“PESCI, PESCATORI, PESCIVENDOLI E CONSUMATORI” DI GIORGIO CORATI – Polpo fiction
Scene da una fiction surreale
di GIORGIO CORATI ♦
Un giorno di gennaio lungo la costa del mar Tirreno.
Scena 1 – Appartamento di Laura
La signora Laura è una giovane donna, elegante, molto impegnata nel lavoro, con poco tempo a disposizione per lei, poco incline alla cucina e molto donna curiosa.
Laura è nel salotto del suo appartamento.
Casualmente, in un momento di pausa, sta seguendo un programma televisivo in cui è illustrata la vita in mare e, in particolare, la vita dei polpi.
“La stagione migliore per cucinare i polpi” osserva la conduttrice del programma “va da ottobre a gennaio, perché questo in genere è il periodo in cui i polpi non sono in fase di riproduzione”.
Scena 2 – Appartamento di Laura
Laura è nella cucina del suo appartamento.
Mentre osserva il calendario, nella sua mente scorrono le immagini del programma televisivo sui polpi.
Si guarda intorno e, anche se sa di non essere una brava cuoca e di non avere tanto tempo per fare la spesa, decide di dedicare il suo giorno di ferie all’acquisto e alla cottura di un piatto a base di polpo.
Scena 3 – In strada
Laura esce di casa, con l’idea positiva di fare una bella passeggiata fino a una pescheria che le ha raccomandato una sua cara amica.
È una fredda e assolata mattina di gennaio e Laura, con una borsa termica, cammina sicura e fiera lungo la strada. Man mano che procede verso la pescheria, il suo cellulare le svela nuove e entusiasmanti ricette per cucinare il polpo.
Raggiunta la pescheria e una volta entrata, è accolta subito dal pescivendolo con un grande sorriso e un bel buongiorno. È incoraggiata a chiedere immediatamente ciò per cui ha fatto tanta strada e soprattutto ha molta curiosità.
Scena 4 – In Pescheria
Nel banco della pescheria diversi polpi sono “sdraiati” su letti di ghiaccio tritato e a tratti anche ammantati da esso. Su di essi sono posti cartellini diversi che mostrano prezzi diversi. Laura è attratta da un polpo “arricciato” proprio per quella forma a “bouquet”.
Mentre la donna appare entrare in confusione e mentre il pescivendolo si accinge a proporle l’acquisto, accade qualcosa di veramente surreale: gli animali cominciano a parlare con voci particolari dagli accenti diversi!
Il primo a dire qualcosa, dal suo letto al centro del bancone, è un polpo “arricciato”, bellissimo, che è ha già attratto la donna per la sua forma a “bouquet”.
“Scelga me, signora!” sussurra il polpo con voce suadente dall’accento messicano. “Io ho questa splendida arricciatura perché ho fatto dei trattamenti che hanno ammorbidito le mie carni, sono buono e già eviscerato. Se guarda l’etichetta, vengo dalla Zona di pesca FAO 31; sono nato nello oceano Atlantico, precisamente in quello che chiamano mar dei Caraibi. Sono messicano, di origine “octopus maya”, con braccia robuste”.
“Gli hanno sbattuto la testa sugli scogli!” commenta dalla sinistra del bancone uno di due piccoli polpi dallo sguardo poco sveglio. Con due piccoli occhi sporgenti ai lati di una testa grigiastra separata dal corpo da un lungo collo, in apparenza un “tipo”, di fatto il piccolo polpo sembra un polpo nostrano “octopus vulgaris”. “Prenda noi, signora!” Con un movimento leggero dei tentacoli abbraccia l’altro piccolo polpo al suo fianco. “Io e mio cugino siamo simili ai polpi che nuotano vicino casa sua. Siamo teneri e piacenti, non trova? E poi, siamo eviscerati anche noi. Se guarda l’etichetta, noi veniamo dalla Zona di pesca FAO 34; io sono nato nello splendido oceano Atlantico che costeggia il Senegal e mio cugino, qui accanto a me, quello che bagna il Marocco”.
“No signora, non dia credito a quelli là!” tuona con il suo accento romanesco un curioso polpo a destra del bancone. “Quelli vengono tutti da lontano e pensano che i trattamenti li rendano più attraenti, ma in realtà hanno sbattuto la testa”. Dallo sguardo poco sveglio dei suoi piccoli occhi, il polpo è simile ai due cugini atlantici, però il suo mantello elegante e di buon gusto ha colori un po’ più vivaci. Anch’esso è un bel “tipo” “octopus vulgaris”, ma è nostrano. “Io sono nato nel suo mare signora”, continua il polpo nostrano originario della Zona di pesca FAO 37.1.3.. “Io sono un individuo di buon gusto, anche se non sono eviscerato, ma in fondo non ci vuole poi molto a rendermi ancora più attraente!”
Laura, incredula e sbigottita da quei pesci parlanti mostra di non vedere l’ora di andare via, però si vergogna a uscire senza acquisto.
In un angolo remoto del bancone, là dove, in genere, si guarda poco, ma dove a volte si possono scoprire delle “meraviglie”, è distesa con grazia una polpessa, bella, longilinea in posa languida.
Voltandosi, Laura legge il prezzo conveniente sul cartellino che fa bella posta dalla polpessa.
Si avvicina all’angolo remoto del bancone, ma il pescivendolo, seguendola, la ferma con garbo e osserva: “Signora, ma cosa fa! Scelga un polpo adeguato a lei. Non prenda la polpessa! Questo è un pesce che… per lei, signora!”
La polpessa, risentita e con voce roca, mascolina, profonda e dall’accento romanesco esclama: “Aho! Ne dicono tante su di me! Adesso, lo spiego io chi sono!” “Sono un polpo macchiato” continua cambiando tono di voce “anche se mi chiamano polpessa!” Il suono della sua voce è sempre più pacato. “Vivo qui, sono meno robusto di un polpo e costo meno perché il mio corpo longilineo mi sminuisce”. E continua, movendosi sinuosamente, con aria leggermente snob. “Sono della stessa famiglia, ma non sono “vulgaris”, anzi, io sono “callistoctopus macropus”. I miei tentacoli sono più lunghi e la mia colorazione è bruno rossastra tendente al giallo arancio; bella, no? Dicono che io non abbia gusto, ma non è poi così vero!”
Laura, incuriosita dalle parole della polpessa e sfidando il parere del pescivendolo, prende la sua decisione.
…to be continued
GIORGIO CORATI
Caro Giorgio, io piango quando leggo i tuoi.. articoli.. poi questo animato dalla polpessa… Sembra che i polpi(e non i polipi…) siano intelligenti e sensibili.. Tu scrivi per abituarci a scegliere il cosiddetto pesce di scarto( che in realtà non lo è), ma mi fai riaffiorare ricordi di fanciullezza-caccia ai polpetti e poche polpesse-, che i nipotini non hanno più.
“Quanto era pescoso il nostro mare!”.
Paola.
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