RUSSKAJA IDEJA
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
Nell’infuriare della battaglia ucraina può sembrare fuori luogo inoltrarsi nel labirinto della cultura russa per mettere a disposizione dei lettori la “visione del mondo” che caratterizza non solo Putin ma la quasi totalità dell’anima russa.” Siamo immensi,immensi, immensi, quanto nostra Madre, la Russia” diceva Dostoevskij. Nelle pianure sconfinate che fanno emergere nella mente dell’osservatore il concetto di assenza di ostacolo, vive una moltitudine intrisa di conformismo, fedele alla cultura nazionale come non è dato constatare altrove. Parlare di questa cultura significa anche capire più facilmente la rassegnata sopportazione di un popolo alle sanzioni che possono scaturire, anzi, un consolidamento del loro patriottismo. Significa anche comprendere che cosa vuol dire culturalmente “essere dalla parte di Putin” pur condannando la bestialità della guerra. Essere dalla parte di Putin dal solo punto di vista “culturale” non ha nulla di scandaloso, anzi significa accettare idee di spessore non indifferente. L’essenziale è sapere quale sia questo spessore: uno spessore profondamente “religioso”( non stiamo di fronte ad uno Stato teocratico ma di certo esiste pienamente l’accordo armonico, il concetto bizantino di συμφωνία). Naturalmente “l’ortodossia” che andiamo a descrivere in estrema sintesi non ha nulla a che vedere con “l’ortoprassi” che si svolge in queste ore nella martoriata terra ucraina e che per la ferocia con la quale agisce contraddice uno dei pilastri dell’ortodossia: la gradualità! E questo non è un problema da poco per Putin.
Il fine non sempre può giustificare i mezzi!
L’IDEA RUSSA
Il “conservatorismo”!
Ecco un buon titolo con il quale etichettare la “visione del mondo” russa attuale (Luca Gori, La Russia Eterna, Luiss, 2021. A. Ferrari , La Russia e la storia universale, Il Cerchio, 1988. A. Politkovskaia, La Russia di Putin,Adelphi, 2005).
Conservatorismo significa due cose:
- cambiamento organico, ovvero gradualità senza strappi rivoluzionari o percorsi forzati tipo Gorbac᷃ev ed El’cin (evoluzione non rivoluzione);
- fede in una origine extra-umana dell’ordine sociale( la determinante presenza della sacralità ortodossa).
Da Alessandro I (1801-1826) a Putin il conservatorismo, pur nella sua veste “non ufficiale”, si è mantenuto mostrando una vitalità decisa nei momenti più difficili. Una sorta di rifugio psicologico contro le minacce esterne ( il ricorso al “pantheon” di riferimento è indicativo: Pietro il Grande, Caterina II, Alessandro III, Dostoevskij, Tolstoj, C᷃echov, Solov’ev, Berdjaev, Solz᷃enicyn). E’ bene ricordare la reazione di rigetto quando si prospettò da parte zarista di aprire una “finestra sull’Europa”. Rigetto unanime da parte di Pus᷃᷃kin, Dostoevskij, Tolstoj.
La presenza del conservatorismo è tale da far pensare alla Russia come ad una “ideocrazia”. L’idea che è alla base può essere sintetizzata con il termine “IDEA RUSSA”. Termine utilizzato da Dostoevskij nel 1860 ed utilizzato poi quale titolo di due volumi (Solov’ev e Berdjaev). Per meglio comprendere, possiamo citare un concetto che nei I Demoni l’autore fa dire a S᷃atov: “Un vero grande popolo non può mai rassegnarsi a una parte secondaria nell’umanità….Se perde questa fede non è più un popolo…uno solo fra i popoli può avere il vero Dio…Il solo popolo “portatore di Dio” è il popolo russo”.
Ed ancora, Gogol’ profetizzava: “Vedrete che l’Europa verrà da noi non per comperare canapa e lardo, ma per acquistare una saggezza che ormai non si vende più nei mercati europei”.
