“AGORÀ SPORTIVA” A CURA DI STEFANO CERVARELLI – SPORT E SENTIMENTI (Seconda parte) Il papà di Ornella

di STEFANO CERVARELLI ♦

“Ma questo professor Vespa non ha proprio niente da fare! Tu pensa, ora si è inventato il calcio femminile!!”

Il padre di Ornella gettò il giornale sul divano, accanto a sé e si preparò ad andare a tavola. La ragazza capì da queste poche parole che per lei il mondo del calcio sarebbe rimasto chiuso, ma non perse completamente le speranze e ci provò lo stesso.

Quando la famiglia poco dopo si ritrovò unita intorno al tavolo, lanciò la sua domanda: “Papà, tu sai che a me piace il calcio, mi piacerebbe iscrivermi alla leva, mi ci mandi?”.

La risposta arrivò tagliente, dando l’impressione che il padre si aspettasse la domanda ed avesse già preparato la risposta: “Non ci pensare nemmeno. Tu adesso devi solo studiare e farti una posizione, altro che il calcio!!”.

“Papà, ma a me piace, non faccio niente di male e poi a scuola, lo sai, sono sempre andata bene”.

“Quest’anno fai il terzo, è più impegnativo”.

“Ma…”

“Niente ma, togliti dalla testa questa idea; oltretutto ti ci vedo proprio a correre dietro ad un pallone in calzoncini”.

“Ma Ornella è brava” intervenne il fratello più piccolo.

“Tu pensa a mangiare ed a non intrometterti in discorsi che non ti riguardano, se vuoi continuare ad andare all’oratorio”. Il ragazzo non parlò più.

Ornella riprese a dire con tono più accorato: “Papà, almeno fammi andare in palestra la sera, durante il primo periodo quando si fa la preparazione atletica, poi a primavera si vedrà, se non avrò problemi con la scuola continuerò, altrimenti te lo prometto lascerò”.

“Non si vedrà un bel niente, inutile andare in palestra, sarebbe tempo perso, tanto tu a giocare al pallone non ci andrai, non ne voglio parlare più, ho detto che devi solo pensare a studiare”.

Ornella cercò lo sguardo della madre che, china sul suo piatto, non disse una parola.

Mentre stavano mangiando la frutta il papà di Maria disse: ”Giorni fa ho visto i manifesti di quella leva di calcio e poi oggi ho letto un articolo in cronaca. Però: ne ha di coraggio quel professore Vespa!”

“Cosa ne pensi? “gli chiese la moglie.

“Beh, ti ho detto che ha coraggio e spirito d’iniziativa. Ricordi quando aprì la palestra? Era la prima nella nostra città e dicevano che non avrebbe avuto successo, che avrebbe chiuso quasi subito perché era un’idea troppo”avanzata” per Civitavecchia ed invece eccola lì che lavora a pieno ritmo; ci va anche un mio collega, che mi ha detto a questo proposito che oltre a far ginnastica vi si svolgono corsi di danza e judo. Senza dubbio Vespa è una persona che sa veder lontano e credo che anche questa volta abbia avuto una buona idea. Sarà importante vedere come risponderà la città ed in particolare naturalmente le ragazze” concluse il papà di Maria.

 La ragazza incoraggiata da queste parole  chiese:”Papà  mi ci mandi?”.

“Dove?” rispose il padre, facendo finta di non aver capito.

“Alla leva di calcio!”

“Ti piacerebbe?”

“Moltissimo”.

 “Non sapevo che tu sapessi  giocare a calcio”.

“Infatti non so giocare”

“Allora?”

“La mia amica Ornella dice che potrei essere un buon portiere”.

“Caso mai una buona….portiera!” precisò la madre e scoppiarono a ridere.

*****

Nel pomeriggio le due ragazze si ritrovarono per andare a fare la solita passeggiata e naturalmente la prima cosa di cui parlarono fu la risposta ottenuta a casa dai rispettivi padri.

“Te l’avevo detto – disse Ornella – che non  avresti incontrato difficoltà”.

“Tu – rispose Maria –  non devi scoraggiarti, vedrai può darsi che tuo padre quando……”.

