RUBRICA – “BENI COMUNI” – 4. In loco qui Taurina dicitur. Piano piano… Catalogo Documenti Utili: Norme del PPA 1988-1990 e progetti termali.

di FRANCESCO CORRENTI ♦

Nella puntata precedente, abbiamo parlato delle due località termali della Tuscia, quella di Aquae Tauri a Civitavecchia e quella delle Aquae Apollinares a Bracciano, dove i programmi di sviluppo – anzi di ripristino e incremento – delle “preesistenti” attrezzature curative, intorno a consistenti vestigia monumentali di età romana, sono da diverso tempo interrotte. Il nostro discorso ci ha portato a confrontare la situazione di altre realtà termali, con particolare riferimento alle Terme Euganee dei dintorni di Padova, dove i Comuni di Abano Terme, Montegrotto Terme, Galzignano Terme, Battaglia Terme e Teolo costituiscono il più grande polo termale d’Europa, immerso – come proclamano le brochure e i dépliant promozionali – «nel verde dei caratteristici colli vulcanici, con una estensione di 36 chilometri quadrati, una infinità di sorgenti, conosciute e apprezzate sin da epoche preistoriche come fonte di salute e benessere, la cui forza benefica è alla base di tutti i più moderni trattamenti terapeutici ed estetici effettuati negli oltre cento hotel termali, dove ogni ospite è accolto e seguito con la massima professionalità e cordialità e dove, alla ricca vegetazione spontanea che alterna macchia mediterranea a fitti boschi, si intrecciano vigneti, oliveti, vasti prati e un’ampia rete di sentieri percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo». Avendo a disposizione, inoltre, la potente attrattiva di una rete museale attiva e funzionale, con eventi espositivi e didattici sempre aggiornati, su un’ampia gamma di tematiche che riguardano il territorio, la sua storia, il suo ambiente naturale ed antropico ed ogni attività d’interesse pubblico e collettivo. La più che positiva impressione avuta nelle ripetute visite ai luoghi e alle dotazioni culturali venete è stata espressa e messa nel giusto rilievo nella recente nota, con quel sottofondo di dispiacere per la situazione molto diversa che si deve constatare nella Tuscia.

Rubrica beni comuni fig 1Tuttavia, approfondendo la questione ed aggiornando le informazioni, necessariamente incomplete a causa della lontananza e delle circostanze, abbiamo potuto registrare qualche importante novità, essendo stati avviati nuovi progetti che possono rappresentare, insieme alla prosecuzione delle ricerche archeologiche, concrete soluzioni per la ripresa dei programmi iniziati negli anni ’90 con finanziamenti pubblici di grande entità, con lavori ad ampio raggio e con istallazioni tecnologiche sofisticate e molto costose, per subire poi un arresto improvviso e vedere il crollo di tutte le iniziative, nel fallimento della società incaricata dal Comune di attuare i piani approvati.

Per comprendere meglio quali fossero quegli ambiziosi programmi e restare nell’alveo dei temi della rubrica, vediamo di rileggere le carte del tempo, tenendo in ogni caso ben presente il fatto che le regolari attività svolte nel rigoroso rispetto delle decisioni politico-amministrative e delle stringenti previsioni del piano urbanistico sono state ad un certo punto strappate dalla competenza locale, avocate ad organi estranei e trasferite altrove, per poi affondare nella sabbia.  

Il sottotitolo della puntata, «Piano piano…», non vuol giocare sulle parole ma dare conto della procedura di pianificazione seguita, attraverso la successione di strumenti urbanistici di inquadramento ed esecutivi, e anche della speranza che, sia pure ad una velocità non eccessiva, qualcosa delle tante previsioni possa vedere la luce. Dato che le elaborazioni e i dibattiti di quegli anni ormai lontani non sono più a conoscenza dei cittadini di oggi e, in buona parte, neppure degli attuali amministratori, richiamare quelle idee e ricostruire l’assetto urbanistico immaginato allora può avere una sicura utilità, malgrado l’ambito limitato di diffusione di questi scritti, sia perché è sempre buona prassi basarsi sulle esperienze e le scelte “a monte”, sia perché ne può derivare uno stimolo ad ampliare la riflessione ed a provocare nuove ipotesi per  innescare la più ampia collaborazione tra i soggetti che operano la trasformazione urbana.

