RUBRICA – “BENI COMUNI” – 11. PERSONE. L’ASSOCIAZIONE ARCHEOLOGICA “CENTUMCELLAE”
Intervento di Carlo Alberto Falzetti
a cura di FRANCESCO CORRENTI ♦
Premessa del curatore
Ho riferito nella puntata precedente che diversi lettori di questa rubrica, «dedicata tra l’altro a ricordare, doverosamente, alcune personalità particolarmente benemerite nei campi dello studio e della tutela del patrimonio storico-artistico e del paesaggio, la cui attività ha riguardato i luoghi o le tematiche di nostro più frequente interesse», mi hanno segnalato l’opportunità di estendere queste note «ad altri protagonisti della rinascita culturale del territorio della Tuscia dopo la dolorosa e insanabile tragedia delle distruzioni e dei lutti causati dalla Seconda Guerra Mondiale».
Ho quindi accolto il suggerimento di dedicare quella puntata a Mario Moretti per l’opera meritoria da lui compiuta nella Tuscia quale Soprintendente alle Antichità per l’Etruria Meridionale. Per le altre figure, spiegandone i motivi dovuti ai miei limiti conoscitivi, ho chiesto aiuto a Carlo Alberto Falzetti, pregandolo di voler curare egli stesso una panoramica esauriente ed informata degli artefici degli aspetti più rilevanti della crescita culturale cittadina. Ne ho ricevuto una risposta positiva cortesemente immediata, che pubblico davvero con grande piacere.
Si tratta di una sintesi dell’opera della Associazione Archeologica “Centumcellae”, di cui egli si è detto il “socio anziano” e in tale veste ha ritenuto che far conoscere quel benemerito sodalizio debba essere un obiettivo più che pertinente di questa rubrica.
Per quanto riguarda la carta archeologica del territorio redatta da Bastianelli e Cordelli verso la fine degli anni Cinquanta, che viene detta “ora introvabile”, devo dire che non ero a conoscenza di questa scomparsa e tenterò di sapere dai funzionari del tempo, con alcuni dei quali sono ancora in contatto, se quelle tavolette IGM (che ricordo perfettamente, incollate su lunghi fogli di compensato irrigiditi da bacchette in legno), siano stati per caso trasferiti in qualche tempo a Roma, a Villa Giulia o in altra sede della Soprintendenza.
Posso dire, però, che quel pregevole lavoro ricognitivo è stato accuratamente copiato e trascritto dall’architetto Paolo Taffi, che per alcuni mesi fu incaricato di collaborare con la Ripartizione urbanistica da me diretta e che in quel periodo ebbe, personalmente da me, il compito di accompagnarmi presso il Museo nazionale archeologico per riportare il contenuto delle tavolette con la carta archeologica su nuovi fogli dell’IGM in scala 1:25.000, che io stesso acquistai presso la Galleria del Libro in via Nazionale a Roma. Ugualmente trascritto con la massima accuratezza fu il lungo elenco dei siti, numerati progressivamente, indicati con la simbologia appropriata nelle tavolette. Per quanto riguarda quel nostro lavoro, le tavolette originali sono sempre rimaste dov’erano, all’ultimo piano del Museo, e lì le abbiamo lasciate. La trascrizione e stata riprodotta in fotografie Cibachrome, una copia delle quali è stata consegnata allo stesso Museo, un’altra posta nell’archivio della Ripartizione Urbanistica, a disposizione del pubblico presso il Centro di documentazione, ed altre consegnate a vari destinatari istituzionali. Una copia è stata conservata da me e in tempi più recenti scansionata su file e aggiornata. Analogo lavoro fu fatto con le mappe dell’Ufficio del Registro, su richiesta del direttore pro-tempore dottor Renzo Mancini, con un accurato lavoro di schedatura e riordino cronologico e tematico. Nella mia comunicazione al Convegno di studi “Il Rilievo tra Storia e Scienza”, svoltosi a Perugia, Palazzo dei Priori, Sala dei Notari, dal 16 al 18 marzo 1989, i cui atti sono stati pubblicata in “XY, Dimensioni del disegno”, a. V, n° 11-12, 1991, pp. 72-93, ho appunto riferito, al secondo punto di un lungo elenco di attività dell’Ufficio Urbanistico del Comune di Civitavecchia, questa iniziativa della Carta archeologica (che riporto nel documento del CDU in appendice).
