RUBRICA “BENI COMUNI”, 35. 80°

di FRANCESCO CORRENTI ♦

Il 14 maggio prossimo ricorre l’80º anniversario del primo bombardamento di Civitavecchia. Una ricorrenza ineludibile. Come lo fu nel 1993 quella del 50°, che vide tutta la Città impegnata in una serie di iniziative, coordinate dal Comune, nonostante l’assurda tempesta inquisitoria in atto da qualche tempo, con un gruppo di oltre venti persone al lavoro dal mese di ottobre dell’anno precedente e con la creazione, quale atto conclusivo, del volume Obiettivo Civitavecchia 1943-1993, numero speciale del periodico comunale a “OC/quaderni del CDU” di 192 pagine in formato album, con ventidue scritti tra testimonianze e saggi storiografici, l’elenco e l’analisi di tutti i bombardamenti, l’elenco delle 444 vittime civili e militari, la pubblicazione delle fotografie di Giuseppe Scotti e di tutte le 326 foto dei famosi album di Armando Blasi, oltre a fotografie aeree inedite, mappe storiche sullo stato della città e disegni dei progetti delle opere commemorative previste, per un totale di circa 410 illustrazioni. Il volume fu presentato nell’aula consiliare al secondo piano del “Pincio”, presente l’intero Consiglio, tutte le “autorità religiose, civili e militari” (nonché giudiziarie) e tantissimi cittadini, la sera di giovedì 23 dicembre. Ho avuto l’emozionante onore di pronunciare, in quell’aula e in quel clima, la presentazione del lavoro, ricevendo poi dal sindaco una “targa di riconoscenza” con Blasi e Scotti, la Croce Rossa, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale.

Non ho notizia, al momento, di iniziative di commemorazione analoghe a quelle del ’93 da parte dell’Amministrazione comunale, ma so che l’argomento è allo studio, anche in relazione alle manifestazioni promosse a livello nazionale. Immagino che ne stia preparando una propria il “Comitato 14. Maggio”, attivo da diverso tempo sull’argomento attraverso i social. Mi risulta inoltre, per essere stato invitato a dare un contributo, che la professoressa Maria Grazia Verzani Grasso, quale presidente degli “Amici del Fondo Ranalli”, sta organizzando una mostra e un convegno nei locali della Rocca nel porto, ma non ne conosco ancora il programma. Non mancheranno, come già avvenuto nella stessa ricorrenza del 2022, gli importanti coinvolgimenti di cittadini appassionati da parte della “Macchina del Tempo” di Roberta Galletta (con lo spazio de “La Memoria ritrovata” in via Piave), come anche da parte della Casa della Memoria “Angelo Mori” della Società Storica Civitavecchiese, con pubblicazioni e mostre fotografiche, analogamente a quelle curate dall’Associazione Cinefotografica con Port Mobility.

Infine, la “Casa della partecipazione e della memoria” in via Fusco, il nuovo spazio reso disponibile dall’Ater di Civitavecchia dal 29 gennaio di quest’anno in attuazione della rete diffusa di spazi destinati a sedi polifunzionale per attività aggregative, culturali, sociali e formative istituita dalla Giunta regionale con la Decisione n° 13 del 23 aprile 2021, potrà ospitare diversi eventi ed incontri sul tema doloroso e così attuale delle spaventose distruzioni belliche e della spietata violenza sulla popolazione civile.

Questa puntata della rubrica, però, ha una finalità propositiva molto precisa e con un carattere legato al programma di più ampio orizzonte che è stato oggetto di alcuni rapporti alla Soprintendenza di riferimento, tenuti in apposite riunioni dal mese di maggio, nel quadro della collaborazione di cui sono incaricato. Passo quindi ad esporre in dettaglio la mia proposta.

Tempo addietro, ero ancora in servizio, avevo ottenuto che il Consiglio comunale approvasse un ordine del giorno, gentilmente presentato dal presidente Gino Vinaccia, per la ristampa anastatica del fondamentale volume prima ricordato. Una documentazione che sarebbe opportuno consegnare ogni anno ai ragazzi di Civitavecchia in una qualche tappa significativa della loro vita scolastica, a monito e memoria di cosa significa una guerra. Un ritratto eloquente della Città scomparsa e del suo martirio, importante in un momento come questo in cui i telegiornali ci mostrano terribili immagini del tutto simili. Una straordinaria documentazione, come le altre elaborazioni prodotte e conservate dal CDU (non più presso la sede istituzionale, che non si riesce a ripristinare, malgrado le intese sottoscritte) è anche quella della tesi di laurea dell’architetto Giulia Schietroma che, a ottobre 2014, l’autrice volle donare alla biblioteca del penitenziario di via Tarquinia nonché alla biblioteca comunale, senza peraltro ricevere un cenno di ringraziamento da parte del sindaco di allora.