La tavola riprodotta in queste pagine è il “planivolumetrico” del 1990, ossia la rappresentazione, in veduta zenitale, degli edifici previsti e delle sistemazioni esterne, conformemente alle prescrizioni del “Piano attuativo paesistico di inquadramento” approvato dal Consiglio comunale nel marzo del 1990. A destra è visibile la via Terme di Traiano con la sua prosecuzione verso Allumiere e Tolfa e con l’accesso al complesso archeologico delle Terme Taurine, oltre il quale è situata l’area della chiesa templare di San Giulio (poi dedicata a Sant’Egidio dopo il restauro da parte dei Cavalieri di Rodi, durante la loro permanenza a Civitavecchia e Viterbo dal 1523 al 1530 precedente al loro insediamento a Malta), di cui rimane parte della torre campanaria romanica con la bella volta a crociera. Le opere di sistemazione rappresentate comprendono un insieme di aree giardinate o di verde naturale, articolate lungo assi prospettici e percorsi pedonali, con ampie estensioni alberate, zone di sosta e diverse fontane e aree d’acqua, oltre a piscine termali e grandi spazi attrezzati per spettacoli all’aperto, attività ludiche, piccoli impianti per attività motorie e sportive. I volumi per le costruzioni, di altezza ed ampiezza ridotte, sono inseriti nel paesaggio collinare in modo da non creare disturbo visuale ma da apportare all’insieme elementi di riferimento spaziale, dove l’architettura non dissonante ma armonica, per forma, materiali e colori, è complementare alle sistemazioni arboree. Le destinazioni d’uso escludono l’edilizia residenziale e sono rigorosamente limitate allo stabilimento per le cure termali ed alle attrezzature ricettive e di ristorazione.

Le idee progettuali rappresentate dal disegno planimetrico e dagli altri elaborati tecnici esecutivi sono coerentemente conformi alle disposizioni che erano state formulate nel “Secondo programma triennale di attuazione del piano regolatore, 1988-1990”, adottato e approvato con deliberazione CC n° 1142 del 18 ottobre 1988. L’art. 31 del programma indicava gli ambiti territoriali nei quali poteva aver luogo «l’attuazione del Piano Regolatore Generale, per mezzo degli interventi e delle attività urbanistico-edilizie d’iniziativa pubblica e privata ed ai fini di un assetto territoriale corrispondente alle esigenze della comunità locale nel rispetto degli interessi pubblici superiori».

Tra questi, nell’ambito delle zone per insediamenti produttivi e di servizio, previa formazione dello strumento urbanistico esecutivo, era compresa la zona termale T.A/Terme di Traiano-Ficoncella, per le parti di proprietà statale e comunale o da acquisire mediante espropriazioni. In tale zona, il programma prevedeva «lo svolgimento di una organica e completa serie di ricerche e rilevamenti, da porre a base del piano per l’individuazione delle preesistenze archeologiche (insediamento di Aquae Tauri, resti degli impianti termali, chiese di S. Giovanni e di S. Egidio ecc.) e per la definizione degli interventi di tutela, di ripristino ambientale (con cessazione della coltivazione di cave e sistemazione delle aree alterate) e di valorizzazione culturale e turistico-termale; contemporaneamente a tali attività preliminari, svolte dal Comune di concerto con la Regione, con la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici del Lazio e con la Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale, sarà definita una prima fase attuativa, che riguarderà gli interventi necessari alla riunificazione del complesso monumentale delle Terme Taurine (con scavi e lavori per riportare in luce le parti ancora internate), il restauro dei campanile romanico di S. Egidio, le opere di rimboschimento e di riassetto idrogeologico ed il perfezionamento delle procedure di espropriazione delle aree, per la parte compresa nel piano per gli insediamenti produttivi di cui all’articolo 27 della legge 22 ottobre 1971, n° 865, sulla base dei criteri indicati dal piano particolareggiato; in conformità alle norme di tutela paesistica ed archeologica, sarà redatto un progetto architettonico unitario delle attrezzature ed impianti turistico-termali e di ogni altra opera connessa.»

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Oltre all’Indicazione delle opere di urbanizzazione previste (art. 34), il programma stabiliva anche «le opere pubbliche di carattere generale, di cui si prevede nel corso del triennio la realizzazione o comunque l’inizio da parte dei Comune e degli altri enti istituzionalmente competenti, sono descritti nel seguente elenco ed indicate con la stessa lettera di riferimento, sulla cartografia allegata (elaborati n° 4 e n° 5)». In questa categoria, al punto 5), erano inseriti gli interventi per la riqualificazione dell’ambiente naturale ed urbano, il potenziamento delle attrezzature sociali, la valorizzazione e la fruizione collettiva delle risorse territoriali, che venivano definiti come segue:

«Sono comprese in questa categoria di interventi le opere che saranno eseguite dal Comune, con propri fondi di bilancio o con contributi statali, regionali e .provinciali, e dalle altre amministrazioni pubbliche competenti, per il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale, per la riorganizzazione e la diffusione dei servizi sociali e per il razionale sfruttamento delle risorse naturali, in funzione del miglioramento della qualità della vita; tali opere sono prevalentemente destinate a coprire le gravi carenze esistenti nel settore e sono coordinate con gli interventi previsti nei precedenti paragrafi, risultando in molti casi interdipendenti; per semplicità espositiva, le suddette opere sono raggruppate per affinità nelle tre lettere seguenti (richiamate nelle planimetrie allegate, che ne indicano la localizzazione di massima), ma devono intendersi omogeneamente integrate tra loro, per la costituzione di un sistema continuo e capillare di spazi pubblici – di supporto agli insediamenti residenziali e produttivi -, completato dai servizi di livello inferiore, inseriti nei singoli insediamento:

«U – interventi di tutela, restauro e utilizzazione dei beni di cui alla legge 1° giugno 1939, n° 1089, e delle altre preesistenze di interesse storico; sono previsti interventi diretti della Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale (consolidamento del complesso monumentale delle Terme Taurine o di Traiano; campagne di scavo, restauro e sistemazione della vasca termale della Ficoncella e degli altri resti romani; sistemazione e valorizzazione delle necropoli etrusche della Scaglia, dei Pisciarelli e dì Boccella, consolidamento e valorizzazione delle strutture portuali romane; allestimento dell’antiquarium didattico previsto nel piano di zona n° 4/San Gordiano presso la cisterna romana e sistemazione – con opportuni sussidi didattici – delle altre preesistenze, con particolare riferimento a quelle ricadenti negli ambiti previsti dal programma per l’insediamento di attività di trasformazione urbanistico-edilizia, tra le quali si menzionano i resti di abitati protostorici e le ville marittime lungo la fascia costiera interessata dall’imbonimento portuale, dagli impianti dell’E.N.EL. e dalla valorizzazione turistica di iniziativa comunale in località Prato del Turco, Punta S. Paolo, la Mattonara, Torre Valdaliga, Cappelletto e la Frasca, nonché le ville rustiche e gli altri resti nelle zone interessate dalla espansione urbana, dagli insediamenti produttivi e dalla costruzione di infrastrutture in località Sterpeto, Campo Reale, Poggio Elevato, Monna Felicita, Maggiolino ecc.) e della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici del Lazio (restauro della fortezza detta Forte Michelangelo, da destinare almeno parzialmente entro il triennio ad attività culturali, con ripristino della sistemazione esterna originaria; interventi di restauro e ripristino delle strutture portuali e dei monumenti rinascimentali e barocchi, con particolare riferimento agli edifici superstiti nel porto e nel centro storico, alle mura urbiche di piazza Aurelio Saffi ed alla cinta dei bastioni sangalleschi della Darsena e di via Antonio da Sangallo il Giovane; restauro dei campanile romanico di S. Egidio ecc.), interventi coordinati, eseguiti dal Comune, con il concorso delle altre amministrazioni pubbliche (arredo della Villa Albani, da destinare a biblioteca storica e gabinetto delle stampe; completamento dei tempietto di S. Lorenzo e dell’annesso nucleo ottocentesco del cimitero; restauro del Teatro Traiano; prime opere di consolidamento e restauro dell’Ospedale civile e dell’Infermeria presidiaria, opere di sistemazione e utilizzazione dei resti della Rocca medioevale, con passaggi pedonali di collegamento per ristabilire la continuità interrotta nel dopoguerra e consentire al pubblico la visita alle strutture archeologiche e la veduta sul porto monumentale, con eventuale ricostruzione della torre) o eseguiti da altri enti e istituzioni (arredo urbano e riqualificazione ambientale del centro storico e dei porto, restauri di edifici, fontane ed elementi architettonici, eliminazione di superfetazioni, di manufatti impropri su suolo pubblico e di attività incompatibili con l’igiene e il decoro e recupero all’uso pubblico di spazi di interesse storico, secondo gli indirizzi di cui alla precedente lettera R), sono previsti, in particolare interventi in piazza Calamatta, piazza Leandra (anche per il recupero della chiesa di S. Nicola e l’ambientazione degli edifici in contrasto con il carattere del contesto urbano di antica formazione, secondo le indicazioni del prescritto piano particolareggiato), sottoportici del Consolato, piazzetta Santa Maria, via Manzi, piazza Aurelio Saffi, via dei Granari e via Monte Grappa; sono inoltre previsti studi e iniziative di recupero dei casali esistenti nel territorio urbano ed agricolo (per quelli già compresi negli strumenti urbanistici esecutivi già formati, secondo le indicazioni in essi contenute) e delle antiche torri costiere del Marangone e di Valdaliga, saggi di scavo per l’individuazione di preesistenze note da fonti letterarie o tradizionali (quali la “porta antica” rilevata dal Sangallo, nei pressi della piazza Regina Margherita, la “villa imperiale” in località Belvedere, l’antica via Aurelia nella zona destinata al campus scolastico ed al centro polisportivo del Poligono del Genio ecc.); tutti gli strumenti urbanistici esecutivi previsti dal presente programma dovranno obbligatoriamente contenere, oltre alle accurate analisi del territorio prescritte dall’art. 3 della legge regionale 12 giugno 1975, n° 72, specifiche e dettagliate indicazioni per la salvaguardia, il recupero e la valorizzazione delle preesistenze archeologiche, storiche ed ambientali; particolare attenzione sarà posta a tali problemi nei piani di recupero programmati nelle zone di cui alla lettera “e”, numeri 2.1, 2.2 e 2.4, del precedente articolo 32, che dovranno essere corredati da indagini storiche e da rilievi edilizi di tutti i fabbricati; l’amministrazione comunale si riserva di stabilire particolari incentivi ed eventuali contributi per gli interventi privati volti al recupero ed al restauro scientifico del patrimonio edilizio di interesse storico e ambientale; interventi speciali, infine, saranno precisati nel corso del triennio nel campo della cosiddetta l’archeologia industriale”, previo censimento dei manufatti superstiti, e nel campo dell’arredo urbano, attraverso un “piano dei colore e degli arredi” per gli insediamenti di qualsiasi tipo esistenti o previsti nel territorio comunale con dettagliate e specifiche indicazioni sulle tinteggiature delle facciate, sul carattere e le dimensioni delle insegne e della segnaletica e sugli altri elementi e materiali che definiscono e qualificano il paesaggio urbano;