Sintesi dell’opera della “Centumcellae” nei suoi centoundici anni di vita
di Carlo Alberto Falzetti
La ricchezza archeologica del nostro territorio è stata per secoli avvolta dall’oblio. Ma dagli inizi del XX secolo l’interesse è venuto sempre più crescendo. Nel 1906 a Viterbo viene fondata la Pro Ferento dopo scavi effettuati a Tarquinia.
A Civitavecchia qualche timido intervento si era avuto nel 1777 da parte del Torraca e poi da Pietro Manzi nel 1820. Ma, forse l’antefatto più rilevante, è costituito dalla folta schiera di storici cittadini ottocenteschi: Molletti, Torraca, Frangipane, Annovazzi, Guglielmotti, Calisse: saranno questi personaggi a creare una “mentalità culturale” essenziale per gli svolgimenti futuri in tema di archeologia.
Nel 1911 l’11 novembre viene fondata l’Associazione Archeologica Centumcellae di Civitavecchia presso i locali della benemerita Associazione Fratellanza Militare Umberto I (piazza Vittorio Emanuele). Sei anni dopo, nel 1917, verrà fondata a Tarquinia la Società Tarquiniese di Arte e Storia.
Il cuore pulsante del novello sodalizio “Centumcellae” ha un solo nome: Salvatore Bastianelli! Autodidatta, infaticabile appassionato ricercatore, animatore, scrupoloso indagatore. Sarà promosso sul “campo di battaglia” da Pallottino con l’appellativo “il Professore”, degno riconoscimento per essere stato aiuto prezioso ai tanti ricercatori che faranno in seguito carriere universitarie di prestigio. Primo presidente venne nominato Francesco Scotti di mente eclettica ed aperta, artista, pittore, armatore, capitano marittimo e sindaco della città. Segretario, ovviamente, Bastianelli.
Nel 1918 ecco il primo frutto dell’azione Scotti-Bastianelli: il Museo Civico ubicato nei pressi della chiesa di Santa Maria dei padri domenicani. Ma già nel 1913 iniziano i primi lavori della Terme Taurine che culminano nel ’27 con il contributo dei militari concessi dalle Scuole Centrali.
Nel 1923 la presidenza passa al marchese Benedetto Guglielmi. La sua passione per l’archeologia era stata appagata dagli scavi di Vulci, territorio, questo, di una fitta e non sempre diligente campagna di scavo. Il marchese dona al Museo la lapide di Leone IV della città di Cencelle. Ma la donazione più consistente è quella nei confronti dei Musei Vaticani (ben 4 sale per ospitare tutto il materiale).
Il 14 maggio del 1943 i bombardamenti devastano vite e materiale storico. Tra le macerie mani pietose tentano di recuperare il possibile. È, ancora una volta, la passione di Bastianelli a tentare il salvataggio.
Dopo la distruzione del Museo l’infaticabile opera di Odoardo Toti ottiene il meritato premio con l’assegnazione della palazzina dell’ex Comando del Genio Militare (Largo Plebiscito) che diviene, poi, Museo Nazionale.
Il nuovo presidente Fernando Cordelli assieme a Bastianelli consegna al soprintendente Mario Moretti la carta archeologica del territorio (ora introvabile).
È questo il momento degli scavi del re di Svezia Gustavo Adolfo a Luni sul Mignone ed a San Giovenale.
Nel 1960 viene nominato presidente Fabrizio Pirani coadiuvato da Basilio Pergi e Fabrizio Ferrari. Il Bollettino si arricchisce di numerosi articoli subito dopo l’uscita della pubblicazione dei lavori di Östenberg su Luni. È questo anche il periodo della massiccia entrata di giovani che cominciano ad effettuare ricognizioni su vasta scala in particolare mirando alle presenze etrusche nel territorio dei Monti della Tolfa e sulla parte protostorica del litorale. Nel 1963 Odoardo Toti, coadiuvato dai giovani entusiasti, fa esplorazioni stratigrafiche a Monte Rovello e all’Elceto.
