° 4 del 25 gennaio 2022). Il resto è noto. Ma voglio ripetere ancora una volta lo scopo di questa rubrica e di queste ultime puntate dedicate alle Terme. Nessuna intenzione didattica e tanto meno polemica a proposito di opinioni diverse. Sempre sollecitate e gradite. Attraverso il confronto delle idee e il loro approfondimento, l’intento è quello consueto di queste nostre ricerche: capire.
Capire, attraverso la comprensione dei luoghi, delle case, delle strade, la vita della gente qualunque. Le loro esistenze quotidiane, la fatica, la monotonia, il sacrificio, la fame, l’ansia, le piccole gioie, l’invidia, i pettegolezzi, il conforto e la speranza dato dalle loro credenze e anche superstizioni, ma anche la bontà, il senso degli affetti, dell’amicizia… Ricostruire tutto questo è quanto abbiamo cercato di fare con il metodo dell’anastilosi grafica, con l’analisi approfondita di disegni e manoscritti.
Questo è quello che ci interessa ed anche capire il perché di certe cose: la vergogna delle demolizioni, la vergogna delle ricostruzioni fuori sito, la vergogna dei cinque piani in più rispetto alla regola, rispetto alla norma, per arricchirsi oltre ai danni di guerra già ricevuti ed impoverire, invece, la città. Questa è la vergogna che molti dovrebbero provare, persone e istituzioni.
Accanto alla “gente qualunque”, non possiamo non capire quelli che “qualunque” non erano. Conoscerli significa anche avvicinarsi meglio a tutti gli altri. Per cogliere questi aspetti diversi della storia umana, molti approfondimenti sono necessari, ma la copertina di queste puntate esprime una idea che credo utile. Quindi, per avere un’immagine realistica di quei personaggi storici, ho voluto aggiungere ai loro volti in marmo gli occhi che gli conferiscono un aspetto vivo, realistico, umano appunto. Nel caso di Traiano ho utilizzato per questo trapianto gli occhi della Fornarina di Raffaello, mentre per dare un’espressione vivace alla faccia barbuta di Elio, ho copiato e incollato niente di meno che lo sguardo fascinoso di Alain Delon.
Antologia bibliografica commentata
Torraca, Gaetano, Delle antiche Terme Taurine esistenti nel territorio di Civitavecchia. Dissertazione in cui si premettono le Memorie Cronologiche di essa Città e trattasi in fine delle native, ed avventizie qualità di sua atmosfera, Niccolò e Marco Pagliarini, Roma 1761, pp. 74. Ristampa anastatica a cura del Centro di documentazione urbanistica sull’assetto del territorio e la storia urbana del Comune di Civitavecchia, Civitavecchia 1991, pp. XXXII, Planimetria generale dei resti delle Terme Taurine, rilievo del 1990, scala metrica 1:800.
Ricci, Alessandro, Pianta Dimostrativa dell’antico, e presente confine della Tenuta delle Mortelle posta nel Territorio di Civitavecchia… elevata nel Mese di Maggio dell’Anno 1777, mappa a colori, Civitavecchia 1777, Archivio Storico del Comune di Civitavecchia. Tenuta detta de Bagni delli Signori Rocchi. La Strada che conduce alla Tolfa attraversa e taglia una forma rettangolare suddivisa in riquadri con la scritta Fabriche antiche, o siano rovine delli Bagni di Trajano Imp.re.
Annovazzi, Vincenzo, Avanzi delle antiche Terme Taurine presso Civita V.a sulla Via di Tolfa. Pianta delle Terme Taurine, due tavole f.t. allegate alla Storia, Roma 1848 (pubbl. postuma 1853), rist. anast. 1967. A p. 101 ricorda un “lastricato a musaico di vari colori” lungo la “pubblica via” che conduce a Tolfa, “impunemente devastato” dal passaggio dei carri. Ibid. monete di Traiano rinvenute dalla famiglia Rocchi, proprietaria dei terreni.
Manzi, Pietro, Stato antico ed attuale del Porto Città e Provincia di Civitavecchia, Tipografia F.lli Giachetti, Prato 1837, pp. 68. Antiche terme dette Trajane ma edificate da Adriano, pp. 50-54.
Manzi, Pietro (a cura di), Rilievo e progetto di restauro delle Terme Taurine con strada ferrata di collegamento alla città, 1852 o anni successivi (1869?).