“No, è inutile sperare, non mi voglio illudere”.

“E’un vero peccato! Tu sei brava, sai giocare!! A tuo padre questo lo hai detto?”

“Certo, ma cosa vuoi che gli importi! A lui interessa solo che vada bene a scuola, mi faccia una buona posizione e che un giorno sposi un bravo ragazzo. A proposito oggi mi ha telefonato mia cugina Paola, anche lei vuole iscriversi alla leva”.        

“Sono contenta – affermò Maria – Paola non dovrebbe avere i tuoi problemi. Anche se purtroppo ha perso il papà da piccolina,  la mamma, nonostante sia rimasta vedova e debba seguire da sola la famiglia, ha sempre avuto fiducia in lei, nelle sue scelte essendo stata d’altra parte ripagata dal comportamento di Paola, una ragazza eccezionale”.

“E’ vero – replicò Ornella – e poi Paola fisicamente è anche portata per lo sport. Da poco ha trovato lavoro come segretaria presso un notaio, ma questo non sarebbe un ostacolo. Piuttosto il problema è un altro…… si tratta del suo fidanzato ….!”

“Ivano?! E perché? Cosa vuole?”      

“Ce lo dirà lei stessa,  tra poco ci vediamo davanti alla Standa.”

“…..Incredibile. Ivano geloso che tu vada a fare calcio! Chi l’avrebbe mai detto!” – disse Ornella.

“Già – rispose Paola – non me lo sarei  mai aspettato, eppure sa quanto gli voglio bene.”

Intervenne Maria: “Ma te lo ha detto lui che è geloso?”

“No – rispose Paola – non lo ha detto chiaramente, ma da come ha reagito quando gli ho comunicato la mia intenzione,… non ci vuole molto a capirlo”.

“Però, ti vuole bene anche lui” – disse Maria.

Paola replicò” ma l’amore, il bene significa anche fiducia, in fin dei conti cosa faccio di male se desidero fare sport? Per di più ho la possibilità di fare il calcio che a me è sempre piaciuto”.

“Il vostro è un vizio di famiglia!” disse ridendo Maria.

“Mia madre – riprese Paola –  mi racconta che da piccola lasciavo da parte le bambole per giocare con la palla, prendendola a calci, forse perché così vedevo fare a mio fratello più grande e quando andavo all’oratorio con lui mi divertivo a fare i tiri in porta”.

“Paola – disse seccamente Ornella – e se Ivano  ti mettesse davanti all’alternativa  o lui o il calcio che faresti?!”

Paola si girò verso la cugina guardandola come colta di sorpresa dal pensiero di una simile eventualità. Non rispose subito e poi disse: ”Sai Ornella, a questo non avevo pensato,  tu credi che Ivano possa fare una cosa simile?”

“Spero di no” – replicò Ornella –  ma….”- voleva continuare a parlare, ma Paola la interruppe.        

“Guarda, è vero, a questo non avevo mai pensato, ma ti posso dire con certezza che la sola idea di un ricatto mi fa rabbrividire. Non lo considererei affatto un gesto d’amore, bensì un vero e proprio atto di egoismo, di comando, quasi di “padronanza” e allora ti dico che a quel punto non avrei dubbi: sceglierei il calcio”.       

Intervenne Maria:” La scelta è solo tua, Paola, l’unica cosa che voglio dire è che se una persona cede una volta stai pur certa che dovrà cedere tante altre volte …”

“Linguaggio duro il tuo” – disse Ornella – mi sorprende ,quasi”.

“Ma è così – aggiunse Paola – l’amore, quello vero,  non è proprietà  ma comprensione, rispetto e fiducia. In fin dei conti io a lui non ho fatto storie quando è andato a giocare a calcio fuori Civitavecchia, anzi l’ho incoraggiato”.

“Pure questo è vero” – sussurrò Ornella -“Comunque quello che stiamo facendo sono solo supposizioni. Come siete rimasti?”

“Niente. Ne riparleremo. Per adesso, comunque, inizierò gli allenamenti in palestra”.

STEFANO CERVARELLI

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