IL TEATRO TRA VERITÀ E DENUNCIA: MARIO TRICAMO – 4. Il periodo sperimentale: storia e fondazione dell’Associazione Trousse (1976 –1994)

di GIULIA MASSARELLI

Sempre a Roma e parallelamente al lavoro con i grandi Maestri, Mario entrò a far parte dell’Associazione Trousse al fianco del suo amico e fedele compagno di viaggio Giorgio Granito.

L’Associazione Trousse si costituisce nel 1976 con lo scopo di occuparsi di teatro, cultura e spettacolo. Nel corso di quarantacinque anni di attività continua con le sue opere originali, coglie il senso del tempo con un’attenzione particolare alla sperimentazione legata alla commistione degli stili ed alla sintesi delle arti, alla drammaturgia contemporanea, alle recenti ed attuali vicende della nostra storia contemporanea, alle nuove istanze artistiche, di cui l’Associazione è protagonista. Gestisce Centri Culturali ed attiva negli anni significative azioni di interventi territoriali diretti allo sviluppo culturale delle zone interessate.

Dal 1976 al 1994 opera con la Direzione di Renato Mambor, artista creativo che indaga i profondi rapporti tra Teatro ed Arte, ad oggi riconosciuto precursore dei tempi. Con la sua opera compie incursioni nella realtà modificandola con invenzioni geniali che ricompongono ogni considerazione etica, estetica e comportamentale degli individui e della comunità.

Nel 1974 Mambor sperimenta l’intuizione incorporante del meccanismo privo di utilità e spessore estetico, applicandola a un approccio di esaltazione-enfatizzazione e non di decontestualizzazione. Una sorta di parallelepipedo di metallo – detto trousse – aperto sui lati viene prima utilizzato per contenere una serie di oggetti, successivamente anche persone – e poi fotografato assieme a ciò che contiene. Si tratta di un processo di sconfinamento delle arti visive nella performance, di incorniciare la realtà attraverso un nuovo dispositivo.
Nel momento in cui Mambor ebbe l’idea di incorniciare un uomo scattò un elemento di imprevedibilità: l’uomo-soggetto non poteva essere delimitato in superficie, ma bisognava avere un atteggiamento di relazione con la persona nella sua totalità, con i suoi pensieri, il suo immaginario, le sue memorie; la trousse diventò così un teatrino mobile in cui i soggetti che lo abitavano vivevano un atto teatrale d’identità attraverso la relazione creativa tra l’individuo e il gruppo.
Riempire questa porzione di spazio con idee, oggetti creativi, storie personali, musiche, abitarla, significava arredare la trousse mettendo al centro la propria creatività.

Ed è proprio da questo parallelepipedo-contenitore, che prende il nome la Compagnia sperimentale fondata da Mambor, il Gruppo Trousse. L’idea di questo nome, Trousse, è presa dall’astuccio degli strumenti, atti a compiere operazioni di migliorie come la borsa del trucco, gli attrezzi del meccanico e del chirurgo. Questi strumenti indicavano l’assistenza corale offerta da tutti i componenti del gruppo a colui che a turno si proponeva come protagonista del suo atto unico. Da questo interesse metodologico che guidava la vita del laboratorio sono nate diverse forme di spettacolo. Con il Gruppo Trousse, Mambor ha presentato spettacoli di cui è autore, regista, attore, scenografo, perseguendo la sua idea di teatro fortemente visivo ma attento alle dinamiche psicodrammatiche: lo spettacolo è la sua opera.

Alla ricerca del nuovo, dell’altro e dell’oltre: è questo l’humus dal quale Mario prende le mosse, un’insaziabile ricerca oltre i confini della tradizione.

Prediligere l’idea, dunque, la progettazione mentale piuttosto che la realizzazione pratica; l’artista concettuale non produce oggetti ma usa l’oggetto come mezzo di comunicazione, mentre la progettazione è ciò che gli interessa. Quindi non viene più privilegiato l’oggetto, ma il concetto dell’oggetto. L’arte concettuale analizza sé stessa in quanto linguaggio attraverso la segmentazione – e la successiva ricomposizione – del dato artistico; lo stesso procedimento viene applicato in ambito teatrale, laddove il meccanismo analitico viene attuato mediante la desemantizzazione dell’elemento verbale, la frammentazione della parola, dell’oggetto, del gesto. In tale operazione tutti gli elementi assumono lo stesso valore, non c’è l’esistenza di un unico elemento fondante.

