“CHE AMBIENTE CHE FA” DI LUCIANO DAMIANI – DISTRATTI DALLA GUERRA
di LUCIANO DAMIANI ♦
Certo, parlare di ambiente con una guerra in corso, con il suo carico di morte e distruzione, può sembrare inopportuno, ma credo sia comunque doveroso parlarne. Guardando le immagini che si susseguono negli schermi, quelle dei bombardamenti con i fumi e le fiamme penso alle conferenze sul clima COP che tutti gli anni vedono i paesi del mondo incontrarsi per decidere le strategie da adottare per contrastare i cambiamenti climatici. Tutto ciò che é stato fatto per il clima pare irrimediabilmente inutile, e quanto conquistato nelle conferenze pare a dir poco inutile. Ho appena visto l’ennesimo incendio oscurare il cielo di quella parte d’Europa. Con quale spirito, se mai ci sarà, si confronteranno sul clima russi e americani? Come si potranno mai conciliare le sanzioni che molti hanno applicato con la necessità di trovare intese sempre più impegnative e coinvolgenti sull’inquinamento globale? Se mai ci sarà la prossima COP quali frutti potrà mai produrre?
La guerra non cala ombre solo sulla conferenza annuale sul clima, porta con se anche altri cattivi doni, se vogliamo, presagi. Uno di questi presagi é la probabilità che la “carbon exit” venga rimandata. La nostra centrale di TVN dovrebbe smettere di bruciare carbone entro il 2025, ma smetterà? In tanti se lo chiedono ed in molti pensano che continuerà a bruciar carbone per ancora altri anni. Il costo del gas e la sua annunciata carenza rendono assai probabile che il carbone venga usato ancora oltre quella data. Nella rada della nostra città ci sono sempre delle carboniere pronte per scaricare segno o conferma che la centrale di TVN sta girando a pieno regime. Ancor prima di soffrire della carenza di gas già l’ente elettrico aveva deciso di incrementare al massimo l’uso di quel fossile, con tutta evidenza per il prezzo più conveniente. A peggiorare la situazione ambientale della nostra città c’é da considerare che il governo, con un decreto di qualche tempo fa, ha deciso di superare i limiti di legge nostrani sulle emissioni delle centrali per adeguarli a quelli europei meno stringenti. C’é anche da dire che il carbone per produzione di energia, ovvero quello che bruciamo nelle centrali elettriche, viene quasi del tutto dalla Russia per la sua “qualità”, il suo embargo costringerà l’utilizzo di carbone di qualità inferiore e più inquinante.
Oltre questa quasi certezza c’é da temere che parte dei fondi destinati alla transizione energetica, o comunque destinati a capitoli ambientali, venga distratta per compensare le maggiori spese che questo conflitto porterà con se, alcuni poi pensano che le sanzioni penalizzano più i paesi europei che la Russia. Anche le spese per assistere i rifugiati ucraini potranno pesare sul bilancio. Il timore che tutto ciò rallenti in qualche modo la transizione energetica sembra essere fondato, vedremo nel prossimo futuro.
La guerra, con tutto il rispetto dovuto, distrae, alcune cose passano inosservate, altre ci provano sperando che la “distrazione” consenta la realizzazione di cose che in altri tempi sarebbero ben osteggiate. Lo spazio dedicato al conflitto riduce inevitabilmente quello che andrebbe destinato alle questioni ambientali. In questi giorni, ad esempio, é diventato di pubblico dominio il progetto che vede la costruzione di un centro di addestramento dei Carabinieri nel parco di San Rossore.
Un decreto del Presidente Draghi ha dato il via alla costruzione di una grande base addestrativa di oltre 700.000 metri quadri all’interno del Parco di San Rossore (PI). Vi si addestreranno gli uomini del Tuscania ed altri reparti. Nonostante il parere negativo dell’ente parco, senza discussione pubblica, il governo ha utilizzato le velocizzazioni che la legge oggi permette per alcune tipologie di infrastrutture, saltando a pié pari, in pratica, la discussione pubblica. I fondi sono quelli del PNRR, nessuno se n’era accorto prima.

