IL POZZO DELLA SOLITUDINE

di CARLO ALBERTO FALZETTI

23 febbraio

Andrea, passeggiavi ieri al crepuscolo lungo il viale e ti incamminavi verso il Forte. Ero lì per il caso o forse perché una misteriosa energia mi guidava?

Ho tentato di seguirti. Avrei voluto fermarti. Il cuore trasaliva il mio petto al solo pensiero di stringerti la mano. Ma il pudore mi ha bloccato, il timore che quel momento di viva ebbrezza avrebbe potuto infrangere quel rapporto appena nato.

Dunque, mi limito, disperata, a dialogare col mio Diario scarlatto e nulla più chiedo.

Da tempo il dubbio si è impadronito di me. Lo sguardo tuo, quando ci incontrammo a casa di Emma, mi trasmise un sentimento che andava oltre la semplice cordialità. Quando mi parlasti delle cristallizzazioni dell’amore stendhaliane io assertivo innocente preda dei tuoi ragionamenti  che io percepii subito come promessa di  compiacenza reciproca. Mi sbagliavo?

15 marzo

E’ avvenuto ciò che doveva. I tuoi occhi mi hanno parlato ed io ho ascoltato. Le tue mani  si sono incrociate con le mie e le nostre dita hanno potuto dialogare danzando. La disperata speranza  ha di colpo ceduto il posto alla gioia.

Tu sei il punto luminoso verso cui tutte le cose convergono ! (questa frase ampollosa l’ho raccolta dalla Educazione sentimentale). Una esagerazione? Una follia? Posso ben dirlo . Certo, la follia! Il dominio umano naviga entro il mare della Ragione ma la Follia è la patria degli déi. Trovi tanto drammatico che  a volte l’umano riceva questo dono divino?

Andrea, la Follia ha preso possesso del mio io. Tu sei la mia parte mancante. Il nostro amore è riunificare ciò che era unito un tempo. Il simbolo!  Il Fedro è il testamento del nostro amore. Andrea non perdermi….

4 aprile

Non ho certezza. Sono in un limbo. Ti sento vicino  ma la passione non è satura. Dirti “ti amo” sembrerebbe un “modo” affermativo, qualcosa che ha a che fare con il reale. Andrea, io dubito sempre più che sia questo il vero modo. Il mio “Ti amo” appartiene al modo ottativo: semplice speranza, desiderio incompiuto, pura potenzialità. Non mi sei vicino. Mi inganno.

Ricordi quando ci inebriammo di Margherita e dello Speculum? Ricordi come ella definiva lo Spirito? Tu ti soffermasti su quella coincidenza degli opposti che così bene definiva Dio: le longprés, il lontano-vicino, ciò che è e non è. Voglio essere oltre il limite e rasentare la blasfemia se paragono questa definizione con il nostro rapporto: tu sei il mio lontano-vicino!

Credimi Andrea, io confesso la mia pura umiltà. Umiltà significa riconoscere il dominio della necessità, il dominio delle cause naturali. Il mio amore mi governa, è sottomissione alla necessità. Io non posso non amarti!

Avverti quanta contraddizione mi sovrasta?

 

28 aprile

Santa Fermina ! Ho potuto fissare lo sguardo su di te. Eri dall’altra parte della strada. Gli occhi si incrociavano e tu rispondevi ai miei sorrisi.   

 

20 maggio

Forse hai  la ragione dalla tua parte. L’intensità della passione mi costringe a non esserti  estranea  e tento ossessivamente di essere come tu desideri che io sia. Ma, questa immedesimazione è, come tu dici, una alienazione che mi umilia. Sono andata a scovare quella pagina di  Umano troppo umano come mi hai indicato: lo specchio s’è infranto  ed io mi sento sciolta in te. E ciò è un male ma….

Potrei uscire da questo inganno? Lo credi?

10 luglio

Il perbenismo!

Hai timore. Lo so bene.

Il pensiero  di essere messi a nudo. Il terrore sartriano di essere spogliati di fronte agli sguardi golosi dell’altro. La nudità dei nostri sentimenti scrutata dall’occhio petulante del prossimo.

Andrea, io ho superato tutto questo. Vorrei gridare al mondo il nostro amore. Vorrei godere nel dare scandalo. Vorrei baciarti di fronte sfidando il pudore meschino della folla.

Io non arretro. Le donne che mi detestano, i loro occhi pungenti, i loro occhi , le mani che s’agitano, le loro voci……. Tutto così terrificante.

 Gli uomini non possono farmi del male. L’odio femminile mi punge nell’intimo: Che cosa sanno del mio corpo? Che cosa? Sono felice e, allora? Maledizione!

Da un lato c’è il mondo di “ciò che deve essere” e dall’altro? Dall’altro c’è la possibilità di evitare la trappola mortale del perbenismo borghese! C’è la libertà!

10 settembre

Ho iniziato a scriverti con regolarità. Scriverti è come toccare il tuo seno, il tuo collo, i tuoi capelli. Lo scrivere è una delle piccole strategie per  sostenere il distacco. Come l’uso della stessa crema, dello stesso olio da bagno, come lo scambio del regalo, come ascoltare la stessa musica, come leggere lo stesso libro, come indossare quel particolare pigiama.

Piccole cose , gesti che mi mancherebbero tremendamente se rifiutassi di farli. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto tu poni nel pozzo profondo della mia solitudine un raggio.

Immortale Afrodite…. tutto ciò che il mio animo brama per me si avverì, avveralo tu , sii tu la mia alleata.   

 

CARLO ALBERTO FALZETTI

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