Fernando Barbaranelli individua sulla costa tirrenica civitavecchiese importanti abitati villanoviani ed appenninici (Mattonara, foce Marangone).
Nel 1971 con decreto del presidente della Repubblica viene conferita alla Centumcellae la medaglia d’oro al merito della Cultura.
Nel 1988 diviene presidente Odoardo Toti.
Tra le pubblicazioni, oltre i consueti Bollettini, sono da annoverare Preistoria e Protostoria nel territorio di Civitavecchia (1981). Segue Civitavecchia ed il suo entroterra durante il medioevo (1986).
Nel 1991 viene eletto presidente Antonio Maffei, nel cui curriculum si annovera la ricerca sull’area sacra “Locus religiosus” e l’insediamento protostorico di “Codata delle Macine”.
Dal 1995 fino al 2001 la Castellina del Marangone è oggetto di intensa ricerca da parte dell’università di Tubinga (prof. Friedhelm Prayon), dell’università di Parigi (Jean Gran-Aymerich) e di quella di Saragozza (prof.ssa Almudena Domínguez Arranz).
L’associazione è stata causa dell’interesse di questi ricercatori dopo le sue pubblicazioni ed ha collaborato attivamente all’opera di scavo. La campagna di scavi, poi, ha avuto esiti editoriali di gran prestigio nelle pubblicazioni che ne sono seguite, nel 2011 e nel 2016 , non senza qualche eco lontana delle antiche rivalità tra i frequentatori di quelle plaghe.
CDU: dagli Atti del Convegno di studi “Il Rilievo tra Storia e Scienza” di Perugia (1989).
Fin dai primi mesi di attività, otto anni prima che la legge n° 10 del 1977 ne rendesse obbligatoria la formazione, si è proposto all’Amministrazione un programma di attuazione del P.R.G., finalizzato anche al recupero del patrimonio architettonico superstite. Contemporaneamente, si sono stabiliti proficui rapporti di collaborazione tra il Comune e la Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale e la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali del Lazio, predisponendo un quadro di interventi coordinati che ha dato diversi apprezzabili risultati.
Il primo intervento coordinato tra il Comune e le Soprintendenze ebbe lo scopo di scongiurare la distruzione dei resti della Rocca e dei sottostanti ambienti romani, prevista dal progetto di “ricostruzione fuori sito” della chiesa di S. Maria e S. Fermina (cfr. le mie relazioni del 1970 e del 1971 citate in F. Correnti, Chome lo papa cit., p. 115, n° 189). Contestualmente alla Mostra ricordata nella nota precedente, si svolse una Tavola Rotonda, che rappresentò la prima presa di coscienza sulle distruzioni operate nel dopoguerra e sulla necessità di modificare gli indirizzi seguiti dalla pubblica amministrazione nella ricostruzione e nell’espansione della città. Le due relazioni ufficiali (F. Correnti, La tutela e l’utilizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale della zona di Civitavecchia nella pianificazione del territorio, e Odoardo Toti, Stato attuale ed interventi necessari per il ripristino del patrimonio monumentale ed archeologico della zona di Civitavecchia, poi pubblicate in Civitavecchia da salvare cit., “Atti della Tavola Rotonda”) puntualizzarono con molta chiarezza i problemi da risolvere. In seguito, con il patrocinio degli enti statali e locali competenti, fu data vita ad un Comitato “Civitavecchia da salvare”, che tenne la sua seduta istitutiva, presso l’E.P.T. di Roma, l’8 marzo 1973. In quella occasione fu presentata ed approvata la relazione programmatica Situazione ed interventi necessari per la riqualificazione dell’ambiente e per il recupero del patrimonio storico, archeologico e monumentale del territorio di Civitavecchia, da me predisposta e comprendente un elenco degli interventi prioritari auspicati. L’attività del Comitato, proseguita per qualche tempo con diverse iniziative culturali, dovette essere interrotta perché all’opera di denuncia e di promozione non corrispondeva un impegno operativo e finanziario volto a concretizzare gli interventi, da parte degli organi a ciò preposti. In tempi più recenti, peraltro, le iniziative concertate hanno cominciato a trovare spazio nei bilanci ministeriali, per cui sono stati avviati i lavori di restauro della Fortezza, dell’Ospedale Civile e dell’Infermeria Presidiaria. Va anche ricordata la soppressione del tronco stradale che attraversava l’area archeologica delle Terme Taurine, consentita dal Comune per consentire la riunificazione del complesso monumentale.
