Canone americano

di PATRIZIO PAOLINELLI

Una parte significativa della produzione cine-televisiva made in Usa si articola su quattro elementi: sangue, sesso, soldi, semplicità. Combinando nelle più diverse maniere questi elementi si ottiene un’inesauribile serie di titoli passati, presenti e sicuramente futuri.

Il sangue. Sugli schermi scorre a fiumi e il pericolo di lasciarci le penne è sempre dietro l‘angolo. Quante volte abbiamo sentito gridare: “Moriremo tutti!”. E in effetti un sacco di gente muore, tranne l’eroe della storia. Le innumerevoli ore di combattimenti e violenze a cui ognuno di noi ha assistito sin da bambino esorcizzano la morte fabbricando personaggi invincibili: gli immortali dietro lo schermo consolano i mortali fuori dallo schermo. I quali procedono a palesi immedesimazioni facendo la fortuna di tante industrie.

Il sesso. È la forma di divertimento più a buon mercato: se la possono permettere tutti. Perché gli schermi non dovrebbero sfruttarla? In numerose produzioni ha fatto coppia fissa con il sangue mantenendo comunque un ruolo distinto, magari in nome dell’amore. Col passare del tempo il sesso è diventato sempre più esplicito eguagliando la rappresentazione della violenza. Oggi il porno-soft destinato al grande pubblico non scandalizza più nessuno tanto che l’effetto novità si sta esaurendo. La separazione tra sesso e sangue diventa sempre più sfumata ed ecco entrare in scena eroine che a colpi karate superano mille peripezie.

I soldi. Sono una delle missioni di tanti intrecci narrativi. Rappresentano il potere. Perciò anche laddove l’obiettivo è salvare la nazione o liberare ostaggi è sempre l’ordine che va ripristinato: l’ordine sociale statunitense. I soldi possono essere rubati da criminali più o meno simpatici o recuperati da eroi che conquistano il pubblico. Il principio è di tipo morale: ripristinare la legge grazie all’abilità e il sacrificio dei suoi tutori.

La semplicità. Consiste nella cultura adrenalinica. I protagonisti si lanciano allo sbaraglio, corrono e rincorrono senza sosta. Non c’è tempo per discutere. Discutere cosa? Sullo schermo e fuori dallo schermo le regole del gioco sono oggettive, impersonali, immodificabili. La rapidità è la risposta migliore a ogni situazione. Un fare senza pensare che cristallizza la rappresentazione di una società dove tutto cambia affinché niente cambi.

PATRIZIO PAOLINELLI

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