RUBRICA – “BENI COMUNI” – 12.  CONCORSO A.N.P.I. PER RIQUALIFICARE L’AREA DEDICATA ALLE VITTIME DEI BOMBARDAMENTI DEL 14 MAGGIO 1943 e SEG.TI

a cura di FRANCESCO CORRENTI ♦

Finalmente, il giorno di mercoledì 18 maggio, alle ore 10 della mattina, a Civitavecchia, al Comune, cioè nel Palazzo Comunale del Pincio, a piano terra, nel foyer dell’Aula Consiliare “Renato Pucci”, accessibile dalla Piazza Pietro Guglielmotti, aperta a tutti, sarà inaugurata la Mostra delle idee per la riqualificazione ambientale e funzionale dell’area antistante la lapide dedicata alle Vittime dei bombardamenti del 14 maggio 1943 e successivi, ossia lo spazio della piazzetta dietro la cattedrale di San Francesco, all’angolo tra Via Giuseppe Mazzini e Via Gorizia, oggetto del Concorso pubblico indetto nel 2019 dall’A.N.P.I. e concluso con il lavoro della Commissione istituita per esprimere alcune valutazioni in relazione alle ipotesi operative contenute nel bando.

Gli Autori delle opere illustreranno il loro pensiero e i Cittadini (nella più ampia estensione della parola) potranno esprimere le proprie preferenze. Una buona occasione per parlare insieme della Città e della sua Storia, della guerra, delle Vittime incolpevoli, della necessità di partecipare alla vita della Città, di contribuire a migliorare lo spazio pubblico e i luoghi della Memoria.

Con queste parole ho accompagnato la pubblicazione sul mio “profilo” Facebook della locandina dell’evento, inviatami gentilmente dal presidente della Sezione di Civitavecchia dell’A.N.P.I. intitolata ai capi partigiani Ezio Maroncelli e Ferdinando Barbaranelli ed ora inizio questa puntata della rubrica “Beni comuni” su SpazioLiberoBlog, allegando la stessa locandina. Motivo di questa ripetuta comunicazione al pubblico della manifestazione è il mio desiderio di vedere una partecipazione numerosa di cittadini – e mi auguro anche di appartenenti a categorie più direttamente interessate ai problemi dell’arredo urbano o al tema specifico di quell’ambito cittadino o ancora alla dolorosa e commossa commemorazione dei funesti eventi di quella guerra ormai lontana, i cui lutti e le cui distruzioni hanno inciso profondamente nella storia della Città e dei singoli, con conseguenze e con vere e proprie ferite ancora oggi non rimarginate.

Il “finalmente”, l’avverbio che ho posto a inizio della mia frase di esordio, racchiude in sé la contraddizione. Dà principio al discorso con un concetto di fine, di arrivo toccato, di obiettivo raggiunto, ma pure “colpito”, come nel sottotitolo del volume che avevo curato nel 1993, ripreso e riprodotto nell’immagine di copertina. Un obiettivo, la mostra delle idee pervenute a seguito del bando di tre anni fa, che alla fine (dell’attesa, delle aspettative, della pazienza…) “chiude” la fase ancora “iniziale” del percorso avviato. Gli eventi terribili sullo sfondo, il fondo, dell’evento attuale, odierno, sono avvenuti il 14 maggio – la data di inizio delle distruzioni, della fine della Città di allora, passata l’altro giorno – di 79 anni fa. Settantanove anni. Per cui il prossimo anno, cadrà l’ottantesimo – 80°, LXXX – anniversario di quel giorno fatale, di cui pochi sono tra noi i sopravvissuti, come sono già trent’anni dalla pubblicazione del volume commemorativo del 50° anniversario, in cui diversi di noi erano presenti. 1943, 1993, 2023. Ecco, si vorrebbe che, per il prossimo anno, qualcosa delle idee, delle proposte, formulate tre anni fa, fosse finalmente compiuto. Alla fine, alla buon’ora, a render tangibile la partecipazione degli attuali cittadini ai drammatici avvenimenti di allora, simboleggiati dalla lapide, dal monumento da “riqualificare”.