Questa Idea Russa si è poi trasmessa ai “padri spirituali” che maggiormente hanno influito sul conservatorismo di Putin. Quattro sono gli essenziali riferimenti.
Danilevskij (1822-1885): netto rifiuto per qualsiasi contaminazione con l’Europa a causa della “particolarità etica” del popolo russo ( i russi sono incaricati da Dio di difendere la religiosità dell’umanità)
Leont’ev( 1831-1891): l’Europa è in declino a partire dal Rinascimento. La Russia deve essere capace di nuova civiltà (Putin, citando questo autore, ha parlato di civiltà fiorente multinazionale unita da uno Stato forte che non deve imitare i corrosivi modelli esterni).
Ivan Il’in ( 1883- 1954): missione della Russia è difendersi dalle minacce esterne (occidentali). Le idee putiniane della democrazia sovrana derivano da questo autore.
Gumilev (1912-1992): superiorità genetica del popolo russo (esiste una “energia interiore”, passionarnost, determinata da fattori geografici che spinge il popolo russo ad essere protagonista a favore della umanità tutta)
In sintesi, Putin e gran parte degli intellettuali e della popolazione trae da queste letture una rafforzamento dell’ottocentesca Idea Russa basata sulla specificità della missione dello Stato investito di una “potenza atavica” a realizzare una missione universale da modularsi in modo graduale e non rivoluzionario. Missione da adempiersi ad ogni costo in contrapposizione ad un occidente in declino ma pericoloso in quanto corrosivo dello spirito conservativo del popolo russo. La capacità di soffrire, la capacità di resistere, la capacità di sopportazione accompagna la missione (la “bramosia per la sofferenza” di Dostoevskij, Diario di uno scrittore). Ciò non esclude che la modalità con la quale sta agendo Putin superi il limite consentito dal conservatorismo popolare e possa condurre ad una opposizione. Opposizione alla persona mai al sistema di base.
Questo patrimonio è passato attualmente ai due ideologi più in vista: Dugin (vedi il precedente articolo) e Panarin.
Ma quali sono le radici profonde dell’Idea Russa?
LE RADICI DELL’IDEA RUSSA
Due radici, l’una storica, l’altra teologica.
La radice storica risale al 1448. Era in ballo la possibilità di unione delle Chiese ortodosse con Roma (Concilio di Firenze).Il rifiuto ad accettare l’Unione di Firenze condusse allo stato di “autocefalia” ovvero il diritto di amministrarsi indipendentemente senza l’approvazione di Costantinopoli. Con la caduta di quest’ultima (1453)si affermava l’idea di una translatio imperii da Costantinopoli a Mosca. Sorgeva, dunque, il mito della TERZA ROMA (Νέα Ρώμη: due Rome sono cadute, ma non Mosca. E non vi sarà una quarta Roma! Ivan IV). Qui si inserisce il mai sopito rancore contro l’Occidente romano che non ha protetto la Seconda Roma anzi saccheggiandola più volte prima dell’invasione turca ( si pensi ai cavalli di San Marco).
Questo mito poneva in evidenza il concetto di “potere che trattiene”,o’Kathecon” ( concetto utilizzato dal pensiero russo ben prima di Schmidt). In altri termini, la Russia ereditava, dopo la caduta della Seconda Roma, il ruolo di proteggere il mondo per evitare l’avanzata dell’Anticristo come descritto da San Paolo (Lettera II ai Tessalonicesi). Merita citare Pus᷃kin: Senza dubbio, lo scisma ci ha separati dal resto d’Europa e non abbiamo potuto partecipare a tutti i grandi eventi che l’hanno definita, ma noi abbiamo avuto un destino speciale. E’ stata la Russia ed il suo territorio senza limiti che ha assorbito l’invasione dei mongoli. I Tartari non hanno osato….il nostro martirio ha evitato distrazioni allo sviluppo energico dell’Europa cattolica”. Kathecon: lo scudo che protegge, la spada e l’altare!
