“CHE AMBIENTE CHE FA” DI LUCIANO DAMIANI –  IL PNRR E LA CITTÀ

di LUCIANO DAMIANI

Giorni fa é apparso, nelle pagine locali di un quotidiano, un articolo relativo all’utilizzo dei fondi del PNRR… “Così la città cambierà volto”.

La lettura attenta dell’articolo ha solleticato il mio interesse, o meglio, ha riesumato alcune riflessioni su di un tema che mi trova piuttosto sensibile. In verità più di una riflessione, ma la principale riguarda la questione dell’idea di città, della supremazia che l’auto ha nella nostra cittadina e che evidentemente viene confermata dai progetti del Pincio sull’uso dei fondi del PNRR. Mi rendo conto che questa é la città delle rotonde, la città nella quale ci si preoccupa che l’automobilista possa circolare senza il fastidio del semaforo, potendo contare su comode rotonde, appunto. Pazienza se il pedone deve fare qualche passo in più, se non può contare su un attraversamento sicuro. In realtà la colpa é mia che frequento una città nella quale il pedone che volesse attraversare in sicurezza non ha che da premere un pulsante ed il semaforo diventa rosso.

Dall’articolo leggo che sulla trincea ferroviaria si prevede la realizzazione del “Parco del Mediterraneo”, ci piacciono i nomi esagerati. Un antico sogno del Sindaco, togliere le auto dalla trincea per farne una striscia verde con alberi ed aiuole. Bello, mi piace. Ma le macchine dove le metto? Sempre dall’articolo si legge della realizzazione di un parcheggio multipiano “nell’area retroportuale”. Mi domando dove esattamente, ma comunque certamente fuori o al limite del centro storico e la cosa mi piace, ma poi si dice: “Previsti anche parcheggi sotterranei nel centro storico…”. Ho sempre pensato che dai centri storici le auto dovessero sparire, quanto meno essere ridotte quanto più possibile, ma l’idea di parcheggi sotterranei nel centro storico mi fa pensare a colonne di auto dirette al parcheggio, pardon, ai parcheggi. Confortato da persone più esperte di me penso che i parcheggi richiamano traffico, non lo riducono, quanti fino a ieri arrivavano a piedi o con i mezzi pubblici, se ci fossero, saranno invogliati a venire con l’auto privata proprio per la presenza di parcheggio. Avrei applaudito davvero se fosse stato annunciato ad esempio un multipiano nell’Area Feltrinelli e o in qualche altro luogo fuori dal centro storico.

Altrove si cerca di limitare al massimo l’uso del trasporto privato nei centri, invece qui si prevede di incentivarlo con parcheggi sotterranei, novelli miraggi per automobilisti, che per altro provocheranno non pochi problemi per la loro realizzazione. Abbiamo l’esperienza della ristrutturazione del mercato, mai fatta e tanto promessa, che ha prodotto solamente i disagi che sappiamo e danno economico che nessuno pagherà. Mi verrebbe da chiedere scusa a quanti hanno lavorato per realizzare e presentare i progetti per il concorso di idee, qualcuno dovrebbe chiedere scusa, se fossi l’amministratore di questa città lo farei, anche se non ne avessi responsabilità. Immagino dunque cosa vorrà dire avere cantieri di scavo in pieno centro storico.

Dobbiamo attenderci dal PNRR una città ancor più a misura d’auto? Chi cercasse nell’articolo qualcosa sul trasporto pubblico non ne troverebbe traccia, nè troverebbe traccia di opere tese a rendere la città maggiormente a misura d’uomo. Mi é capitato di portare mio nipote a spasso con la carrozzina, debbo dire che non é facile, provare per credere. Non ne parliamo se fossi diversamente abile. Mi sarebbe piaciuto leggere di parcheggi fuori dal centro e di navette ma in questa città, in una città che vive sempre alla giornata, con un obiettivo temporale che si ferma sempre alle prossime elezioni, in una città nella quale gli automobilisti votano, é utopico ogni pensiero che si possa minimamente definire a “medio termine”, specie se si pretende una nuova dignità del pedone. Rivoluzionare il sistema della mobilità é qualcosa di troppo difficile é una questione genetica. Tempo fa, dinanzi a quella che era la Banca dell’Etruria, discutevo di questi temi con un esponente di un partito sensibile al tema. Ipotizzavo la chiusura di quel tratto di strada: “tanto c’é il parcheggio dell’Area Feltrinelli, pochi minuti”, “Poi la gente non ci vota più” fu la risposta. é indubbiamente una questione genetica.

Ma non é solo una questione fra pedoni e automobilisti, é una questione che ben riguarda l’ambiente in cui viviamo. Da questo punto di vista la questione della mobilità ci riguarda ben da vicino. Dovremmo esserne sensibili, particolarmente sensibili. Possiamo ignorare il riscaldamento globale, é qualcosa di poco tangibile, non si vede e non si sente, per molti é qualcosa presente solo nella mente malata di Greta Thunberg. La centrale ha la ciminiera altissima e quando tira vento il fumo se ne va. Le navi hanno le ciminiere basse ma portano lavoro, e pure li dipende dal vento. Le macchine invece non possiamo ignorarle, il tubo di scappamento butta fumo a pochi metri dal nostro naso e l’aria calma fa ristagnare tutto li nel basso strato, quel fumo ce lo respiriamo tutto, e i motori a gas puzzano pure. Chi immagina la città dovrebbe pensare anche a quello, non solo a ridare supremazia ai pedoni, a rendere la città a misura d’uomo e non di macchina, cosa che sarebbe certo moderna e meritoria, ma anche a pensare interventi che riducano l’inquinamento, pensare alla salute dei cittadini, per quello che un’amministrazione può fare, ovviamente. E non é forse tipicamente oggetto dell’amministrazione comunale la mobilità cittadina?

Già me le immagino le macchine per le strade del centro, in fila per cercare di entrare nel parcheggio, oggi magari vengono a piedi o parcheggiano più lontano, ma come resistere al parcheggio sotterraneo in pieno centro? Mi consola l’idea che da queste parti le cose son difficili da fare, ma l’idea che si inizino i cantieri e non si portino a termine é del tutto presente. I nostri amministratori ne hanno consapevolezza? Davvero vogliono imbarcarsi in simile impresa che non serve al traffico e tantomeno a migliorare l’ambiente? Caro Sindaco, non basta togliere le auto dalla trincea ferroviaria, occorre proprio toglierle.

LUCIANO DAMIANI

* In copertina l’articolo apparso nella cronaca locale del Messaggero di lunedì 9 maggio.
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