«V – interventi di tutela dell’ambiente naturale e del paesaggio, di promozione delle attività culturali e fisico-ricreative del tempo libero e di adeguamento delle attrezzature sociali e dei presidi medico-sanitari: nell’ambito delle iniziative coordinate previste dal presente programma, ad integrazione degli effetti in- dotti attribuibili al processo di riassetto urbanistico configurato dal piano regolatore generale, sono compresi interventi specifici, destinati all’immediata soluzione dei problemi ambientali più rilevanti, oltre ai provvedimenti di salvaguardia del suolo, delle acque e dell’atmosfera per la prevenzione degli inquinamenti connessi allo sviluppo urbano e alle attività produttive, che saranno adottati o promossi dal Comune in sede di attuazione delle opere e degli insediamenti programmati ai sensi delle leggi 13 luglio 1966, n° 615, e 10 maggio 1976, n° 319, e delle altre norme vigenti, l’amministrazione comunale opererà come segue:

(…)

«b) promuoverà le iniziative per la tutela delle bellezze di cui alla legge 29 giugno 1939, n° 1497, e per la più ampia salvaguardia delle caratteristiche naturali, individuando un sistema di parchi e riserve da vincolare ai sensi della legge regionale 28 novembre 1977, n° 46, e adottando i provvedimenti necessari alla costituzione, conservazione e valorizzazione del sistema, di concerto con gli organi statali, regionali e provinciali competenti e con la collaborazione degli organismi cittadini di decentramento e delle associazioni naturalistiche; tali iniziative e provvedimenti potranno essere riferiti ad ambiti territoriali anche esterni al presente programma, qualora l’individuazione delle aree da vincolare sia fatta in variante al piano regolatore vi- gente (nel qual caso la variante stessa potrà avere una propria procedura autonoma, indipendentemente dall’aggiornamento di cui al precedente articolo 10), ma saranno comunque oggetto di uno speciale piano di settore unitario, alla cui attuazione saranno destinati appositi fondi di bilancio; il piano ricomprenderà in forma organica le aree già destinate a parchi pubblici urbani o privati, quelle oggetto di precedenti provvedi- menti di salvaguardia (tra cui, in particolare, la zona del Villaggio del Fanciullo con la Valle del Marangone, la fascia costiera tra Torre Valdaliga e Torre Sant’Agostino, il monumento naturale costituito dalla formazione geologica dei Montirozzi Salse di Torre d’Orlando e la zona archeologico – termale) e quelle che risulterà opportuno vincolare per il recupero delle aree agricole degradate e delle zone alterate da cave, per il risanamento dei corsi d’acqua e delle zone in dissesto idrogeologico, per la difesa della costa e per lo sviluppo del patrimonio forestale e la tutela o la ricostruzione di ambienti naturali o di particolari caratteri vegetazionali, floristici, faunistici, geologici, idrotermali, geomorfologici, paleontologici, paesistici, ecc.;