Il monumento, la lapide posta nel dopoguerra sul muro dietro la cattedrale di San Francesco ricorda – e piange – le 444 vittime nominative accertate e – senza citarle – quelle non identificate di militari o sconosciuti dispersi o scomparsi nel nulla, senza lasciare traccia.

In ogni caso, siano civili o militari, laici o sacerdoti, indigeni o stranieri, si tratta di innocenti, non combattenti sull’uno o l’altro fronte, estranei alle decisioni di scatenare la guerra, di tutti i credi religiosi, di tutte le idee politiche, di tutti i sentimenti personali. Poveri sconosciuti qualunque, ignari “passanti” in quel pezzo di mondo, in quei momenti del tempo, in cui altri sconosciuti sono stati mandati a rovesciare, a seminare, con strumenti di odio e di spietatezza, ordigni di distruzione e di morte, in nome di idee, di pensieri, di credi, contrari, o forse neppure, ad altri credi, altri pensieri, altre idee.

E qui voglio esprimere la mia idea, il mio pensiero di componente della Commissione di valutazione del Concorso, oltre a quanto ho già premesso fin qui, precisando anche il fatto di aver potuto e dovuto riflettere a lungo, per anni, sul tema del Concorso. E questo, sia perché ero già nato (avevo un anno, quattro mesi e otto giorni), quel 10 giugno del 1940, quando in Italia, a Roma, dal balcone di Palazzo Venezia in Piazza Venezia, fu dichiarata la guerra alle nazioni che così diventavano “nemiche” (portandosene dietro altre, per effetto di trattati ed accordi), sia perché mi sono occupato per motivi di studio dei bombardamenti di Civitavecchia e sia perché sono stato a lungo il responsabile comunale dell’ufficio addetto al territorio, all’urbanistica ed ai beni culturali e ambientale e quindi uno dei “custodi della Memoria” (obbligo di virgolette per mettere in evidenza che è come se ci fosse scritto prima «i cosiddetti»). Ragione per cui ho conservato nel mio ufficio, quale Centro di documentazione urbanistica (CDU, oggi si dice Urban center), gli album fotografici di Armando Blasi, poi consegnati integri all’Archivio Storico (dove sono stati sfregiati e semidistrutti da improvvide manomissioni), ho raccolto o elaborato moltissimo materiale documentario, ho poi pubblicato nel 1993 il volume Obiettivo Civitavecchia, 1943-1993 ed ho, ogni anno, per una quarantina di anni, curato qualche iniziativa e predisposto un manifesto in occasione della ricorrenza del 14 Maggio. Ho raccontato in un altro articolo del Blog (Senza parole, Tanto humour per nulla, pubblicato il 20 settembre 2020) che quel giorno 10 giugno ’40, del tutto inconsapevole di quanto accadeva esattamente a 4940 m di distanza, misurata sulla mappa di Google, mi trovavo anche io a Roma, come tutti quelli di piazza Venezia, ma ero nella casa dei miei genitori, in terra etrusca, oltre Ponte Milvio.

Concludendo quindi le divagazioni introduttive, provo ad esporre su quali considerazioni ho basato la mia partecipazione alla formulazione del bando e poi alla valutazione delle idee pervenute, trascrivendo gli appunti del taccuino scritti prima, durante o dopo le sedute con gli altri componenti. La prima di queste ha riguardato l’ovvia convinzione che dovevano essere evitati tutti gli eventuali riferimenti ideologici, al “colore” degli schieramenti e, data la situazione, ai blocchi belligeranti.

Le vittime sono state vittime di tutti, comprendendo tra le vittime – in primo luogo –la Città, con le sue case e i suoi monumenti: vittime delle bombe statunitensi piombate dal cielo, delle mine delle truppe tedesche in ritirata, delle vendette post belliche e delle rappresaglie, delle stoltezze della ricostruzione compromessa dalla speculazione, dei crimini disumani compiuti da ogni parte, della ventennale dittatura e dei miti “imperiali”, della stupida ideologia della guerra “igiene del mondo”, dell’egoismo, dell’odio etnico, del razzismo…

