Un bisogno che non so 

di LUCA GUERINI

Immaginate di fermare dieci persone per chiedere loro cosa vorrebbero vedere a teatro: dodici vi direbbero che vogliono ridere, che vogliono una di quelle commedie assurde in cui possono staccare il cervello dai problemi quotidiani. Dopo due anni bui in cui abbiamo sperimentato la solitudine, il dolore, la presenza della morte nella nostra vita, è legittimo che dopo aver mangiato tanta carne si abbia voglia di pesce. “Guerini, vuol negare che dodici intervistati su dieci sceglierebbero il comico al tragico?”. Non sono il primo ad immaginare una disputa tra i due generi, ci ha già pensato Woody Allen e anche qualcuno duemila anni prima di lui, né intendo proporvi arringhe in difesa del pianto o della risata. Sicuramente quello che abbiamo passato ci ha costretti a resettare la nostra vita, ci siamo trovati catapultati in un cambiamento epocale che avrebbe avuto bisogno di decenni per essere assimilato ed ora è compito degli Artisti leggere ed interpretare le mutazioni della società. Non si tratta di sproloqui o sofismi se poi il ”Sistema teatro” è imbrigliato in un business dello spettacolo. Così vai di standup comedy, cabaret, musical e il dialettale che non manca mai… La gente vuole ridere, ma inconsapevolmente ha bisogno della tragedia, mi sono accorto di questo nelle prime date della nostra tournèe estiva. Il teatro tragico antico era infatti anche rivolto a creare una società, una comunità, una partecipazione emotiva vera dello spettatore a quello che di finto avviene sul palcoscenico. Siamo diventati probabilmente troppo individualisti, schivi nei rapporti sociali e preferiamo il divano al doverci vestire, uscire di casa, trovare parcheggio per avere più o meno quello che si ha premendo un tasto del telecomando. Più o meno. Non può essere uguale lo spettacolo dal vivo alla riproducibilità tecnica di un audiovisivo ed ha un effetto emozionale che vi porterete dietro (in senso positivo, ovvio). Il pubblico ha bisogno dello spettacolo drammatico per ricreare quel senso di comunione e società che, secondo me, è venuto a mancare. Nessuno qui vi augura di ‘’non passare una bella serata’’, ma di ricordarvi che dopotutto l’uomo è ancora un animale sociale altrimenti sarà già diventato poco più di una macchina incapace a vivere emozioni e a stare con i suoi simili.

LUCA GUERINI

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