(…)

«d) applicherà, secondo le disposizioni e con i termini di cui alla legge regionale 16 gennaio 1980, n° 1, recante norme per la coltivazione di cave e torbiere, le procedure già previste dal disciplinare urbanistico-edilizio dei Comune di Civitavecchia per le concessioni riguardanti l’attività estrattiva e per la razionalizzazione delle attività in corso (con la cessazione di quelle incompatibili con l’assetto urbanistico previsto dal P.R.G.), provvedendo a quanto di competenza nella formazione dei piano regionale delle attività estrattive (P.R.A.E.) e nell’uniformare ad esso gli strumenti urbanistici comunali, individuando le modalità per la sistemazione delle aree alterate, previste nella precedente lettera b), e stabilendo le zone ove consentire l’attività estrattiva, come previsto dall’articolo 2. 1 5, commi 25 e 26 del disciplinare citato, eliminando le gravi compromissioni avvenute ed in atto in ambiti di rilevante interesse ambientale e archeologico; i suddetti provvedimenti saranno coordinati, anche nell’ambito degli strumenti urbanistici previsti nell’articolo seguente con gli altri interventi di ripristino ecologico e di valorizzazione delle preesistenze storico-ambientali stabiliti nel presente programma ed in particolare con quelli di difesa del bacino termale;

«Z – interventi costruttivi riguardanti le iniziative e gli ambiti di cui al presente n° 5, per la realizzazione o il potenziamento delle attrezzature pubbliche o di uso pubblico di carattere sociale, culturale e ricreativo: sono previsti, oltre alle singole opere di urbanizzazione secondaria di servizio ai nuclei insediativi, i seguenti principali interventi di livello intercomunale, cittadino o di settore urbano, anche se localizzati – in alcuni casi – all’interno di quartieri e nuclei insediativi:

(…)

«c) adeguamento delle attrezzature sociali e dei presidi medico-sanitari, da attuare in collaborazione con l’unità locale per i servizi sociali e sanitari, costituita ai sensi della legge regionale 6 dicembre 1979, n° 93; oltre alla riorganizzazione dei servizi esistenti, è prevista l’istituzione di nuove attrezzature, tra le quali un centro di controllo medico collegato alle piscine termali della Ficoncella, da realizzare dopo lo studio del piano previsto per la zona nell’articolo seguente.

«Art. 35 – Indicazione degli strumenti urbanistici da formare

«Gli strumenti esecutivi del piano regolatore generale da adottare o da autorizzare nel periodo di durata del programma, ai sensi della legislazione urbanistica vigente, comprendono:

(…)

«8) piano d’inquadramento PQ.T.A/Terme di Traiano. Ficoncella: perimetro della zona turistico-termale di P.R.G. come ampliato dalla variante n° 13, adottata con deliberazione della Giunta regionale 13 dicembre 1980, n, 6354; formazione entro dodici mesi; contenuti e finalità indicati nel precedente art. 33, 12° comma, n° 7); attuazione attraverso piani particolareggiati di esecuzione relativi al- le successive fasi d’intervento, estesi ad ambiti unitari organici.»

Queste, dunque, erano le previsioni estremamente dettagliate, complete, veramente esaustive, del 2° Programma triennale di attuazione del Piano Regolatore Generale per la zona destinata ad attrezzature di carattere produttivo di tipo turistico-termale, come elaborate dagli uffici e dal progettista incaricato, proposte dalla Giunta del sindaco Fabrizio Barbaranelli tramite l’assessore relatore Ezio Calderai ed approvate dal Consiglio comunale, nella vecchia aula al secondo piano della palazzina del Pincio in quel 18 ottobre del 1988. Alla soddisfazione da parte dell’Amministrazione comunale, corrispondevano le grandi attese e le forti speranze da parte di una Città che vedeva divenire concrete le aspirazioni ad uno sviluppo finalmente non condizionato da pesanti servitù e dal perpetuarsi di fonti di inquinamento con gravi impatti negativi su clima e ambiente, che, inoltre, hanno  comportato gravi effetti per la salute dei cittadini, con pesanti ricadute sul sistema cardio-respiratorio e sulla diffusione di patologie.