La mia seconda considerazione ha riguardato l’anonimato che era stato richiesto nel bando ma che mi sembrava di fatto alquanto inutile. La presentazione in forma anonima delle idee, con un motto distintivo, infatti, poteva rivelarsi una formalità, dato che i disegni e le opere di alcuni architetti o di eventuali artisti (scultori, pittori…) potevano essere ben riconoscibili da parte dei membri della Commissione. La cui correttezza e imparzialità era comunque certa. Quindi, il fatto di non aver richiesto elaborati con l’autore identificabile dal nome, di fatto avrebbe reso non riconoscibili solo le proposte di idee dei partecipanti giovani o non del luogo, ovvero non professionisti. Cosa che avrebbe potuto essere, a livello inconscio, una forma di svantaggio. Questa prescrizione di anonimità, inoltre, avrebbe potuto determinare per la Commissione situazioni imbarazzanti o comunque di disagio, nel momento in cui qualche concorrente, oltre che per il proprio “stile” (inevitabile) si fosse reso, in qualche modo, volontariamente riconoscibile e quindi non ammissibile.

La Commissione, su questo e sugli altri aspetti, ha saputo trovare quelle soluzioni eque e razionali, serene e ponderate, che erano esattamente nei suoi compiti e nelle sue prerogative, data anche l’assenza assoluta di trofei prestigiosi, di premi, di rimborsi o di ristori economici in palio tra i concorrenti.

Un’ultima considerazione che mi preme far presente riguarda la partecipazione al Concorso. Il 20 luglio del 2020,quando era stato pubblicato il bando, avevo commentato il fatto scrivendo: «Il concorso di idee promosso dall’ANPI di Civitavecchia per la riqualificazione della zona intorno alla lapide commemorativa delle Vittime dei bombardamenti del 1943-44 è una iniziativa veramente encomiabile, aperta a tutti, che mi auguro veda la partecipazione di moltissime persone, scolari e studenti, giovani, meno giovani, adulti ed anziani, civitavecchiesi e non, perché il ricordo di quella tragedia deve rimanere sempre vivo nella coscienza di tutti. Credo che la Città debba mettere in evidenza i segni del suo passato, segnalare a cittadini, forestieri e turisti anche le cose scomparse o nascoste, compresi i luoghi e le reliquie di quanto distrutto dalla cieca violenza della guerra.»

Questo auspicio rimane un “obiettivo” (questa volta solo con valenza positiva) delle future azioni che vorremmo veder seguire alla presentazione pubblica delle idee concorsuali, nel solco dell’iniziativa, già avviata, “La Storia scende in piazza”. Dove la Storia da far conoscere non sono gli avvenimenti, e vicende, i fatti generali, le imprese dei “Grandi”, gli assedi e le glorie, certo da conoscere ma poco importanti, in fondo, cose che potrebbero essere avvenute dovunque e spesso, infatti, riguardano situazioni di portata nazionale o più ampia. Ci interessa, invece, la vita quotidiana della gente, i sentimenti di tutti, e quindi capire i luoghi di vita, come erano prima degli insediamenti antropici e poi come si sono evoluti, in un continuo divenire nel corso dei secoli. Dov’erano le strade, le case, dove si è svolta la vita di queste persone, quali erano le loro sofferenze quotidiane, la fame, le malattie, le paure e, nello stesso tempo, le loro gioie, il loro lavoro, le loro speranze.

CONCORSO A.N.P.I.

Riqualificazione ambientale e funzionale dell’area antistante la lapide che ricorda le vittime dei bombardamenti del 1943-1944 a Civitavecchia

Commissione di valutazione:

Dario Bertolo, Lucio Contardi, Francesco Correnti, Francesco Cristini, Giovanni Insolera.