Quello di Renato Mambor è definibile come un teatro analitico-esistenziale in quanto la riflessione sulle diverse componenti teatrali prende le mosse dal dato esistenziale: il vissuto entra nell’estetico, invade la scena e tutto ciò comporta un atteggiamento diverso da parte del pubblico di fronte a ciò che vede. Lo spettatore, quindi, non è più chiamato a intuire il significato di una certa opera e a darne un’interpretazione, ma a ricostruire la logica formale e strutturale, reinventando la combinazione dei diversi elementi presenti. Non c’è un’intenzione narrativa o produzione di senso, viene superata l’idea di spettacolo come prodotto finito: l’avvenimento spettacolare è l’hic et nunc, irripetibile, un momento di confronto e scontro tra attore e spettatore in una precisa situazione spazio-temporale.

In questo contesto nascono una miriade di gruppi e formazioni quasi sempre in provincia, che rappresentano non solo una delle testimonianze più significative della ricchezza e della fertilità della scena italiana, ma anche il sintomo di una destabilizzazione ideologica ed estetica nei confronti della tradizione, del moderno e dell’avanguardia nel suo insieme.

L’impronta lasciata dal Maestro Renato Mambor e il palpitante contesto artistico-culturale hanno segnato profondamente il modo di procedere e l’identità artistica dell’Associazione. Dal 1994 ad oggi, la Compagnia Teatrale Trousse opera con la direzione di Giorgio Granito. Quest’ultimo, a differenza di Mario che non ha mai avuto modo di lavorarci, ha interpretato gli spettacoli di Renato Mambor e con una vasta esperienza attoriale e produttiva, Giorgio Granito, fin dal 1994, indirizza la propria azione alla gestione di teatri e centri culturali. Parallelamente avvia un profondo sodalizio, produttivo ed artistico, con Mario Tricamo che ha il suo epicentro in opere e produzioni che indagano nella relazione tra legalità, moralità ed etica. Infatti, i due artisti ritengono che ogni azione umana, sia scientifica che artistica, debba sempre far riferimento a questo tipo di relazione.

Con la Trousse realizzano, sotto il profilo produttivo ed artistico, una drammaturgia attenta alle problematiche della vita civile, alla cultura della legalità, agli avvenimenti della nostra storia contemporanea, ai nuovi autori ed alla interdisciplinarità, rappresentando centinaia di spettacoli in tutta Italia.

Dunque, si tratta di un teatro che pone al centro l’oggetto-realtà, la stessa che tutti vedono ma pochi conoscono, con l’obiettivo di sviscerarla, indagarla, scoprirla, fino ad arrivare ad una, presunta, verità.

Infatti, gli spettacoli si distinguono per la loro novità ed originalità, sfidano misteri ed inganni mettendo in scena azioni oscure del potere con citazioni documentate, nomi e vicende accertate. Con i loro spettacoli Mario e Giorgio lanciano appelli per la verità e una società migliore. Ciò che può sembrare utopia, per gli artisti dell’Associazione Trousse si chiama impegno civile, dovere di un cittadino che ha il diritto di ricercare e conoscere la verità.

Il sodalizio artistico con il regista ed autore Mario Tricamo durerà fino al 2001, anno in cui Mario, affetto da una grave malattia, sarà costretto ad abbandonare le scene.

La Trousse con Giorgio Granito, dal 2001 ad oggi, prosegue la propria attività, con centinaia di spettacoli ed eventi, sviluppando la ricerca già avviata ed arricchendola degli studi sul rapporto tra teatro ed arte; si ricordano anche le molteplici mostre ed esposizioni d’arte. L’Associazione incentiva la produzione di spettacoli che riguardano le vicende storiche contemporanee del nostro Paese e di commedia sociale ove vengono messe alla berlina le ipocrisie e gli inganni di una società divisa.

Alle manifestazioni curate dalla compagnia sono intervenuti migliaia tra artisti, registi, pittori, scultori, attori, musicisti, autori, tra i quali si ricordano:

Renato Mambor, Sergio Schifano, Angelo Maria Ripellino, Nino Borsellino, Giulio Carlo Argan, Enrico Montesano, Giorgio Albertazzi, Walter Pedullà, Ghigo de Chiara, Anna Mazzamauro, Flavio Bucci, Gianfranco D’Angelo, Mariano Rigillo, Sandra Milo, Paolo Chiarini, Piero Dorazio, Raffaele Paganini, Luigi Squarzina, Kledi Kadiu, Giulio Einaudi, Agostino Lombardo, Enzo Siciliano, Renzo Tian.

GIULIA MASSARELLI                                                                                                               (continua)