“CHE AMBIENTE CHE FA” DI LUCIANO DAMIANI – LA TRANSIZIONE PASSERÀ DA CIVITAVECCHIA
di LUCIANO DAMIANI ♦
Che succede? Succede che ENEL ha comunicato la “buona novella”. Una storia che la gente di questa città attende da tempo, da decenni di servitù energetica. Non è una storia che parla di chiusura, di dismissione o di abbandono, no, è na storia che parla di trasformazione del polo energetico, dal fossile al sostenibile, all’energia solare supportata dall’accumulo dell’extra produzione.
Ieri (mercoledì 23) é stata una di quelle giornate nelle quali le notizie si inseguono e si mischiano alle ipotesi. La notizia che ENEL non aveva partecipato all’asta del ‘Capacity Market’ per la produzione da gas si è diffusa nei social media come un lampo. In realtà l’asta in questione era valida per l’anno 2024 ma da più parti si è andata diffondendo la notizia della rinuncia di ENEL alla realizzazione della centrale a gas a TVN. Le comunicazioni ufficiali non si sono fatte attendere, esponenti delle istituzioni sono stati informati per telefono, ma anche i media hanno riportato la voce ufficiale dell’ente elettrico. È confermato, ENEL ha deciso di abbandonare l’idea di una centrale a gas a Civitavecchia. Almeno qui la transizione non passa per il gas, nei piani per TVN c’è l’energia solare e le batterie di accumulo dell’energia di extra produzione. Non si tratta quindi di una mera chiusura ma di una reale trasformazione dell’impianto. Anche dal punto di vista occupazionale appare essere una buona nuova.
Così si esprime ENEL in un articolo di un media locale:
“l programma di decarbonizzazione avviato da Enel in Italia prevede lo sviluppo di energie rinnovabili in tutto il territorio italiano e la chiusura degli impianti a carbone entro il 2025, in coerenza con le tempistiche previste dal Pniec, per sostituirli con nuovi poli energetici costituiti da impianti a fonti rinnovabili, impianti di accumulo e impianti a gas, questi ultimi nella misura strettamente necessaria per mantenere in sicurezza il sistema elettrico italiano”
Per quanto ci riguarda:
“…..la scelta di Enel deriva dall’ascolto delle necessità espresse dal territorio rispetto a uno sviluppo del sito in altre direzioni e considerando le effettive esigenze di capacità flessibile del sistema elettrico nella macro-area. Per lo sviluppo del sito – concludono dall’azienda – proseguirà quindi un percorso condiviso con gli stakeholder locali in ottica di sviluppo sostenibile del territorio”.
Certo é giusto esserne felici, dopo tanti anni di servitù l’idea di un sito che smette di produrre fumi venefici, l’idea di passeggiare alla Frasca senza lo sfondo di quella ciminiera é un sogno che diventa realtà e speriamo di non doverci risvegliare dal bel sogno, ma occorre essere attenti alla realtà, occorre essere obiettivi ed andare oltre le parole che, sappiamo sin troppo bene, sono spesso di circostanza dettate dal momento e dalle situazioni ma in realtà nascondono i veri motivi. È bello certo credere che si siano ascoltate le istanze del territorio e che si sia deciso in quel senso ma è davvero così? Alcune riflessioni vanno fatte.
La prima che viene alla mente é dettata dal momento congiunturale, l’esplosione dei prezzi del gas e la guerra in Ucraina fanno pendere indubbiamente la bilancia dalla parte di chi non vede nel gas la transizione verso al transizione, scusate il bisticcio di parole. Si sa anche che all’interno di ENEL c’é chi propende per il gas e chi per passare direttamente alle sostenibili. C’è poi un’altra considerazione sempre legata all’attualità ma con più ampio respiro, ovvero quanto, sebbene invia di definizione, indicato dalla tassonomia verde della UE. È vero che sia il gas che l’energia nucleare sono state considerate opzioni sostenibili nell’ottica della transizione, ma é pur vero che sono stati stabiliti dei limiti di emissione di CO2, limiti nei quali gli impianti previsti da ENEL, e quindi anche quello di TVN, non rientrano.
