ECCO IL TUO MARE.

di CARLO ALBERTO FALZETTI

A Te o Potenza sconosciuta.

Vorrei che Tu mi concedessi  la possibilità di farmi da parte.

Affinché possa io offrire il mio corpo  ad un corpo che più non è.

Affinché possa io offrire la mia vista, il mio olfatto, il mio tatto, il mio udito a chi più non può.

Affinché chi ha subito  la rapina della vita possa reincarnarsi nella mia carne.

Di qualche attimo , solo di attimi io mi faccio supplice, non chiedo oltre.

.   .   .

Mio vecchio amico d’un tempo sei tu che ti fai avanti?

Se io potessi  ti direi: entra nel mi corpo, te l’offro. E ti direi :  guarda il mondo come un tempo lo vivevi.

Quanti anni sono trascorsi? Che ne è del tuo povero corpo? Sei solo un sottile alito di vento?

Vuoi che io vada alla marina?

E’questo che vuoi?

Spirito vagolante ecco il tuo mare, senti il profumo delle alghe, dell’erba degli scogli, inspira la brezza densa del sapore marino.

E’ cambiato qualcosa? Certo, lo è, ma il calore della vita è sempre lo stesso.

Mio vecchio amico quanto avvertirei il tuo rimpianto,

le piccole cose che hai perso,

la tavola apparecchiata, la stanza da rassettare,

le persone care da consolare,

i grandi affetti svaniti,

il respirare, l’assaporare, il riso ed il pianto che più non hai.

Sei io potessi  ti direi:   godi quest’attimo che ti è stato concesso. Vivi tramite i sensi che io ti offro, guidami dove tu vuoi che io vada.

Mio caro amico,mi son fatto da parte perché il mio io non rechi fastidio al tuo contemplare.

Mio caro amico, mi son fatto da parte per un attimo per farti dono di me stesso.

E Tu Atto sconosciuto non restare ineffabile come sempre,  ma pietoso concedi .

 

 

Eterna illusione quella che dei morti rimanga qualcosa, seppur impalpabile. Un soffio, un alito,un sussulto.

Eppure, a volte quando osserviamo sereni un luogo, quando viviamo una situazione ecco balzare nella mente il ricordo di un amico, di un caro affetto che condividerebbe quel momento con la stessa gioia, con la stressa intensità nostra .Provate, allora, a farvi da parte. Provate, allora, a permettere che quel ricordo vi sembri qualcosa in più di un semplice prodotto della memoria. Provate a dare sostanza ad esso. Fate che quel qualcosa viva per un attimo, un solo attimo per il tramite vostro.

Voi, noi, affogati nelle nostre abitudini di sempre per trascinare avanti la nostra esistenza tentiamo cIò che il Dio non concede..

 Quanti  gli affetti in attesa?

 

 

                                      Amicus meus, de profundis clamat anima tua!

(A mon amour, Simone Weil,  Effacement)

CARLO ALBERTO FALZETTI