Bastianelli, Salvatore, Pianta delle Terme Taurine dette, i «Bagni di Traiano» presso Civitavecchia, 1927-28 (ed. 1932), redatta probabilmente in occasione degli scavi eseguiti dal settembre 1927 al 31 dicembre 1928. Pubblicata in Civitavecchia “vedetta”, Roma 1932, p. 61.
Calisse, Carlo, Storia di Civitavecchia, Barbera, Firenze 1936, passim, commenti e citazioni nella trattazione della rubrica.
- VV., Tavola rotonda “Le acque termali di Civitavecchia. Problemi e prospettive”, Civitavecchia, 24 febbraio 1970,
Martino, Flavio (a cura di), Civitavecchia. Guida della città, Numero unico, Civitavecchia, 9 febbraio 1978, pp. 54.
le terme di traiano ― Si trovano sulla via omonima a non più di quattro chilometri dall’abitato urbano e sono anche dette Terme Taurine, ma non è escluso che si tratti di un errore storico dovuto alla confusione esistente con la vicina ma anteriore Città delle Acque. Il complesso termale utilizzava una sorgente d’acqua calda che fuoriesce dal terreno ad una temperatura che oscilla attorno ai cinquanta gradi. Non è detto che a costruire le terme sia stato l’Imperatore Traiano, in ogni modo fu sicuramente lui che le sfruttò maggiormente facendo conoscere a tutti le virtù terapeutiche di quest’acqua che da millenni sgorga dal terreno ed è prodigiosa per bagni salutari, malattie reumatiche e della pelle. Nel corso dei secoli le Terme di Traiano, che sono adagiate su di una amena zona verde ai piedi delle colline, ospitarono molti personaggi famosi, i quali fecero uso di quest’acqua miracolosa. Fra i tanti va ricordato Giuseppe Garibaldi, che ha afflitto da una fastidiosissima forma di artrite riacquistò la salute dopo un efficace soggiorno a Civitavecchia nel mese di agosto del 1875. L’imponente e grandioso monumento riveste anche un notevole interesse per i pregevoli lavori eseguiti e la particolare tecnica architettonica ancora oggi motivo di studi.
il campanile di san giovanni ― Si trova a monte delle Terme di Traiano. Riveste particolare interesse per via della Volta a Crociera ed è uno tra i più antichi monumenti medievali ancora integri. Nel terreno, alla base della torre, si troverebbe il sarcofago di San Flaviano, che subì il martirio nell’ultimo periodo dell’Impero Romano. Poco distante dal campanile sono visibili le tracce di un’antica chiesetta costruita con materiale prelevato dalle vicine terme.
Correnti, Francesco, Vasca della Ficoncella, rilievo a vista, 22 aprile 1980 (con rinvio alle misure date da O. Toti in CV da salvare, 15,75 x 8,90 x 1.43).
Correnti, Francesco, Civitavecchia, loc. Ficoncella. Resti del complesso termale nella probabile zona di Aquae Tauri (I sec. d.C.?), scheda mod. 1290, 22 dicembre 1982, pianta e sezione, foto da S. Bast., Centumcellae ecc., tav. XI.
Staccioli, Romolo A., Itinerari archeologici, 11. Lazio settentrionale, Newton Compton editori, Roma 1983, pp. 320. Terme Taurine, pp. 50-52, fig. 16. […] le cosiddette Terme Taurine, in realtà una grandiosa villa imperiale fatta costruire da Traiano (su un precedente nucleo di età tardo-repubblicana-augustea) e notevolmente ingrandita in età adrianea, dotata di un ampio e articolato impianto termale che sfruttava le sorgenti di acque salutifere ancora oggi utilizzate.
Bastianelli, Salvatore, Le Terme Taurine, Associazione Archeologica “Centumcellae”, Civitavecchia 1985, pp. 20 e all. planimetria in scala 1:285 ca.
Bastianelli, Salvatore, Appunti di campagna (1913-1949), Roma 1988. Località citate:
Terme di Traiano: 2.26, 2.54, 2.60, 3.32.
Terme Taurine: 1.5, 1.12, 3.32, 4.59, 4.70, 5.1, 5.11, 5.40, 5.101, 6.1, 7.15, 7.40, 7.42, 7.44, 7.46, 7.101, 7.181, 7.189, 7.194.
Ficoncella: 3.16 (strada romana), 3.49, 3.62, 3.64, 3.65.
