L’isola che non c’è
di BRUNO PRONUNZIO ♦
L’altra sera, ascoltando in auto la radio, ho sentito una notizia piuttosto strana: dopo circa due secoli, a causa di un anomalo abbassamento del livello del mare dovuto a particolari condizioni atmosferiche, è emerso di fronte a Sciacca l’isolotto di San Giorgio. Il fenomeno non è nuovo, tanto che l’isolotto figura in alcune mappe del Seicento e del Settecento.
L’isola che non c’è mi ha portato alla mente altri casi singolari, alcuni documentati e altri, invece, probabile frutto della fantasia popolare.
Sempre nei dintorni di Sciacca, a circa cinquanta chilometri dalla costa, nel luglio del 1831 alcune scosse di terremoto anticiparono un’attività vulcanica sottomarina che in breve tempo portò all’emersione di un’isola vera e propria, alta sessanta metri e con un perimetro di un chilometro. La nuova isola sorta dal mare, una vera e propria res nullius, faceva gola alla flotta di Sua Maestà Britannica, che incrociava nell’arcipelago maltese, colonia inglese fin dai primi anni del diciannovesimo secolo, alle navi francesi, che la chiamarono Julia, rifacendosi al mese di nascita, e a quelle del Regno delle due Sicilie, che in onore del sovrano la battezzarono Isola Ferdinandea. La disputa tra i pretendenti ebbe breve durata, in quanto dopo circa due mesi il moto ondoso e alcune frane rispedirono l’isola sotto il livello del mare.
Di diversa natura è la storia, o la leggenda, che avvolge Conca, la città profondata a largo della costa romagnola, di fronte alla foce del fiume omonimo. Le notizie di Conca risalgono al Trecento, periodo in cui un anonimo commentatore della Divina Commedia (Dante cita Cattolica nel 28° canto dell’Inferno) scrive:
La Cattolica è un borgo presso a questa Focara, in su la marina; ci fu già una buona terra, ma è coperta dal mare…”(…) et anch’ora (…) si veggiono sotto l’acqua del mare gran pezzi di muri et di torri, et puossi comprendere che terra vi sia stata sotto
Fu lo storico forlivese Flavio Biondo che nel quindicesimo secolo attribuì alla città sommersa il nome di Conca, antico insediamento romano la cui posizione, con il passare del tempo, divenne incerta.
Nei secoli seguenti vi furono diversi tentativi per cercare i resti di quell’Atlantide romagnola, senza tuttavia alcun esito positivo. Di Conca città profondata resta soltanto l’annotazione su alcune mappe del passato
Non molto distante da Cattolica, a largo di Rimini, l’Isola delle Rose balzò agli onori della cronaca durante l’estate del 1968. L’ingegnere bolognese Giorgio Rosa progettò e realizzò – tra il 1958 e il 1967 – una piattaforma di 400 mq a circa 12 chilometri dalla costa, oltre le acque territoriali dell’epoca. Il 1° maggio 1968 Rosa proclamò Stato indipendente la Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose, adottò come lingua ufficiale l’esperanto, creò una moneta, il Mill, che non fece in tempo a coniare ed emise alcune serie di francobolli.
L’avventura dell’Isola delle Rose durò anch’essa un paio di mesi. Venne occupata dalle forze dell’ordine il 26 giugno 1968 e fu disposto un blocco navale da parte della Guardia di Finanza e della Capitaneria di porto per evitare che chiunque potesse attraccarvi. Dopo diversi tentativi politici e diplomatici volti a mantenere l’autonomia di quella micronazione, nel febbraio del 1969 gli incursori della Marina Militare minarono i piloni della piattaforma facendola affondare.
Fin qui quattro storie curiose di isole che sono sorte, scomparse o forse apparse solo nella fervida fantasia di qualcuno. Ma il bello della scrittura è che il racconto va oltre e, da cacciatore di coincidenze, non potevo non notare che queste quattro isole sono collocate geograficamente, a coppia, in due specchi d’acqua circoscritti: davanti alla costa romagnola e a quella agrigentina. Ma c’è di più. In tutte e due le zone c’è una località che ha lo stesso nome: Cattolica in Romagna e Cattolica Eraclea in Sicilia…. Sarà un caso?
BRUNO PRONUNZIO
Sempre originale e con spunti “enigmistici”. Molto bello e interessante, grazie Bruno.
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Che bel contributo Bruno,tra storia, singolari e signi ficative coincidenze che la colorano di mito.. Grazie!
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Sulla storia dell’ isola delle Rose è uscito due anni fa un originale film. Dovrebbe essere ancora disponibile su Netflix.
In ogni caso, piacevolissima lettura, Bruno.
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