L’area in cui potrebbe essere costruito il centro di addestramento del battaglione Tuscania. L’area non é boschiva, si tratta di campi già precedentemente occupati da installazioni militari NATO ora abbandonata, che l’Ente Parco ha o aveva in progetto di trasformare in area umida.
Un’altra questione che ci riguarda più da vicino e che potrebbe godere di questa distrazione, è quella che vede la decisione espressa in questi giorni da Gualtieri di dotare la Capitale di un inceneritore di rifiuti. L’annuncio dello stesso sindaco in Aula Consiliare, non tiene conto del Piano Rifiuti Regionale che non considera la necessità di ulteriori impianti di questo tipo (quello esistente pare essere già sufficiente). Evidentemente la Capitale non é ancora in grado di produrre un ciclo dei rifiuti virtuoso e, a dispetto di quanto detto in campagna elettorale, si sta orientando verso la costruzione di un nuovo inceneritore. In questi tempi, nei quali i social ed i media si occupano di guerra, Gualtieri potrebbe farcela, farcela a fare il contrario di quanto dichiarato in campagna elettorale. Quando l’opinione pubblica é occupata con altre questioni é il momento giusto per far passare decisioni, altrimenti contestate con molto più vigore. Ci sarà mai il tempo del virtuoso ciclo dei rifiuti?
L’unico effetto positivo che potrà avere il conflitto potrebbe però essere l”accellerazione nella realizzazione degli impianti per la produzione di energia sostenibile. La necessità di svincolarsi dalla dipendenza energetica potrebbe spingere nella direzione che in molti auspichiamo, ovvero quella che vede un rapido e progressivo passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili. Il prossimo futuro ce lo dirà. Probabilmente dovremo pagare un certo pegno alla speculazione. Speculazione che appare evidente a chi viaggiasse dalla Campania verso le Puglie. In un mio recente viaggio a Matera ho constatato di come il Sub Appennino Dauno sia stato teatro della piantumazione di tante piccole foreste di pale eoliche. Questi impianti, quasi totalmente assenti lungo il mio percorso nel basso Lazio ed in Campania (così anche per il solare), all’improvviso invadono il paesaggio, sovrastano colline ed invadono avvallamenti.
Campo eolico nel subappennino, uno dei tanti visti in quella zona, senza soluzione di continuità
Parlare di programmazione selvaggia, sarebbe il minimo. La transizione energetica ha bisogno invece di una programmazione equilibrata in tutto il territorio nazionale, del resto una delle caratteristiche delle fonti sostenibili é quella di essere democratiche, di avere cioé una filosofia diversa da quella che vede nei ‘grandi impianti’ i nodi produttivi della rete. Campi eolici e fotovoltaici possono trovare luogo ovunque. A differenza delle grandi centrali, occupano molto più spazio per cui richiedono una attenta distribuzione su tutto il territorio, una coerente ed equilibrata diffusione, ed una rete ‘smart’ capace di gestire questa diversa tipologia di produzione. La concentrazione di pale eoliche nel Sub Appennino Dauno, e la loro pressocché assenza altrove, dimostra di come il paese sia in ritardo su questo tema. A ben guardare si potrebbe forse dire che le rinnovabili hanno sinora espresso attività speculative, piuttosto che una virtuosa programmazione nazionale. C’é da augurarsi che la guerra impegni i governi ad una saggia programmazione delle fonti sostenibili, c’é però da temere che la fretta produca un moltiplicarsi di fenomeni speculativi spinti proprio dalla fretta.
Chi vivrà vedrà, temo però che la guerra distragga anche dalla vigilanza.
LUCIANO DAMIANI
AGGIORNAMENTI: La costruzione della base dei Carabinieri nel Parco di San Rossore é stata sospesa dal ministro per la ricerca di soluzioni alternative. Il Sindaco di Roma Gualtiero é stato nominato commissario governativo per la realizzazione di un inceneritore di rifiuti. La cosa si scontrerà con la normativa regionale.
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Ho letto una intervista di Starace ( AD di Enel ) in cui si diceva che basterebbe autorizzare tutti i progetti già presentati , fermi per le approvazioni troppo lente, e in due anni ( DUE !) l’Italia potrebbe coprire l’80 % del suo fabbisogno energetico con le RINNOVABILI ( eolico e fotovoltaico) .
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