Pisciarelli: 1.77, 2.5, 2.25, 2.24 (tomba etrusca), 3.28 e 3.31 (tomba degli ori).
Loc. S. Egidio: 3.51.
(N.B.: per il complesso monumentale l’A. utilizza indifferentemente la denominazione di Terme Taurine e di Terme di Traiano, per poi abbandonare la seconda dal 4° libretto)
Correnti, Francesco, Veduta della zona turistico-termale del PRG con annotazioni e toponimi, pennarelli su carta, 14 novembre 1989.
Correnti, Francesco, Piano attuativo paesistico d’inquadramento della zona T.A/Terme Taurine-Ficoncella, Comune di Civitavecchia, Civitavecchia 12 marzo 1990.
Caruso, Ida, (con contributi di Daniela Gallavotti e Maurizio Aiello), Le Guide territoriali dell’Etruria Meridionale. Civitavecchia e il suo territorio, Regione Lazio – Assessorato alla Cultura / Casa Editrice Quasar, Roma 1991. Le Terme Taurine (pp. 49-61). L’antica Aquae Tauri (pp. 61-63).
- VV., Guide [verdi] d’Italia. Lazio. Da Viterbo al Circeo, la Tuscia romana, i laghi, le ville, i monasteri, Touring Editore, Milano 1996, s.v. Civitavecchia, pp. 65-66.
Terme taurine (A2, f.p.). Si trovano nei pressi dell’uscita Civitavecchia Nord dell’autostrada A12 e sono parte di una villa imperiale (visite: a richiesta al Museo nazionale archeologico) che fu frequentata da Traiano, Marco Aurelio e Commodo. Sul sito, ricco di acque termali già note in età repubblicana, si distinguono spogliatoi, il calidarium, il frigidarium e, un po’ discosti, i resti di una cisterna.
- VV., Il Parco archeologico-botanico delle Terme Taurine, Comune di Civitavecchia e Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale, Civitavecchia-Roma 2001, pp. 64 + 16 ill. f.t. Planimetria di progetto degli “Horti Traianei” pp. 8-9 f.t.
Cuiusdam in Aquas Maternas (Epigrammara Bobiensia. De Aquis Maternis).
- VV., Storia e Tradizioni d’Italia. Lazio. Una Regione da scoprire, volume 2, Tra Civitavecchia e Rieti, Editalia, Roma 2001, 2006, pp. 37-62.
Le Terme Taurine (pp. 44-45). […] Un primo impianto relativo a una grande villa fu costruito nella tarda età repubblicana per essere poi monumentalmente ampliato soprattutto nel suo settore termale a partire degli inizi del II secolo d.C., in coincidenza con la nascita e lo sviluppo di Centumcellae. Nei primi anni del V secolo era ancora pienamente in funzione quando vi si recò, appena sbarcato, a ritemprarsi, Rutilio Namaziano, per poi lodare (De reditu suo 1, 249-276) la qualità delle acque e ricordare la leggenda che ne giustificherebbe il nome, secondo cui un toro raspando il terreno le avrebbe fatte miracolosamente scaturire dal suolo. I resti di questo grande complesso – nel quale si è erroneamente riconosciuto il sito di Aquae Tauri oppure la villa dell’imperatore Traiano, secondo la descrizione di Plinio, da ubicare però più in prossimità della costa – si articolano in differenti settori, il più antico dei quali è rappresentato da un peristilio di età tardo repubblicana con murature in opera reticolata e restauri in opera mista di reticolato e laterizi. Subito accanto, più monumentali strutture si riferiscono ai vari ambienti delle terme di età imperiale, comprendenti i forni (praefurnia) per la combustione alla produzione del calore, gli spogliatoi, la sala per il vapore (laconicum) e poi la sequenza dei bagni a temperatura diversa, il calidario con colonne e abside – dal quale proviene una dedica alle Ninfe posta da un liberto dell’imperatore Adriano di nome Alcibiade – il tepidario e il frigidario, entrambi a pianta rettangolare. Proprio in epoca adrianea, parallelamente allo sviluppo urbano, lo spazio delle terme venne notevolmente ampliato con l’aggiunta di un vasto settore in laterizio comprendente varie sale e un altro calidario, assai più grande del precedente, a pianta quadrangolare con nicchie, alti finestroni e copertura volta. In un altro grande ambiente si è riconosciuta la biblioteca, dalla tipica pianta rettangolare, absidata, con nicchie per gli armadi contenenti i volumi lungo le pareti. A poca distanza, inoltre, un casale moderno ingloba i resti di cisterne e di altri ambienti. Il piccolo centro di Aquae Tauri, invece, si trovava nei pressi di un altro più modesto, ma ancora oggi assai frequentato, complesso termale, quello della Ficoncella con sorgenti sulfuree, di cui rimane in particolare evidenza una vasca in reticolato.