La lettura dei lunghi, precisi e puntigliosi elenchi di interventi di studio, di restauro, di recupero e di valorizzazione dei beni storico-artistici, di riqualificazione e di risanamento del patrimonio naturalistico, ambientale e paesaggistico e di attivazione di nuove forme di attività produttive, di ripresa delle risorse culturali disperse o degradate, di ritrovamento della memoria civica, delineano un atteggiamento finalmente consapevole della ricchezza storica del territorio in precedenza avvilita e trascurata, basato su conoscenze scientifiche profonde, una volontà esemplare di modificare i modi di rapportarsi a quelle risorse riscoperte e la capacità tecnico-amministrativa di attuare quelle buone pratiche attraverso una politica di governo delle trasformazioni del tutto innovativa. Ne sono rimasto io stesso meravigliato (gli anni trascorsi sono tanti) ed ho voluto quindi condividerla.

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Meraviglia e stupisce non solo la quantità di interventi che erano stati previsti, ma anche la chiarezza e completezza, ormai raggiunta, nella conoscenza di quel patrimonio storico e culturale, così come, a quel tempo, fossero ancora tante le cose da fare, quanto si fosse appena agli inizi del grande lavoro che si è poi realizzato con pazienza e tenacia, nel vigoroso e straordinario recupero di quei BENI COMUNI, durante i circa venti anni di intensi studi e ricerche che si erano dipanati all’interno della struttura comunale, con l’assenso e la consapevole adesione di tutte le forze politiche, dopo il periodo della lenta, faticosa e  purtroppo miope ricostruzione dal 1945 al 1965.

Concludo questa puntata della rubrica con la pubblicazione, come anticipato in quella precedente, nel Fondo di documentazione archivistica e bibliotecaria sul tema “BENI COMUNI” (che ho chiamato “CDU / Catalogo Documenti Utili”, nel ricordo del centro attivo per tantissimi anni in Comune), di una ulteriore testimonianza sulla fase preparatoria degli interventi sulla zona turistico-termale di cui al programma precedentemente illustrato. Un documento che offre vari spunti di riflessione, essendo il verbale, datato 12 maggio 1998, di consegna da parte della Soprintendenza Archeologica dell’Etruria Meridionale e di presa in carico da parte del Comune di Civitavecchia dell’area archeologica delle Terme Taurine, ossia del sito monumentale del complesso di imponenti resti d’epoca romana detto nei secoli precedenti dei Bagni di Traiano o, come riporta con maggior attinenza Jean-Baptiste Labat, di Adriano, di cui tutti oggi conoscono la storia e la situazione e che attualmente è aperto al pubblico (negli orari e con le modalità del caso) grazie all’Associazione turistica Pro Loco di Civitavecchia, costituita nel 1999, avendo come finalità «la promozione sociale e turistica, la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e storiche ed enogastronomiche della città, in un dialogo costante con le istituzioni deputate al governo del territorio, con le altre associazioni e confidando nelle tante competenze giovanili che vivono in città, realizzando iniziative utili allo sviluppo della conoscenza delle tradizioni cittadine anche al di fuori del territorio comunale e sviluppando attività di carattere sociale e promuovendo eventi culturali, convegni, corsi didattici, concerti, visite guidate e manifestazioni». Un programma, anche questo, di notevole impegno e assolutamente utile nel contesto cittadino e nello stato odierno delle organizzazioni di settore e delle stesse istituzioni ai vari livelli. Resta sempre irrisolto, forse peggiorato, il problema della sostanziale mancanza di dialogo, collaborazione e sinergia – di cui ho dovuto ripetutamente dolermi – tra quanti dovrebbero e potrebbero operare per quel dialogo, quella collaborazione e quella sinergia.

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Fondo di documentazione archivistica e bibliotecaria sul tema “BENI COMUNI” – CDU

 

AREA ARCHEOLOGICA DELLE TERME TAURINE

VERBALE DI CONSEGNA

Premesso che:

– il Comune di Civitavecchia è proprietario di un’area sita in località Casale dei Bagni, della superficie di 3,5 ettari circa, sulla quale insiste, tra l’altro, il complesso archeologico monumentale denominato Terme Taurine, noto anche con l’improprio toponimo di “Terme di Traiano”, formato da vari edifici d’epoca romana, di proprietà dello Stato e sotto la giurisdizione della Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale;

– la Soprintendenza Archeologica e il Comune di Civitavecchia hanno reciprocamente espresso in diverse occasioni la loro disponibilità a cooperare, al fine di salvaguardare e valorizzare le aree archeologiche esistenti nel territorio comunale, e quindi di concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune, anche ai sensi dell’articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n° 241;