Conclusione dei lavori della commissione

La commissione di valutazione ha preliminarmente espresso le modalità di esame delle proposte di idee presentate, così da pervenire a valutazioni collegiali su ciascuna di esse, attraverso l’analisi degli elaborati e il confronto delle osservazioni dei componenti sia durante le sedute plenarie di commissione, sia nelle riflessioni e nei giudizi espressi da ciascuno in approfondimenti individuali, poi portati a sintesi collegialmente. Per questi motivi, la commissione ha unanimemente deciso di organizzarsi con una sola figura di coordinatore operativo individuato nell’architetto Contardi e di non nominare né un presidente né un segretario, in quanto figure rese superflue dall’assoluta collegialità raggiunta in ogni fase dei lavori e nella identità di vedute manifestate sulle proposte

Pertanto, per rendere più espliciti ai concorrenti ed all’opinione pubblica gli elementi tenuti presenti nella formazione delle valutazioni, basate prioritariamente sui tre criteri espressi nel bando (coerenza del progetto rispetto alle finalità, elementi di innovazione e originalità, chiarezza degli elaborati), la commissione ha specificato ulteriori criteri di valutazione.

Un primo criterio è stato individuato nella “aderenza al tema”, ossia nella capacità evocativa e nella capacità di suggerire, attraverso i segni ed i materiali utilizzati, il dramma dei bombardamenti che hanno trasformato traumaticamente la città di Civitavecchia.

Un secondo criterio risiede nella “utilità anti-retorica”, ossia nell’auspicio che la realizzazione di uno spazio dedicata al ricordo e dalla riflessione non sia solo un palcoscenico di cerimonie una volta l’anno, ma anche un luogo vivo, fruibile dai cittadini e dai passanti per una sosta piacevole.

Un terzo criterio è la “aderenza al luogo”, ossia l’inserimento naturale nel contesto urbano già ferito, la capacità di fare da tramite cerniera tra la ricostruzione post-bellica e le radici storiche della città

L’ultimo criterio è infine la “fattibilità”, intesa come misura dell’intervento: un adeguato rapporto tra l’obiettivo da raggiungere (la sistemazione di uno spazio pubblico) e le risorse previste; una sapiente semplicità dei segni che rifugge dal gesto estemporaneo foriero di polemiche; un’attenzione pratica alla sicurezza ed alla accessibilità del luogo.

Valutazione dei progetti pervenuti

  1. Sulla nostra pelle – Il progetto, attraverso la rete di giunture della pavimentazione in pietra e la sua illuminazione a terra, dal luogo una forte drammaticità ed una capacità evocativa che si coniuga però attraverso sedute, rampe e gradini, con una nuova opportunità di fruizione quotidiana dello spazio pubblico, trattato con segni puliti e misurati, rispettosi del contesto.
  2. Dal dolore la speranza – Il progetto interpreta il luogo come un recinto dedicato al raccoglimento, trattato con una particolare attenzione ai materiali.
  3. Mai più – Il progetto definisce e delimita uno spazio urbano dedicato alla memoria attraverso materiali e segni essenziali e misurati, mentre comunica la drammaticità degli eventi storici attraverso un intervento pittorico sul prospetto posteriore della cattedrale con un forte impatto visivo.
  4. Hieron – Il progetto offre una chiara ed efficace delimitazione di uno spazio pubblico dedicato alla memoria ma anche fruibile nella quotidianità. È rilevante l’approccio minimalista con il quale il nuovo spazio si integra, per materiali e geometrie, con il contesto urbano.
  5. L’oplon grande scudo della vita – Il progetto prospetta uno spazio pubblico coperto con una struttura a ombrelli fortemente innovativa per segni e materiali. L’originale impostazione rileva però un forte impatto sul paesaggio urbano e sul contesto storico.
  6. Un altare laico – Il progetto mostra un approccio originale de inziale alla sistemazione piana del suolo mediante una gradonata alla lunghezza variabile ed una delimitazione dell’area ottenuta con semplici alberature.
  7. Piazza della gente qualunque – Il progetto, attraverso l’uso dell’acciaio corten ed in piani inclinati determina un grande impatto visivo sul contesto enfatizzando la drammaticità del ricordo del bombardamento. La commissione ritiene di dover rilevare, comunque virgola che la proposta debba ritenersi fuori concorso virgola in quanto contiene elementi che ne compromettono l’anonimato, richiesto invece per mente dal bando.
  8. Agorà della memoria – Il progetto, attraverso il diffuso impiego di acciaio corten, evidenzia la discontinuità dello spazio recintato rispetto al contesto urbano, privilegiando l’autonomia dello spazio progettato come un’area dedicata, non chiusa al contesto ma tuttavia separata.
  9. Il gesto di una madre – La grande quantità di segni pittorici, scultorei ed architettonici dà un effetto di forte enfasi e drammaticità al ricordo del bombardamento. Il segno architettonico a terra risulta invece calibrato virus pur nella grande varietà di materiali. La commissione ritiene di dover rilevare, comunque, che la proposta debba ritenersi fuori concorso virgola in quanto contiene elementi che ne compromettono l’anonimato, richiesto invece perentoriamente dal bando.

