Grande narrazione minima

di PATRIZIO PAOLINELLI

È finita la fine delle ideologie. Ma la fine di una fine non è morta invano. A suo tempo ha assolto egregiamente il proprio compito: occultare l’ideologia dominante col mantello di un tramonto generalizzato delle ideologie. Qual è stato il colpo di genio? Non sbandierare la vittoria dell’ideologia liberale sulle altre (socialismo, corporativismo, comunitarismo, dottrina sociale della Chiesa ecc.) e nascondere accuratamente il successo. Non ha vinto nessuno perché non c’è più nessuno. E se anche c’è qualcuno si tratta di spettri che si aggirano nella notte della storia.

Spente tutte le luci la fine delle ideologie non serviva più. Anzi era meglio non parlarne casomai a qualcuno fosse venuto qualche dubbio. E posto dinanzi a una simile dichiarazione – le ideologie sono tramontate – il ventenne di oggi non capirebbe la necessità di impegnarsi in discussioni. Tramonto delle ideologie? E allora? Non abbiamo altro a cui pensare? Per esempio, la rivoluzione tecnologica?

La tabula rasa di ogni prospettiva ideologica presenta però un’inconveniente: il nichilismo. Nel nulla potrebbe essere che si sia spinti a non fare nulla. Perché correre tutto il giorno se non si ha una meta? Il rischio di ritrovarsi una società di sfaccendati che non producono e non consumano è alto. Ed ecco che nel buio pesto qualcuno ti mette in mano una bussola per evitare di scivolare nell’abisso e incamminarti verso una nuova luce: la democrazia.

Ma cos’è la democrazia? Una narrazione tanto minima quanto efficace. Primo, il sostantivo va ripetuto su tutti i media, tutti i giorni, 24 ore al giorno e omettendo che si parla di democrazia liberale. Sennò tornano le ideologie. E come si fa, visto che sono tramontate? Meglio evitare. La parola democrazia va allora reiterata per quel che è: lo slogan pubblicitario di un prodotto che produciamo solo noi occidentali, gli altri non sono capaci. Secondo, democrazia significa libertà. Libertà da cosa e per fare cosa sono dubbi da evitare. Libertà di consumare e consumarsi sono certezze da praticare. Terzo, la democrazia è sempre in cerca di nemici, che sono esseri mostruosi, subdoli, crudeli e in quanto tali vanno annientati. Quarto, la democrazia è il bene, tutto il resto è il male. Quinto, il lieto fine ci attende. E per quanto lieto sia sempre di una fine si tratta. Cosa ci racconterà la prossima fiaba?

PATRIZIO PAOLINELLI

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