– attraverso contatti, intese e scambi di corrispondenza, iniziati nel 1996, si sono perfezionati gli atti preliminari per giungere alla definizione di un accordo per la valorizzazione del suddetto complesso monumentale delle Terme Taurine, formalizzato con la nota della Soprintendenza Archeologica n° 6455 del 16 giugno 1997 e con la conseguente deliberazione della Giunta Municipale n° 1138 del 1° luglio 1997, esecutiva ai sensi di legge e depositata in atti, contenente l’atto di indirizzo per la gestione e l’uso del complesso, secondo le modalità concordate con la stessa Soprintendenza e secondo le indicazioni del Ministero per il Beni Culturali e Ambientali;

– con deliberazione n° 47 adottata dal Consiglio Comunale nella seduta del 17 marzo 1998, esecutiva ai sensi di legge e depositata in atti, è stato approvato lo schema di convenzione tra la Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale e il Comune di Civitavecchia per la gestione dell’area archeologica delle Terme Taurine;

– con deliberazione della Giunta Municipale n° 264 del 26 marzo 1998, esecutiva ai sensi di legge e depositata in atti, è stato approvato il Regolamento di attuazione della convenzione tra il Comune di Civitavecchia e la Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale per la gestione dell’area archeologica Terme Taurine;

– con atto Rep. 128 del 15 aprile 1998 a rogito del Segretario Generale Dr. Attilio Pecoraro, è stata stipulata la Convenzione provvisoria tra la Soprintendenza Archeologica dell’Etruria Meridionale e il Comune di Civitavecchia per la gestione dei servizi di guardiania, manutenzione ordinaria, accompagnamento e informazione turistico-culturale delle aree archeologiche ricadenti nel territorio comunale;

– l’articolo 5 del suddetto atto Rep. 128/98 prevede che la Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale renda disponibile al Comune di Civitavecchia l’area archeologica delle Terme Taurine, nello stato in cui attualmente si trova e così come risultante da apposito verbale di consegna da redigere in contraddittorio tra le parti;

– dovranno essere redatte, d’intesa tra le parti, le schede di sicurezza e carico antropico di cui all’articolo 9, punto 3, del regolamento approvato con la precedentemente richiamata deliberazione n° 264/98, che disciplineranno l’accesso ad ogni singolo ambiente o area del complesso archeologico aperto alla visita.

Tutto ciò premesso:

Il giorno 12 del mese di Maggio dell’anno 1998, alle ore 12.00, presso l’area archeologica delle Terme Taurine in Civitavecchia, sono presenti:

per la Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale: la Dr.ssa Ida Caruso; l’Arch. Paolo Izzi; il Geom. Sergio Zumbo;

per il Comune di Civitavecchia: il delegato allo Sport e alla Cultura Dr. Angelo Mori; l’Arch. Francesco Correnti, Dirigente dell’Ufficio Speciale Assetto del Territorio – Pianificazione Urbanistica – Beni Culturali e Ambientali; il Geom. Daniele Masciangelo dell’Ufficio Inventario Patrimonio Immobiliare.

Viene quindi effettuato un sopralluogo all’interno dell’area, attraverso gli ambienti scoperti e coperti del monumento, osservando accuratamente lo stato delle strutture murarie antiche e dei manufatti recenti e costatando diverse situazioni di degrado dei materiali, di presenza di piante infestanti sulle murature e di possibili pericoli. Al termine del sopralluogo vengono riportate le seguenti precisazioni:

1) i rappresentanti della Soprintendenza, premesso che l’area archeologica e il manufatto di servizio adiacente all’ingresso, fino alla data odierna, non sono stati aperti al pubblico in quanto in attesa di un adeguamento degli impianti necessari all’accoglienza e alla visita del pubblico, anche per i pericoli per la pubblica incolumità derivanti dallo stato di conservazione delle strutture archeologiche, fanno presente che, nell’attuale situazione del monumento, l’accesso al pubblico potrà avvenire solo per visite guidate da personale autorizzato e opportunamente qualificato;

2) in proposito, l’architetto Correnti rileva che alcune parti del monumento, soprattutto i pavimenti in marmo e in mosaico, presentano situazioni di degrado con numerosi distacchi di tessere ed altri elementi vaganti, e che tale situazione richiede un intervento urgente di consolidamento, onde consentire l’accesso di visitatori senza rischi per la conservazione dei resti archeologici;

3) i servizi igienici annessi al manufatto sopra citato (la cosiddetta “casa del custode”) non risultano perfettamente agibili per mancanza di idonei allacci idrici e fognari e, quindi, si rendono necessari interventi per la messa a norma degli impianti e la sistemazione di opportuni locali di accoglienza;

4) il consigliere delegato Angelo Mori assicura che l’Amministrazione comunale provvederà alla sistemazione di servizi igienici per il pubblico e per il personale di custodia ed effettuerà gli interventi per consolidare le parti degradate.

