BANALMENTE DIFFUSI SONO I FIORI DEL MALE
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
Carie corrosiva delle mie ossa.
Confesso a Dio onnipotente: io sono invidioso di un mio simile!
Del suo successo.
Della sua esistenza, della sua vita,
Demente vivo la sue gioia.
Lacerato assisto alle sue glorie, piango i suoi sorrisi.
Godo del miele che assaporo quando una qualche critica lo raggiunge.
Lecco la fanghiglia viscida della sua pronta ripresa.
Ieri l’ho incontrato !
Ieri, giorno nefasto.
Di getto mi sono complimentato con lui. Sono riuscito a dire ciò che il mio cuore più avversava.
Ho riconosciuto, tribolando il suo valore.
Ho trangugiato il fetido suo sorriso avido di appagamento.
Ahimè, ho sopportato l’abominio riconoscendo a lui stesso… il merito.
“Credimi, sei stato molto bravo. Penso veramente che tu sia il migliore, complimenti, credimi, davvero, credimi.”
Dunque, una definitiva liberazione?
Non ero io a parlare. Avevo solo affidato ad un osceno attore partorito dalle mie viscere, la dannata scena.
Ora solo , ora solo posso vomitare ciò che penso. Io odio, io detesto, disperatamente rifiuto che lui sia migliore di me.
La sua mortale disfatta è la sola speranza che potrebbe esaltarmi e placare la mia pena.
Sempre più io m’ incarognisco nel più atroce dei risentimenti: perché lui e non io!.
Vivo ogni istante nell’attesa del suo insuccesso, di un cedimento, una critica, una sottile mancanza.
Perché volgare gente lo sostieni ?
Perché debbo essere circondato da maledettissimi esseri incapaci di percepire il mio valore?
Questa caina energia che un Dio Satanico mi concede io la consumo come unico alimento di vita
Avido,voglioso mai appagato,io annego giorno per giorno, attimo per attimo, in questo melmoso sentimento che, oltretutto, non posso esibire.
E non posso esibire perché ancor più sarei oggetto di discredito.
Maledettamente, queste righe che scrivo dovranno essere distrutte perché nessuno deve comprendere ciò che io provo nel fondo dell’anima.
Io invidio!! Ma non posso che esibire l’opposto.
Odio, ma debbo esibire il mellifluo sorriso.
Questo è…… l’inferno!
. . .
E’ il mio inferno un luogo isolato?
Se hai un po’ di curiosità, tu che mi leggi, potrò dirti di non essere un lupo solitario. Certo, tu ti affretterai ad indicare classici esempi pubblici a tutti noti in queste ore. Additerai Conte e Salvini e la Meloni fra i tanti della ciurmaglia avversa a Draghi ed al benessere del Paese. Ma….pensi di aver risolto ricorrendo alla sola politica? Alla sola banalità della politica?
Perché?
Dovrai fare uno sforzo, se curiosità ti sollecita. Vai ai Fiori del Male. Scova all’inizio la parte indicata “Al Lettore”. Vai agli ultimi tre versi .Leggi. Rileggi. Manda bene a mente, parola per parola.
Se hai fatto questo allora,ti sarà facile comprendere perché io mi senta così affollato nel luogo in cui ora giaccio!
CARLO ALBERTO FALZETTI
Molto efficace. Probabilmente l’invidia è uno degli argomenti che riguardano l’animo umano che è stato meno affrontato, che viene più sottostimato e sottovalutato nel suo potere distruttivo e autodistruttivo, poiche è “l’unico vizio senza piacere”. È solo “potenza dell’impotenza”. Il giorno in cui si riuscirà a dichiarare la propria invidia come si ammette, non so, la scarsa autostima, l’uomo farà un gigantesco passo in avanti.
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Carlo mio fratello, ipocrita lettore.. Non ricordo bene tutto ma la provocazione (anche in senso etimologico) di quella Dedica è straordinaria… Antirussoniana e “maledettamente” moderna. Il tuo ritratto dell’invidioso è invidiabile!!! Riconosco che invidio la tua capacità di letteraturizzare le tematiche più scottanti!!! 😝😘
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Ipocrita lettore, mi sembra Tremonti che parla di Draghi, l’invidia e il livore trasuda da ogni sua parola!
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” Il mio nome è Legione”. Luca.
Io desidero l’ aggressione dell’altro sia verbale che fisica, ma, banalmente, non ne sono capace: provo invidia, ma , banalmente, mi nascondo dietro ad un potente.
Quella di Carlo Alberto, invece, non è solo pro-vocazione, ma per-versione, un eccesso di trasgressione. Forse il ” fuoco”, le tentazioni di Santo Antonio, le tentazioni del demonio, lo hanno condotto, come in Baudelaire, al cruento.
Misero, non sa che noi, presi in un vortice ripetitivo di melliflui sorrisi di invidia, nemmeno ce ne accorgiamo, siamo immersi nella melma…
Baudelaire ha capito tutto
Carlo Alberto ha capito tutto
Come la noia, l’indifferenza, anche l’ invidia è il peggiore dei vizi.
Ma la critica è” incomunicabile” agli invidiosi che non sanno di essere tali.
Ed il critico sa che non può fidarsi nemmeno di se stesso.
Tuttavia un barlume, un accadimento può portare ad una svolta improvvisa e riconoscersi tra i molti che popolano il Blog:
” Ma allora sono Io!”
Con luciferina stima
Paola.
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