La Russia è la forza che resiste alla minaccia esterna inviata dall’Anticristo nelle varie epoche fino ad oggi: i Tartari, i Turchi, Napoleone, Hitler, gli USA, la NATO, l’Unione Europea, il liberalismo, il modernismo, il caos della globalizzazione. E’ l’idea del “doppio scudo” militare e religioso (rosso e bianco, scudo atomico e scudo ortodosso).
Dunque, la grande missione della Terza Roma( Mosca) è quella di evitare l’errore drammatico della Seconda Roma (Costantinopoli) che è stata preda della ferocia mercantilista dell’Occidente prima ancora di capitolare a causa dei turchi. La Terza Roma non commetterà questo errore, non sarà contaminata dal “vitello d’oro” del corrotto Occidente. La Terza Roma ha ereditato lo scettro romano dell’ imperium e non potrà che adempiere alla missione di scudo contro i mercanti del Tempio!
Circa la radice teologica, nel rispetto della brevità, rimando l’argomento al prossimo venerdì.
CARLO ALBERTO FALZETTI
Interessante disamina ma mi chiedo come possano giustificare la ricchezza e il potere degli oligarchi nell’ottica di quello che hai scritto
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Eccellente ricostruzione del retroterra che alimenta il neozarismo. Putin persegue infatti due obiettivi complementari. Uno, comprensibile dal suo punto di vista, è quello di contrastare l’espansione della Nato ai propri confini (ovviamente glissando sulle ragioni che hanno indotto gli ex satelliti sovietici a cercare riparo sotto l’ombrello atlantico). L’altro, più inquietante, consiste in un’offensiva politico-culturale contro l’Occidente, nutrita di paranoia e di reminiscenze dei totalitarismi novecenteschi. L’espansionismo russo risale del resto a tempi lontani. Nell’arco di tre secoli – da Pietro il Grande a Stalin e a Putin – tredici dei quattordici Paesi che attualmente confinano con la Russia sono stati almeno una volta invasi, occupati o sottomessi militarmente dall’ingombrante vicino. Cambiavano solo le divise degli aggressori e i pretesti inventati per giustificare l’aggressione.
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Caro Carlo Alberto, dato che il tuo Spazio parte dal tono emotivo e dato che il tuo scritto riempie una lacuna culturale riguardo alla storia ed alla teologia politica, in particolare sui ” simboli” escatologici secolarizzati in Occidente(e la Federazione Russa è “Euro”-Asia), dato che la cultura più vicina ha fondato questi temi(Agostino e Dante),
Io mi riservo di risponderti in seguito.
Paola
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Carissimi, mi vedo costretta a studiare per seguire le vostre dotte ricostruzioni così complesse e che richiedono una pluralitadi informazioni, conoscenze, letture di base onestamente di rilievo e “raffinate”. E io che mi accontentavo dei grandi scrittori citati! Grazie Carlo perché mi aiuti a capirli più a fondo. Comunque il piacere della lettura de “I demoni” è unico…
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Otiima ricostruzione. Per un simile disegno strategico del ruolo della Russia è necessario comunque un tassello non secondario, che riguarda il Novecento, cioè l’edificazione del Socialismo. Meglio, la rimozione di un clamoroso fallimento. Un disegno storico così ricostruito da Falzetti non può che alimentarsi con tale rimozione. Prendere atto di quel fallimento rappresenterebbe una cesura non ricucibile, una cesura che gli altri paesi che facevano o farebbero parte della Grande Russia ritengono definitiva. Certo, è una delle tante rimozioni della Storia che alimentano da sempre nazionalismi e guerre. La restaurazione ha qualcosa di titanico, surreale, in fin dei conti paranoico.. Marcello Luberti
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