Tra i progetti elencati meritano di essere menzionati:

  • il progetto “Hieron”, per l’essenzialità minimalista che definisce un’oasi della memoria;
  • il progetto “Agorà della memoria” per la lineare il rigorosa semplicità dei mezzi utilizzati per definire lo spazio dedicato al ricordo della tragedia;
  • il progetto “Un altare laico” per l’inserimento urbano dello spazio creato con le alberature e con una semplice gradinata lievemente ruotata rispetto agli assi stradali per accompagnare le quote altimetriche;
  • il progetto “Sulla nostra pelle” per l’espressività ottenuta principalmente con il trattamento originale ed innovativo della pavimentazione.

La commissione ha quindi valutato i 5 progetti presentati dal Liceo Artistico Guglielmotti:

  • Tutte le genti che passeranno”, che propone un murale sul tema del papavero;
  • Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda”, che propone uno spazio pavimentato, spazi verdi e sedute in corten;
  • Marmoro”, molto centrato sui materiali della pavimentazione a terra e degli arredi, mescolando materiali naturali e artificiali;
  • Son mille papaveri rossi”, che utilizza la tecnica del mosaico per evocare la memoria e panchine/fioriere in muratura e legno per delimitare uno spazio nello spazio;
  • Il bosco della memoria”, che progetta un ridotto ambito dotato di sedute a forma di tronchi d’alberi tagliati.

L’insieme dei progetti nasce da un lavoro collettivo che ha unito analisi e creatività, riflessione didattica sul valore dei segni e dei materiali all’esercizio pratico degli studenti. Il valore dei primi quattro progetti appare infatti quello di un’esercitazione didattica ben diretta.

La commissione ha quindi ritenuto che “Il bosco della memoria” sia il progetto che meglio aderisce ai criteri di valutazione sopra espressi ed auspica che venga realizzato.

Raccomanda, però, una modifica nella scelta della specie arborea, da indirizzare sulla tradizionale Quercia dello stemma civico, più pertinente con l’immagine di Civitavecchia, come appunto le sue foglie, ben evidenti nell’emblema antico, esattamente ripreso in quello attuale approvato con proprio decreto dal Presidente della Repubblica.

Concludendo il proprio lavoro, la commissione esprime il suo vivo apprezzamento per la qualità culturale di tutte le proposte formulate dai partecipanti al concorso, ai quali indirizza il ringraziamento sentito degli enti e delle istituzioni rappresentate per l’alto senso civico e lo spirito di partecipazione alle molteplici finalità del bando, tese ad onorare e commemorare il ricordo delle Vittime e rappresentare un contributo spontaneo e volontario al miglioramento dello spazio urbano, alla sua maggiore fruibilità funzionale e dalla sua più consona sistemazione estetica.

A questo punto sottolinea che l’analisi delle proposte ha tenuto presenti considerazioni di pratica fattibilità e di durabilità, anche riferita alla manutenzione nel tempo degli spazi pubblici e degli elementi di arredo urbano.

Raccomanda infine che gli elaborati presentati siano portati a conoscenza della cittadinanza e del pubblico in generale attraverso mostre e pubblici dibattiti, dai quali potrà emergere il contributo delle altre istituzioni cittadine, delle associazioni culturali e delle categorie professionali, delle scuole cittadine, dei mezzi di comunicazione e delle rappresentanze politiche e sociali, insieme ai partecipanti al concorso e agli stessi componenti della commissione.

Civitavecchia, 11 giugno 2021

 

Dario Bertolo

Lucio Contardi

Francesco Correnti

Francesco Cristini

Giovanni Insolera

FRANCESCO CORRENTI

                                                                                                                                                      https://spazioliberoblog.com/