La collaborazione è stata poi estesa agli altri numerosi enti pubblici operanti nel territorio (Genio Civile per le Opere Marittime, A.N.A.S., Ferrovie dello Stato, E.N.EL., Capitaneria e Consorzio del Porto, Assessorati regionali e provinciali), promuovendo ed istituzionalizzando una Conferenza permanente dei Servizi, che ha il compito di verificare e concordare le iniziative in funzione dell’assetto urbanistico preordinato dal P.R.G.
Infine, è stato istituito un “Centro di documentazione sull’assetto del territorio e la storia urbana”, che promuove conferenze nelle scuole cittadine, collabora con le associazioni culturali locali e con l’Università di Roma per studi e ricerche sulla città e cura una rivista trimestrale, dedicata alla diffusione dei provvedimenti urbanistici adottati dalla Amministrazione comunale, all’illustrazione dei temi riguardanti il patrimonio storico, archeologico, architettonico e ambientale, alla recensione di opere relative a questi temi ed alla pubblicazione di saggi, studi universitari, tesi di laurea, progetti urbanistici, architettonici e di restauro, per diffondere l’uso di buone pratiche tra le pubbliche amministrazioni.
Si tratta di OC/quaderni del C.d.u., bollettino d’informazione edito dal Comune di Civitavecchia. Istituito con deliberazione consiliare n° 500 del 18 novembre 1977, nell’ambito del Piano d’intervento comunale per l’occupazione giovanile nei settori dei servizi socialmente utili di cui alla legge 10 giugno 1977, n° 285, il Centro di documentazione urbanistica cura la pubblicazione del bollettino secondo i criteri e con le finalità di cui all’art. 8 della Norme e disposizioni del programma pluriennale di attuazione del P.R.G. Dopo aver tentato fin dal 1970 di ottenere dall’Amministrazione comunale i fondi per la stampa di un periodico informativo, solo nel marzo 1979 ho potuto pubblicare un “numero unico” di OC, prevalentemente dedicato all’attuazione della legge sull’equo canone. Nel 1980, con i contributi volontari offerti da alcune categorie professionali, furono editi dieci numeri monografia dei Quaderni, ciascuno dedicato ad un settore dello sviluppo socioeconomico e della pianificazione della città. Nel 1982 fu distribuito un numero speciale, in riproduzione xerografica, dedicato al problema dell’ubicazione del porto turistico, in cui fu proposto il sito poi approvato dal Consiglio comunale. Dal 1985 il bollettino ha periodicità (nominale) trimestrale, con qualche unificazione di due o più numeri, come accade quando nella figura del direttore responsabile si assommano i compiti di un intero staff editoriale e redazionale.