(3. fine)
FRANCESCO CORRENTI
❤️
Aggiungerei il grande lavoro di Odoardo Toti e
bollettini sull’argomento della Società Storica Civitavecchiese con Presidente Enrico Ciancarini.
La ripulitura della vasca di Aquae Tauri, guidati da Odoardo nell’ultimo periodo della sua vita, sono per noi di un bene inestimabile, riflettendo su ciò che dici nell’introduzione di questo bell’articolo.
Grazie!
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Osservazione opportuna, da parte di Paola, che vorrei (e avrei voluto) veder condivisa sempre e da tutti, a Civitavecchia, dove a volte – a guardare le cose da lontano, come mi capita da qualche tempo – sembra prevalga la tendenza ai monologhi ed agli “assolo” (spesso autocelebrativi), più che ai cori, ai concerti ed al lavoro di squadra in generale. E se c’era la squadra era con tanto di emblema e colore della maglia, insomma una divisa, pronta a combattere contro qualche altra, di colore archeologico (?!) diverso…
La letteratura, come del resto la semplice cronaca degli avvenimenti (ovvero la memoria, che sostituisce la lettura della cronaca in coloro che gli avvenimenti li hanno vissuti, dato che ne certifica purtroppo anche la non tenera età), è ormai vastissima su qualsiasi argomento. In un testo di SLB, che non ha intenti scientifici esaustivi – come non lo hanno, a leggerli, neppure la gran parte degli altri – qualche citazione mancata penso non sia omissione. Quindi non ho citato – per i motivi che ho precisato più volte – il grande lavoro che ho visto (e seguito personalmente, da vicino) del soprintendente Mario Moretti nel dare la propria indispensabile e fondamentale azione positiva per creare il Museo Archeologico Nazionale (a Civitavecchia e in altre città) e per restaurare e rendere fruibili i complessi monumentali del territorio, di cui poco sarebbe rimasto senza quella azione, tuttavia non seguita da molti riconoscimenti, a Civitavecchia, diversamente da altre città. Ho però riportato correttamente nomi e notizie utili a dare un quadro esatto, veritiero e corretto dell’argomento.
Nella 35^ puntata di questa rubrica, pubblicata per tempo, il 10 marzo corso, auspicando appunto una iniziativa collettiva, unitaria, nell’occasione dell’80° anniversario del primo bombardamento, scrivevo: «Mi aspetto delle risposte e aspetto altre idee ed altre proposte, perché la ricorrenza della “seconda” distruzione della Città veda un’autentica, generale, generosa unità di intenti, in una pluralità ragionata di punti di vista.» Vedo che, invece, non c’è neppure quel richiamare documenti noti per integrarli o aggiornare le notizie all’evolversi degli studi. Senza dire, poi, di incursioni estemporanee che sembrano prive di originalità e scientificità documentate. Anche in proposito, ricordo una durissima reazione di Odoardo Toti che (glielo dissi) era giusta ma eccessiva in quel caso di esternazione dilettantesca per quanto sgarbata. Ora, non vorrei che suonasse offensivo, ma dato che tempo addietro Copernico e Galilei – tanto per far due nomi conosciuti – hanno chiarito autorevolmente e con dati di fatto la questione della centralità nel nostro sistema tra sole e terra, vorrei dire che, senza nulla togliere alla libera e aperta possibilità di confrontare le idee, riportare l’identica opinione in proposito espressa dal pur notissimo scienziato professor Antonino Zichichi – che ho già evocato in altra occasione anni fa – è superfluo e poco utile in un blog tra amici come questo. Eviterei, comunque, proprio per mantenere il carattere di cordiale confronto delle idee, di dichiarare “errori”, “sbagliate” o “ignoranti” le opinioni diverse dalle nostre, attribuite a persone specifiche, per giunta nominate in forma esplicita ed espressa. Ne avevo fatto oggetto di un mio suggerimento .
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