Note a margine di un tempo irrisolto
di ROSAMARIA SORGE ♦
Spinta più volte a scrivere anche di altro e non solo di architettura, qualche tempo fa raccolsi l’invito con quel mio articolo sul politicamente scorretto e il politicamente corretto, oggi voglio condividere alcune considerazioni generali che appartengono a mie riflessioni di qualche tempo fa ma che il susseguirsi di eventi personali e no di questi ultimi anni hanno messo in soffitta; in questi anni di lontananza dall’agone politico si sono ripresentate e ve le racconto per come confusamente vivono in me.
Il nostro tempo assiste a uno scontro tra il fronte liberista e il fronte populista ma questo scontro di fatto non porta da nessuna parte. Il fronte liberista ha trasformato tutto in merce riducendo anche i rapporti sociali a logiche economiche deviando dagli insegnamenti originari che le attribuivano un valore morale.
Di questa furia liberista ne è stato anche contagiato il pensiero progressista e di sinistra o almeno di una parte della sinistra che ha fatto sue, in nome della modernità, una serie di istanze che non le appartenevano e che non sono state sufficientemente considerate nelle possibili conseguenze ed implicazioni.
Di contro il fronte populista confonde un buon numero di concetti facendo leva sulla paura delle persone e sulla limitata capacità di analisi della realtà da parte di larghe fette della popolazione.
Ridurre la realtà solo ad economia, la democrazia solo a voto, la politica a risoluzione dei problemi, l’amore al possesso ha già fatto danni incalcolabili.
Il degrado ad esempio di una città non è solo frutto del malgoverno ma soprattutto della mancanza di quel capitale sociale che non riesce a fare da argine al peggio, nello stesso modo la crisi del nostro tempo è il risultato di valori che sono venuti meno perché nella furia di riscrivere nuovi valori abbiamo rinunciato non solo a quelli negativi ma anche a quelli positivi.
Questi due anni vissuti all’interno di una pandemia mondiale hanno incrinato un finto equilibrio e avrebbero potuto rappresentare la spinta ad un cambiamento di paradigma per riconsiderare le scelte fatte fino ad oggi, per ricominciare a sentirsi elementi transitori dell’Universo e coltivare il concetto di autonomia kantiano come strumento di libertà, come capacità di darsi delle regole e fare scelte in sintonia con la Natura.
Ed invece abbiamo assistito, specchio le ultime votazioni nazionali, ad un totale disinteresse per tutti quei temi che mettono l’uomo al centro dei bisogni e che possano definire un traguardo che segni il cammino. Le elezioni regionali hanno solo ulteriormente amplificato il disinteresse della popolazione che fatica a trovare un senso e una spinta alla partecipazione che è diritto e dovere nello stesso tempo.
Un fatto nuovo in tanta oscurità sembra emergere, la vittoria di una donna non usuale alla guida del più grande partito di opposizione. Con molta sincerità mi auguro che abbia la capacità e la forza di rimescolare tutto e principalmente di far tornare prevalenti quei valori che spaventano una parte di quel partito, paura che mi lascia interdetta: lotta alla povertà, salario minimo, diritti sociali, transizione ecologica, migranti, lotta alla corruzione e alle mafie, superamento del Jobs act per citarne alcune. Mi chiedo come possa un partito in cui una parte ha timore di affrontare concretamente questi temi, pensare di sopravvivere. Da più parti c’è un alternarsi di scetticismo e di speranza. Molti sono quelli che pensano che quel partito è irriformabile; io voglio credere nella forza delle donne e voglio crederlo per il bene della sinistra tutta che ci siano concrete possibilità, sperando di non dovere dire come il principe di Salina che hanno cambiato tutto affinché tutto restasse uguale.
ROSAMARIA SORGE
La pandemia è stata la prova generale di cosa può accadere nel tempo della globalizzazione. Subito dopo un altra prova, la guerra.
Di fronte a questi eventi il mondo dovrebbe reagire manifestando con forza questa pericolosa deriva . Mai come oggi il rischio si presenta nella sua assoluta pericolosità. L’apocalisse non e’ più una categoria del pensiero. L’apocalisse si è inserita nell’ordine del possibile.
Eppure tutto sembra “normale”. Come tu dici la responsabilità risiede nell’economia che ha sommerso le coscienze abituandoci ad un virtuale modo di essere che non corrisponde al reale. Il consumismo non è soltanto un frenetico modo di spendere . Il consumismo ha scavato a fondo forgiando un ente del tutto nuovo rispetto al passato. La società del rischio non è basata solo sul fatto di subire la contemporaneità globale degli eventi o di possedere arsenali di distruzione mondiale. La società del rischio ha come elemento sostanziale quello di aver forgiato un uomo inconsapevole tutto interessato a credere che le ombre siano la realtà.
La notizia che la Cina si stia muovendo contro l’occidente e consideri la guerra ucraina un anteprima dovrebbe porsi quale argomento di primissima linea.
Eppure credi che le turbe siano scosse da questo?
Ognuno ha il suo problemino casalingo, il suo partitino da sostenere, la sua squadra da acclamare.
Se dovessimo smettere di sognare le ombre fingendo che siano la realtà noi dovremmo scendere nelle piazze gridando tutti, cinesi, russi, musulmani, ebrei, occidentali. Gridando il più possibile perchè, solo e soltanto perchè l’apocalisse ha guadagnato appieno il suo grado di possibilità perdendo l’astrattezza che l’ha caratterizzata da millenni!
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Concordo!
Bellissima la citazione di Kant per una morale autonoma.
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Condivido la speranza di Rosamaria che l’elezione di una giovane donna alla guida del pd, sia per la sinistra italiana un’occasione di ripresa..
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