In quest’ambito, con diversi istituti della Facoltà di Architettura di Roma, è stato promosso e realizzato il rilievo di una buona parte del centro storico e dell’intera zona di espansione ottocentesca della città. Nel 1972 fu instaurata una collaborazione con il corso di Tecnologia dell’Architettura condotto dal prof. arch. Giorgio Boaga, volta alla realizzazione di rilievi e di un cantiere-scuola per il recupero degli antichi Ospedali e di altri edifici del centro storico. La zona di ampliamento ottocentesco (zona R di P.R.G.) ha poi costituito, per gli anni accademici 1982-83 e 1983-84, il tema di studio del corso di Composizione Architettonica V (titolare il prof. arch. Franco Berarducci), con il patrocinio del Comune e del Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana. Più recentemente è stata offerta la più ampia collaborazione all’Istituto di Pianificazione Territoriale diretto dal prof. Mario Coppa per alcune ricerche coordinate dalla prof.ssa arch. Marinella Ottolenghi e condotte dall’arch. Bruno Monardo e dall’arch. Liliana Morbilli, che sono state in parte pubblicate in Territorio e ambiente da Palidoro a Montalto di Castro, Roma 1986. Nel 1982, nell’ambito di alcune iniziative culturali concordate con il Capo del Reparto Storico dell’Istituto Olandese di Roma, dr. Peter J. van Kessel, si è svolto presso l’Ufficio Urbanistico comunale di Civitavecchia un interessante seminario con un gruppo di docenti e studenti dell’Istituto di Geografia e Pianificazione dell’Università di Nimega, incentrato sui metodi di utilizzazione della ricerca storica nella redazione dei piani urbanistici.
Numerosissimi sono stati gli studenti e i ricercatori che in questi anni si sono rivolti all’Ufficio Urbanistico per i loro studi e tesi di laurea, ottenendo documentazioni e suggerimenti. Tra i lavori cui si è dato un apporto collaborativo ai fini di un approfondimento organico e non ripetitivo degli studi sulla città, ricordo, per il loro particolare interesse: la tesi di Paolo Taffi sul centro storico per il Corso di Perfezionamento per lo studio dei Monumenti; la tesi di laurea di Nello Crostella sul tema delle tecnologie alternative nel centro storico (relatore il prof. arch. Giorgio Boaga, correlatore l’arch. Nazzareno Centini); la tesi di laurea di Paolo Ranieri sul Piano Regolatore Generale (relatore il prof. arch. Attilio La Padula, correlatori l’arch. Manlio Cavalli e lo scrivente); i rilievi e le ricerche sui Granari e altri edifici storici, per il Corso di Restauro architettonico, di Adriana De Mari, Serenella Piermarini e Margherita Presutti; la tesi di laurea di Simona Stella sulle Fortificazioni di Civitavecchia (relatore il prof. arch. Arnaldo Bruschi, correlatore il prof. arch. Giuseppe Cigni; parte della tesi è stata pubblicata su OC/quaderni del C.d.u., n° 86/3-4); i progetti d’esame e di laurea sulla zona R di P.R.G. coordinati dal prof. arch. Antonio Alfani e dagli architetti Giorgio Di Giorgio e Ruggiero Santamaria, ai quali è seguito uno studio (Progetti per Civitavecchia 1982-1995) con la collaborazione dell’arch. Ermanno Mencarelli; la tesi di laurea di Maurizio Morelli sulla ristrutturazione di alcuni isolati marginali del centro storico (relatore il prof. arch. Franco Purini); la ricerca finalizzata alla catalogazione del patrimonio architettonico condotta per conto della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali del Lazio dagli architetti Rossella Foschi e Daniela Rossi (della prima ricordo il pregevole articolo “Il porto di Civitavecchia: vicende d’un fulcro urbano”, tratto dalla tesi di laurea e pubblicato nei Quaderni dell’Istituto di Storia dell’ architettura, s. XVII-XIX, fase. 97-114, 1975, pp. 141-160). Nel maggio 1986 il “Centro internazionale di studi per la storia della città”, diretto dal prof. arch. Enrico Guidoni, ha chiesto al Comune di appoggiare finanziariamente l’iniziativa di dedicare a Civitavecchia un fascicolo dell’Atlante storico delle città italiane. Non disponendo in bilancio di fondi per tale iniziativa, l’Amministrazione ha offerto la collaborazione della direzione del C.d.u., rimanendo peraltro senza alcun cenno di risposta. Ampia documentazione grafica e archivistica è stata comunque fornita alla studentessa Cristina Marziale, che sta conducendo dallo scorso anno uno studio per la propria tesi di laurea, finalizzato anche all’elaborazione di materiale per la suddetta pubblicazione.
FRANCESCO CORRENTI