Sento la necessità di riproporre, come in tutte le ricorrenze passate, un’iniziativa unitaria, corale, non frammentata nei singoli assolo, a ricordo della città anteguerra e più antica, con i suoi monumenti e con le sue povere case, con i suoi imperatori, papi e frati, viaggiatori, pescatori e lavandaie, mendicanti, galeotti, orfane e schiavi, perché credo necessario, per il futuro di questa Città, mantenere vivo quel ricordo, celebrando anno dopo anno il triste anniversario, con gesti e fatti che restino materialmente in opere durevoli di pubblica utilità, non limitati ad una stanca “posa” di corone o cippi. Penso ad un percorso tra i due luoghi storici più importanti della Città, un tempo, oggi sviliti dalla stupidità degli uomini, ossia i ruderi della Rocca verso piazza Calamatta e la piazzetta dov’era la chiesa di Santa Maria, tra la torre quadrata dell’una e il campanile dell’altra. Tran le quali padre Raimondo Diaccini, nel 1916, vedeva “l’Anima di Civitavecchia svolgere il canto imperituro della propria grandezza”. Dove oggi disporre alcuni elementi ed immagini evocative di forte impatto visivo, come il Volo di colombe pensato nel 1996 con Ennio Galice, in una specie di “Via Crucis”, con le diverse “stazioni” simbolo del martirio subito. Con un grande tendone militare (messo a disposizione dall’Esercito) in cui esporre le centrotrenta “Foto Blasi” (le più significative delle 326, stampate nel 1993 da Armando Blasi nel formato 30 x 40 e commentate da lui stesso a matita sul retro) che furono usate per la mostra nella platea ancora vuota del Teatro Traiano (allestimento affidato al caro, compianto architetto Maurizio Pascucci), da allora conservate in attesa di poter ripristinare la sede del CDU, il centro di documentazione sulla storia urbana, secondo le intese del programma Prusst. Iniziativa parallela, la ristampa anastatica del volume Obiettivo Civitavecchia 1943-1993, integrato con alcune pagine iniziali di introduzione istituzionale all’LXXX anniversario e alcune pagine finali di postfazione costituite da riflessioni sulla situazione attuale ed un parallelo tra la distruzione di Civitavecchia di allora (con la mappa delle distruzioni di Giulia Schietroma, qui in copertina) e gli orrori attuali della guerra in Ucraina (penso, tra gli altri possibili autori, alla giornalista Francesca Mannocchi, premio Eugenio Scalfari Città di Civitavecchia 2023). Neppure procrastinabile il restauro dei due album di Armando Blasi, dissestati e danneggiati nelle magnifiche rilegature sbalzate in pelle blu con impressioni in oro, per incuria, in una occasione di apertura incontrollata al pubblico dell’Archivio Storico. Restauro che sarà gratuito per il Comune – come promessomi da tempo – da parte dell’Istituto per la patologia degli archivi e del libro, organo di eccellenza del Ministero della Cultura diretto da Aurora Raniolo.

Non aggiungo altro, auspicando – come sempre – che la rubrica sia di stimolo per una discussione a più voci, per altre idee migliorative o anche contrarie. Ne ho fatto cenno spesso, in modo chiaro ma sottinteso. Ma questa volta voglio essere esplicito. Non scrivo questa rubrica tanto per passare il tempo, le mie giornate sono piene da prima dell’alba a circa mezzanotte di molte attività, in gran parte di divertimento (ricerche, disegni, scritti e letture), in parte di convivenza famigliare e di relative cure, il resto le solite incombenze quotidiane di tutti. La rubrica vuole essere un modo di proseguire la mia attività di servizio pubblico nei campi di mia competenza e conoscenza. Adesso, il caso di questo “80°” da non far passare senza che ne resti traccia concreta e duratura, ha come ho detto una valenza tutta speciale che non voglio trascurare. Ma non intendo neppure limitarmi a formulare quelle poche proposte concrete. Mi aspetto delle risposte e aspetto altre idee ed altre proposte, perché la ricorrenza di quella “seconda” distruzione della Città veda un’autentica, generale, generosa unità di intenti, in una pluralità ragionata di punti di vista.

FRANCESCO CORRENTI