MI RACCONTO – (7) 1945 – inizio della vita
di MARIO BENNI ♦
1945 – inizio della vita
Ad aprile inizia l’anno scolastico che finirà a luglio.
La scuola Luigi Calamatta è stata arrangiata solo per le classi del primo piano. Alle finestre ci sono cartoni, senza porte, al bagno due fusti di benzina ed un secchio per l’acqua.
Quella da bere si porta da casa con la borraccia. Si porta anche una gamella o una gavetta con cucchiaio per il rancio portato da soldati americani a mezzogiorno.
Le finestre danno sul piazzale del Pincio, una volta parco della casa comunale,
ora cumuli di macerie e di rottami. Sotto la finestra corre quello che una volta era una fioriera, ora una bella rampa per uscire e rientrare nell’aula attraverso la finestra, cosa che normalmente fanno Buttafoco e Fafoni. Arrivano, posano le gamelle, saltano dalla finestra e via.
Ci rivediamo all’ora del rancio.
Il maestro Della Sala li accoglie mettendoli in ginocchio, la testa fra le gambe, e giù bacchettate sul sedere. Non un lamento dai due, lo prendono come un modo per augurare buon appetito a quello che può essere l’unico pasto della giornata ed il maestro lo sa.
Il maestro ci ha detto di portare il giorno dopo una federa da cuscino.
Il soldato stringe fra le gambe un sacco di tela bianco dal quale estrae una polvere bianca che versa nella “foderetta”. Il maestro ci dice che è latte in polvere e di portarlo con cura a casa.
Latte in polvere?? Io non avevo mai visto mungere dalle mucche il latte in polvere, né dai miei nonni, né nella fattoria di mio padre! In America lo fanno??
Purtroppo la maggior parte di quella polvere bianca finì sui nostri vestiti all’uscita di scuola.
L’Oratorio Salesiano, con l’aiuto delle macchine americane è stato riaperto ai ragazzi.
Sistemato il tetto della chiesa, rimossi i calcinacci dal campo di gioco, ripulite alcune sale dell’oratorio. Il teatro è ancora chiuso.
Facciamo le prime partite a palla di pezza avvolta in una calza di lana, le scarpe vecchie portate da casa, sudando sul campo di polvere di calcinacci.
A fianco dei bagni c’è una fontanella dove a turno ci laviamo la polvere dalle gambe e dal viso sudati.
A casa non sarebbe possibile e molto rischioso.
Il tavolo da ping-pong, anche se spaccato nel centro, si è salvato. La rete è sostituita da un asse di legno quadrato, le racchette di compensato senza manico. Qualcuno se l’è fatta a casa con tavoletta e manico di legno e non la cede a nessuno.
Don Pandolfi è il depositario assoluto delle palline e le consegna solo a quelli che sono andati a messa. È sempre lui che le ripara con l’acetone quando rotte.
<<Donpandò la pallina non rimbalza più bene!!>>
<<Gioca, gioca care belle che la pallina è ancora buona!>> (Donpandò è abruzzese ).
Chiama pallina un bitorzolo che rimbalza dove vuole, ma che rende il gioco più impegnativo.
Il 20 maggio ci sarà la Cresima e Comunione, bisogna prepararsi: catechismo e, l’ultima settimana, il ritiro spirituale, Non più giochi, con alla fine Confessione e Penitenza.
Non avevo ancora nove anni: fu possibile mostrarmi contrito e penitente al ritiro spirituale, ma trovare i peccati proprio non sapevo che raccontare.
Alla fine: atti impuri e disubbidito alla mamma.
Assolto con poche Ave Maria e la raccomandazione di non farlo più, di disubbidire alla mamma!
L’abito della Prima Comunione è quello di mio fratello Gigi, più grande di me di quattro anni, che mia madre ha adattato.
Per le scarpe mi porta dal Sor Vittorio, il negozio più importante di Civitavecchia, perché debbono essere bianche e non sono facili da trovare.
Cerimonia nella chiesa dei Salesiani, bambini emozionati.
La Cresima, con mio nonno Domenico padrino, la celebra il Vescovo: formula di rito e schiaffetto.
Foto ricordo allo studio Soprani: nonno seduto che guarda al suo fianco un bambino buono.
Mia madre vuole celebrare la Prima Comunione di Mario con qualcosa di speciale.
Riesce a trovare al mercato nero un chilo di zucchero in cambio di tre chili di farina.
La farina per lungo tempo è stata la moneta di scambio con la quale mia madre si è approvvigionata del necessario per la casa, dal sapone al filo da cucire.
Uova e latte li abbiamo in casa e con lo zucchero nasce un bel ciambellone con il quale onoriamo la Prima Comunione di Mario.
La domenica successiva mia madre: <<Mario oggi vai ai Salesiani con il vestito della cerimonia. Mi raccomando non lo rovinare e non giocare a pallone con le scarpe bianche, che si sporcano!!>>.
Vado alla Messa tutto compunto e faccio la comunione con i grandi.
È una bella mattina di maggio, i miei amici hanno fatto i capi e stanno giocando a pallone.
Il pallone è di gomma nera pesante.
Qualche anno dopo, quando sono diventato ingegnere chimico e mi interessavo di pompaggio dei prodotti petroliferi da un deposito all’altro con le pipeline a diversi chilometri di distanza, ho scoperto che quelle palle di gomma nera si utilizzano nella sala pompaggio per separare un prodotto petrolifero da un altro. Per esempio benzina da gasolio.
Nel maggio del 1945 “Donpandò” come hai fatto a trovarle?
<<Don Bosco ci aiuta e protegge sempre!!>>.
Mi sono messo a fianco della porta a seguire la partita dei miei compagni.
Un tiro fatto da fuori area indirizza il pallone verso di me.
Reazione inconscia, di destro lo respingo in area.
La scarpa bianca si spezza in due,le suole sono di cartone!
<<Mamma vedi , le scarpe non le ho sporcate, ma si sono rotte!>>.
Bello!❤️
"Mi piace""Mi piace"
Struggente, poetico, VERO!
Grazie
"Mi piace""Mi piace"
Mario, struggente anche per me!
"Mi piace""Mi piace"