Considerato che la trascrizione del verbale e la predisposizione degli eventuali atti tecnici richiedono di trasferirsi negli uffici comunali e che il consigliere delegato Angelo Mori deve intervenire in altra riunione per impegni precedentemente presi, si conviene che le operazioni possono proseguire presso la sede dell’Ufficio Speciale per la definizione di quanto fin qui osservato e rilevato. I rappresentanti della Soprintendenza propongono che la consegna materiale delle chiavi sia rinviata a data successiva, previa consegna da parte della stessa Soprintendenza delle schede di sicurezza e carico antropico già richiamate.

L’architetto Correnti, ritenendo importante dal punto di vista turistico e culturale che il monumento sia al più presto aperto al pubblico, come è volontà del Sindaco e indirizzo espresso dell’Amministrazione, e che pertanto il personale del Comune di Civitavecchia possa accedere all’area monumentale ed iniziare gli interventi, propone che la consegna effettiva dell’area archeologica sia considerata avvenuta a tutti gli effetti in data odierna, con la conclusione e sottoscrizione del presente verbale, e che le chiavi del complesso siano materialmente consegnate in un prossimo incontro a breve scadenza, nel quale potranno essere concordate le prime attività di natura tecnica da effettuare.

Avendo tutti i presenti concordato con tale proposta, si conviene quindi con l’accordo di tutti i medesimi di aggiornare le successive operazioni a mercoledì 20 maggio p.v. alle ore 10. In quella sede, i rappresentanti della Soprintendenza Archeologica consegneranno copia delle chiavi di accesso al complesso e gli atti tecnici che potranno eventualmente essere predisposti per quella data ai rappresentanti del Comune di Civitavecchia e, precisamente, nelle mani del Geom. Daniele Masciangelo dell’Ufficio Inventario Patrimonio Immobiliare che provvederà a consegnarle all’Economo del Comune Rag. Vittorio De Giovanni. Si conviene, inoltre, che un duplicato delle chiavi, anche in caso di loro futura sostituzione da parte del Comune, sarà consegnato e conservato presso il Museo Nazionale Archeologico di Civitavecchia, nella persona del caposervizio signor Edmondo Boni.

Per quanto riguarda, infine, le schede di sicurezza e carico antropico di cui all’articolo 9, punto 3, del regolamento approvato con la deliberazione n° 264/98, che disciplineranno in dettaglio l’accesso ad ogni singolo ambiente o area del complesso archeologico aperto alla visita, si conviene che esse potranno essere redatte, d’intesa tra le parti, anche gradualmente, una volta verificato il percorso di visita più opportuno, in relazione al ripristino delle normali condizioni di manutenzione delle pavimentazioni accessibili al pubblico. Saranno anche concordati gli orari di apertura al pubblico da comunicare a cura della Soprintendenza al Ministero per il Beni Culturali e Ambientali.

 L’architetto Correnti, ricordato che l’odierna consegna del complesso archeologico rappresenta l’auspicata conclusione di attività avviate da molti anni e più di recente riprese per la determinazione dell’attuale Amministrazione e della Soprintendenza a portare a compimento l’iniziativa e fatto presente che per motivi di servizio non potrà intervenire alla prossima riunione del giorno 20 maggio, assicura ai rappresentanti della Soprintendenza la disponibilità propria, dell’Ufficio e dell’Assessorato all’Urbanistica, competente per tutti gli aspetti tecnici e scientifici alla tutela dei beni architettonici, culturali e ambientali, a collaborare nella predisposizione degli atti sopra ricordati ed a fornire i rilievi architettonici del complesso monumentale, eseguiti recentemente.

Alle ore 14.15 le operazioni vengono concluse, il presente verbale viene sottoscritto dai rappresentanti delle parti e avviene l’effettiva presa in consegna da parte del Comune di Civitavecchia dell’area archeologica delle Terme Taurine.

Fatto, letto e sottoscritto.

Civitavecchia, 12 maggio 1998

 

Arch. Francesco Correnti – Geom. Daniele Masciangelo

Dr.ssa Ida Caruso –  Arch. Paolo Izzi  – Geom. Sergio Zumbo

FRANCESCO CORRENTI