ON LIBERTY
di PAOLA ANGELONI ♦
On Liberty fu redatto da John Stuart Mill insieme alla moglie Harriet e pubblicato nel 1869, L’opera si occupa della e dei limiti del potere che la stessa società democratica di massa esercita sull’individuo.
Innanzitutto secondo Mill va rigorosamente delimitata l’interferenza dello Stato nei confronti dei singoli cittadini, tranne il caso in cui vi sia danno per gli altri.
On Liberty:
“Il solo scopo per cui si può legittimamente esercitare un potere su un qualunque membro di una comunità civilizzata, contro la sua volontà, è per evitare danno agli altri.”
Ma esiste una nuova e più strisciante minaccia per la libertà individuale, quella che Mill individua nell’omologazione sociale e che richiama la tirannia della maggioranza di cui parlava Tocqueville.
Mill difende i diritti inalienabili dei cittadini – la piena sovranità dell’individuo su sé stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente.
On Liberty:
“Considero l’utilità il criterio ultimo di tutte le questioni etiche; ma deve trattarsi dell’utilità nel suo senso più ampio, fondata sugli interessi permanenti dell’uomo, in quanto essere progressivo”.
La vera novità di Mill è nell’aver concepito la libertà sociale non come semplice limitazione del potere dello Stato, ma come sviluppo spontaneo e originale della personalità.
On Liberty:
“Gli uomini traggono maggiore vantaggio dal permettere a ciascuno di vivere come gli sembra meglio che dal costringerlo a vivere come sembra meglio agli altri”.
Tre sono secondo John Stuart Mill le libertà fondamentali: la libertà di pensiero e di opinione, quella di seguire i gusti e le inclinazioni personali, infine la libertà di associazione.
L’individualismo non si traduce in una giustificazione dell’egoismo, ma significa piuttosto la promozione delle capacità intellettuali di ciascuno – quello spirito critico che è il vero motore della democrazia – e la tutela delle differenti inclinazioni e dei diversi stili di vita contro il diffuso conformismo della vita sociale.
On Liberty:
“I più, soddisfatti della vita così come è, non riescono a capire perché non debba andare bene a tutti; e, ciò che più conta, la spontaneità non fa parte dell’ideale della maggioranza dei riformatori morali e sociali, ed è anzi guardata con sospetto, come un ostacolo fastidioso e forse ribelle all’accettazione generata di ciò che essi giudicano più opportuno per l’umanità”.
Ed è proprio facendo leva sulla distinzione tra il persuadere qualcuno circa il proprio bene e il costringerlo a farlo che Mill può concludere che il compito di buon governo è incoraggiare l’azione degli individui e favorire la diffusione di prospettive multilaterali.
La riflessione di Mill “sulla libertà” si colloca all’interno della nascente problematica relativa ai rapporti tra liberalismo e democrazia. Mill non può non approvare il processo di democratizzazione della società e delle sue espressioni politico istituzionali, che significa emancipazione dei soggetti deboli della società come i lavoratori e le donne; ma egli teme che la democrazia possa nuocere alla libertà individuale attraverso il dispotismo della maggioranza a livello politico e legislativo e con la pressione, non meno portatrice di sopraffazione dispotica, dell’”opinione pubblica” nella vita civile.
John Stuart Mill, (1806 Londra) sotto la guida paterna, iniziava una brillante carriera nella Compagnia delle Indie, di cui il padre era un alto funzionario. Intorno ai venti anni, precipitò in una crisi psicologica profonda: sentì che il suo carattere era il prodotto artificiale di uno schema imposto da altri.
Determinante si rivelò l’avvio di una relazione con Harriet Taylor, che nel 1851 divenne sua moglie. Dalla fine degli anni cinquanta aveva dato alle stampe saggi di morale e politica nati dall’intenso sodalizio con la moglie: On Liberty (1859) e una denuncia dell’inferiorità in cui è tenuta la donna: On Subjection Of Women (1869). Il libro nasce quando Mill si ritira dalla carriera politica, avendo appoggiato in Parlamento una petizione per il diritto di voto, sottoscritta da 1500 donne, questa e altre simili proposte verranno sempre respinte dal Parlamento. Nel 1868 non fu rieletto per aver spaventato con i suoi atteggiamenti progressisti e l’elettorato più moderato.
Rimane tuttavia all’attenzione del dibattito filosofico la condizione di sottomissione subita dalle donne nella famiglia e nella società, conseguenza di un sistema educativo che faceva apparire l’inferiorità femminile come naturale e legittima. Gli scritti di John Stuart Mill e di Harriet rappresentano una pietra miliare del femminismo teorico contemporaneo.
La difesa della libertà individuale. Nella regione propria della libertà umana il primo posto è occupato dalla libertà di espressione e di opinione: “Il male più terribile non è il violento conflitto tra parti diverse della verità, ma la silenziosa soppressione di una sua metà; finché la gente è costretta ad ascoltare le due opinioni opposte, c’è sempre speranza”.
In opposizione a Bentham, Mill ha una concezione dell’utilità, nella quale rientra la “qualità” dei piaceri: ”E’ meglio essere un Socrate infelice piuttosto che uno sciocco soddisfatto”. L’animo umano prevede sentimenti disinteressati: la solidarietà ed un armonico equilibrio tra la felicità del singolo e la felicità complessiva del corpo sociale.
John Stuart Mill ebbe contatti con il pensiero sociale dei sansimoniani francesi, considerando che il futuro della nascente società industriale non poteva essere lasciato alla logica liberistica del laissez – faire.
Tra i contemporanei, un certo paragone si può fare con il filosofo politico Rawls, 1921, Baltimora, Università di Harvard. Secondo Rawls, l’eguaglianza nel godimento delle libertà fondamentali è un diritto assoluto, che non ammette eccezioni né compromessi, ma il filosofo ritiene necessario che gli uomini raggiungano un comune accordo sui criteri della equa distribuzione dei beni essenziali: l’idea più importante della società non è quella di “bene”, ma quella di “giusto”.
PAOLA ANGELONI
Ti aspettavamo da tempo… Prima ora, lezione (magistrale) su uno dei pensatori che allungano la loro ombra-anzi la loro luce- sui tempi guturi. Un insegnamento basilare sul piano etico e sociale. Grazie Paola.. 👍👍👏👏
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Grazie, Paola.❤️
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Grazie a Voi due, amiche e colleghe!
Ho redatto questo articolo in ricordo di Anna Maria Peris, docente di storia e filosofia presso il Liceo classico Guglielmotti.
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