“Terra oltre mare”.
Intervista a GIUSEPPE BOMBOI a cura di MATTEO VECCHI ♦
In attesa del tuo quarto romanzo che uscirà a settembre, vorrei parlare con te di un romanzo che hai scritto qualche tempo fa ma che ancora si ripropone come attuale e che continua a suscitare interesse. Parliamo di “Terra oltre mare”. Lo hai pubblicato nel 2015, giusto?
Sì, il romanzo ormai ha qualche anno, ma sono contento che sia sempre argomento di discussione. Qualche mese fa, la Scuola Media di Santa Marinella mi ha invitato per parlarne, gli studenti hanno letto dei brani e poi mi hanno intervistato. È stato davvero emozionante.
In precedenza, anche l’Istituto di Istruzione Superiore Guglielmo Marconi di Civitavecchia mi aveva invitato per un’intervista.
Trovo molto stimolante il confronto con i ragazzi anche perché il libro è rivolto soprattutto alle nuove generazioni.
Recentemente ho saputo che anche l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e l’Associazione Nazionale Carristi d’Italia vorrebbero realizzare dei progetti legati al romanzo…
Come mai hai scritto questo libro?
“Terra oltre mare” è stato il primo romanzo che ho scritto.
Mi sono ispirato alla vita di mio nonno per creare un romanzo storico che toccasse i temi dell’emigrazione italiana a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, il fascismo, l’antifascismo, le guerre mondiali… Sostanzialmente il romanzo copre un arco di tempo rilevante che va dagli ultimi anni dell’Ottocento al Secondo Dopoguerra.
Tuo nonno?
Mio nonno, il Cavalier Bomboi, ha avuto un importante ruolo storico locale: Presidente della sezione di Santa Marinella dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, promotore dell’autonomia comunale di Santa Marinella.
Era figlio di un partigiano e ha anche vissuto a Civitavecchia per molti anni.
Reduce dalla Campagna del Nord Africa, aveva combattuto a Tobruk e a El Alamein… Una vita intensa e piena di viaggi la sua.
Alcuni anni fa l’amministrazione comunale di Santa Marinella ha dedicato un Largo alla sua memoria accanto a La Passeggiata.
In quell’occasione sono stati letti dei brani tratti proprio dal mio romanzo “Terra oltre mare”.
I racconti dei nonni…
I racconti dei nonni sono uno dei pezzi più belli della nostra vita. Chi ha la fortuna di “vivere i nonni” non potrà mai dimenticare le loro storie, le loro vite.
Possibile avere più dettagli sul romanzo?
Certo! C’è un interessante video-trailer del romanzo realizzato in collaborazione con l’editore e visibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=G3LVgzrU6as
Come è andata per la pubblicazione?
Oltre all’editore, Prospettiva editrice, fu determinante il ruolo della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, in particolare del Dott. De Paolis. Al tempo, mi aiutarono molto il Dott. Angeletti, che purtroppo è venuto a mancare qualche anno fa, e il Dott. Iengo.
Sei stato soddisfatto della pubblicazione?
Nel 2017 ho vinto il Terzo Premio De Cia per la narrativa. E’ stato emozionante andare a Lucca per ricevere il Premio. Ma ancora più emozionante è stato ricevere lettere e messaggi da parte di persone, soprattutto sconosciute, che avevano trovato piacere nella lettura e volevano comunicarmelo.
Hai scritto altri libri?
Sì, nel 2017 ho pubblicato un altro romanzo storico, “Radici d’ulivi” e, nel 2010, avevo pubblicato una raccolta di poesie, “Vento e polvere”.
Hai nuovi progetti in cantiere?
A settembre uscirà il mio quarto libro, “Vita senz’anima” edito da Bertoni Editore per la collana Schegge, diretta dallo scrittore e musicista, Anthony Caruana.
Si tratta di un altro romanzo storico?
No, questa volta si tratta di un romanzo che affronta il tema delle demenze, in particolare, della malattia di Alzheimer.
Puoi anticiparci qualcosa?
Il protagonista è un anziano docente di italiano, greco e latino la cui formidabile memoria viene sgretolata lentamente dalla malattia di Alzheimer. La tecnica narrativa è simile a quella già utilizzata nel mio secondo romanzo, “Radici d’ulivi”: i vari capitoli offrono il punto di vista di diversi narratori, ovvero il protagonista, sua figlia e differenti personaggi che compaiono lungo il suo travagliato percorso sanitario.
Come mai questo tema?
Sono un medico, un neurologo e mi occupo di demenze e di malattia di Alzheimer da quando avevo poco più di vent’anni. Questo ultimo romanzo è un modo per ringraziare i miei pazienti che mi hanno insegnato tanto. Adoro i racconti degli anziani, i loro ricordi. Soffro con loro quando la memoria inizia ad essere smantellata. Così ho deciso di raccontare in un’unica storia le migliaia di vite che ho incontrato. Un romanzo riesce ad arrivare là dove le pubblicazioni scientifiche non possono giungere e rende vivo il concetto di “apprendimento attraverso la sofferenza”, cioè la celebre sentenza di Eschilo “πάθει μάθος” su cui ho fondato la mia professione.
Hai effettuato anche pubblicazioni medico-scientifiche?
Sì, varie. L’ultima pubblicazione a maggio scorso, un “case report” su un terapia per la malattia di Creutzfeldt-Jakob, che è stata pubblicata su una rivista internazionale.
C’è un filo conduttore che lega tutte le tue pubblicazioni includendo ovviamente i tuoi romanzi?
Sì, la memoria. La memoria intesa non solo nella sua accezione scientifica di funzione corticale superiore, ma anche nella sua meravigliosa sfumatura romantica di “ricordo dei tempi passati”. Come ha scritto Márquez, “la vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.”
Memoria che però può essere soggetta a modificazioni. Il passato può essere revisionato, la nostra mente può essere distrutta da malattie degenerative come la malattia di Alzheimer, giusto?
Esattamente. Non resterà nulla di noi, siamo “polvere aggregata e viva” in un universo forse sconfinato, ma finché ci sarà il genere umano sarà importante ricordare il passato.
Citando Isabel Allende, “la scrittura per me è un tentativo disperato di preservare la memoria. I ricordi, nel tempo, strappano dentro di noi l’abito della nostra personalità, e rischiamo di rimanere laceri, scoperti. Così scrivere mi consente di rimanere integra e di non perdere pezzi lungo il cammino.“
Grazie Giuseppe!
Grazie a te!
MATTEO VECCHI
Storia come memoria, memoria come storia rivissuta.. Il tuo materiale narrativo appartiene al filone letterario più interessante per il lettore che può riconoscersi nel racconto e co-creare con l’autore(come diceva Balzac). Complimenti!! 👏👏
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Comprerò sicuramente il libro Terra oltre mare, mi interessa, Sono un’autrice pubblicata da Prospettiva editrice e sono molto interessata al recupero storico della memoria.
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