“PIER PAOLO PASOLINI ,IO SO”
a cura di MARINA MARUCCI ♦
“Il regime è un regime democratico, eccetera, eccetera, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente ad ottenere, il Potere di oggi, cioè il Potere della civiltà dei consumi, invece, riesce ad ottenerla perfettamente, distruggendo le varie realtà particolari. E questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che in fondo non ce ne siamo resi conto. E’ avvenuto tutto in questi ultimi cinque, sei, sette, dieci anni. E’ stato una specie di incubo in cui abbiamo visto l’Italia intorno a noi distruggersi … distruggersi e sparire e adesso, risvegliandoci- forse- da questo incubo e guardandoci intorno, ci accorgiamo che non c’è più niente da fare.”
Questa intervista Rai del 1974 al poeta, intellettuale e regista Pier Paolo Pasolini insieme ad altre testimonianze di Otello Angeli, Pupi Avati, Goffredo Bettini, Gianni Borgna, Osvaldo Desideri, Ugo Gregoretti, Francesco Maselli, Stefano Rodotà e tanti altri, fanno parte del libro intitolato:
” Pier Paolo Pasolini , Io so…” di Enzo De Camillis” scrittore e regista, che il giorno 30 aprile 2022 alle ore 18,00 presenterà la sua opera presso la sede dell’associazione “Il Conservatorio” Via A. Lesen, 10 Civitavecchia, in collaborazione con l’International Tour Film Festival, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Pasolini.
Il libro, tratto dal docufilm dello stesso autore: “Un intellettuale in Borgata” del 2013, descrive inizialmente l’impatto di Pasolini con la Roma del 1950. A quei tempi il quartiere di Monteverde, in particolare Via Donna Olimpia, oggi diventato quasi residenziale, era una borgata, fatta costruire da Mussolini nel 1932 ed abitata da gente povera, sottoproletari, assegnatari di case popolari, oppositori del regime. In piazza San Giovanni di Dio ( sita nel quartiere) c’erano “Le Casermette” un’area vastissima di baracche dove rimasero gli sfollati fino al 1965. Lì vicino c’era un campetto sterrato dove tutta Monteverde andava a divertirsi con il pallore e proprio in quel campetto giocava, con i giovani degli anni cinquanta, Pier Paolo Pasolini. Nel libro ci sono le testimonianze di coloro che in quel periodo lo frequentarono, lo conobbero bene, sottolineando la sua gentilezza, la sua grande disponibilità verso gli umili. E’ da quelle storie che nel 1955 debuttò il romanzo di Pasolini “Ragazzi di Vita”: fu un impatto travolgente tra gli abitanti del quartiere!
Il testo di De Camillis tratteggia il poeta, scrittore e regista a 360 gradi, soffermandosi anche sul suo impegno politico. Nelle interviste riportate c’è la narrazione del suo rapporto conflittuale con il P.C.I. di quegli anni, lucidamente analizzato da Goffredo Bettini ; un colloquio con Gianni Borgna, appassionato studioso del regista; Stefano Rodotà che mette a confronto la politica degli anni sessanta e settanta, con quella di oggi, arrogante e sempre più ignorante; l’ avversione del cineasta per la televisione, come risulta nell’ intervista fatta in TV da Enzo Biagi nel 1971: “ Nel momento in cui qualcuno ti ascolta dal video, ha verso di noi un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico”. Ci sono le parole di Ugo Gregoretti che insieme a Francesco Maselli spiegano la contestazione alla censura e l’occupazione avvenuta durante la Mostra del Cinema di Venezia nel 1968; l’interessante descrizione di Pupi Avati, primo sceneggiatore con Pasolini del Film “Salò, le 120 giornate di Sodoma”, delle traversie affrontate per la realizzazione del film. Nell’incontro con il cinema Pasolini afferma:”….. in realtà ho scoperto che il cinema è qualcosa di ancora più interessante se visto dal punto di vista filosofico che da quello linguistico. In realtà il cinema non è altro che la realtà”. (1971)
Il testo analizza attraverso varie interpretazioni il famoso editoriale uscito sul “Corriere della sera” nel novembre 1974, a quei tempi diretto da Pietro Ottone, borghese illuminato, in cui lo scrittore esordisce e denuncia:
“Io so,
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe”….
Io so i nomi dei responsabili delle stragi…..
Io so i nomi del gruppo di potenti…(…)
Io so tutti questi nomi ed altrettanti fatti (attentati alla istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. (..)”
Pasolini non era l’eccentrico che amava solo provocare. Provava, con forza, quale scrittore e intellettuale “.. di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace, che coordina fatti anche lontani (…) che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia , il mistero.” (P.P.Pasolini 1974 ). Una voce nel deserto, fortemente contestata.
“Tutto quello che annunciava si è avverato” conclude con queste parole la sua conversazione Osvaldo Desideri, uno dei più importanti scenografi italiani. La visione pasoliniana del mondo, della vita e della morte, così profetica, coerente ed integra, ha veramente segnato generazioni intere ma è stata troppo presto dimenticata.
L’ iniziativa ho proprio lo scopo di riflettere su questo intellettuale controverso, indisponibile verso il compromessi con il potere, gentile ed aperto nell’ascoltare le persone e le loro storie. Il giorno del funerale, dopo la sua uccisione così drammatica ed in parte ancora irrisolta, Alberto Moravia intervenne:
“ Abbiamo perso prima di tutto un poeta.. e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo. Ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo. Quando questo secolo sarà finito, Pasolini sarà fra i pochissimi che conteranno come poeta. Il poeta dovrebbe esser sacro.”
Lo stesso giorno, alle ore 17,00, sempre nei locali del Conservatorio verrà inaugurata la mostra di ritratti iperrealisti dedicata ad attori italiani disegnati dal Prof. Mauro Macaluso.
Vi aspettiamo! Grazie
MARINA MARUCCI