Così Il Sole24ore in un articolo del 7 febbraio scorso:
“Le regole europee appena approvate dicono che per essere considerata sostenibile e finanziabile una centrale alimentata con metano deve avere condizioni quasi irraggiungibili. Meno di 270 grammi per chilowattora prodotto, 100 grammi dal 2030. Un impegnativo rompicapo sul confine dei princìpi della termodinamica”
Questi limiti sono tanto restrittivi da indurre il paese a richiederne la revisione:
“Cosa chiede invece l’Italia? Un limite accettabile, secondo il governo, sarebbe 340 grammi di Co2/kWh. Oppure una media annuale di 750 kg di Co2/kWh. L’Italia vorrebbe che il regime transitorio prima di passare ai limiti di emissioni più stringenti fosse prolungato fino al 2035. E che la Commissione considerasse anche, nel calcolo delle emissioni degli impianti a gas, i meccanismi per la cattura del carbonio (CCS) su cui il nostro Paese evidentemente punta come strumento strategico” (cit. Economia Circolare 25 gennaio).
La richiesta di tale incremento non può che far pensare che le centrali in programmazione non siano in grado di rientrare in quei limiti, forse potrebbero rientrare nei limiti della media annuale a patto però di funzionare da tampone occasionale per le sole esigenze di mantenere la rete in equilibrio, non certo per grandi poli energetici destinati a funzionare h24, una media annuale di 550 kgCO2e/kW, tanto prevede la Tassonomia.
Insomma, é verosimile che la decisione di abbandonare l’idea del gas a TVN dipenda da tutto l’insieme dei fattori concorrenti, anche, perché no, dalle istanze del territorio. Siamone contenti.
Su questo tema i comitati e le associazioni locali sono riusciti a sintetizzarsi in una voce ed azione unitaria, cosa decisamente nuova per la nostra città, uniti prima sotto il simbolo del Comitato SOLE, e poi con altre realtà associative, vedi quel contenitore che ha preso il nome di “Civitavecchia Bene Comune”, sono riusciti anche a convogliare sindacati e pezzi della politica e della società civile verso l’obiettivo preciso di battere l’idea del gas come transizione alle fonti sostenibili e nel contempo di proporre un nuovo corso per TVN, tutto fa pensare che sarà, alla fine, così se é vero che
“…..la scelta di Enel deriva dall’ascolto delle necessità espresse dal territorio rispetto a uno sviluppo del sito in altre direzioni…”.
Bene però fanno, gli stessi comitati, ad invitare all’attenzione, le cose possono sempre cambiare, sono pur sempre ancora parole.
La domanda ora nasce spontanea, per molti interlocutori il gas a TVN era inevitabile perché non si poteva fare la transizione senza il gas, questo era il mantra che spesso, dalla politica e non solo, veniva recitato nei dibattiti sul futuro della centrale. Sbagliavano, se non altro non serve una massiva produzione da gas ma quel tanto che basta per mantenere in equilibrio la produzione energetica.
Una nota di colore, perché di colore si tratta, viene dall’abitudine della politica di appuntarsi abusivamente le ‘vittorie’, evito il fastidio delle citazioni, sarebbe veramente stucchevole. Nel prolificare delle dichiarazioni c’è chi qualche merito in più se lo appunta, ma in genere si aggiudica ‘la vittoria’ all’impegno comune del territorio, sarebbe stato meglio però che, specialmente la politica, avesse tenuto in considerazione le attuali contingenze che non sono da poco, se non altro per evitare la solita attribuzione dei meriti, una cattiva abitudine che andrebbe abbandonata, giusto nell’idea di recuperare parte della credibilità perduta, ci vuol modestia per essere credibili. Ma va bene così.
LUCIANO DAMIANI