“CHE AMBIENTE CHE FA” DI LUCIANO DAMIANI – COSÌ  È SE CI PARE.

di LUCIANO DAMIANI

Civitavecchia e dintorni è certo una delle zone più controllate del paese, solo nel centro urbano ci sono ben 10 centraline di rilevamento, a queste vanno aggiunte quelle nelle immediate vicinanze, pare siano 17 in tutto il territorio. Dovremmo probabilmente dire grazie all’ENEL, parte di queste derivano infatti dalla necessità di monitorare la centrale di TVN. Che il nostro sia uno dei territori più controllati ce lo hanno ben spiegato al DEP (Dipartimento Epidemiologico). Nonostante tante sentinelle, che se servissero veramente ci dovrebbero assicurare un ambiente salubre, da sempre da queste parti si parla di malattie. “Non c’è famiglia senza malati di cancro da piangere in città”, é la frase che sempre si sente parlando di salute e ambiente.

A leggere i dati, in verità, sembra che davvero il nostro ambiente sia salubre, pare che la centralina di San Liborio abbia sforato i limiti solo per le polveri di un cantiere edile e per una tempesta di sabbia sahariana. A memoria pare che mai siano stati dovuti prendere provvedimenti per sforamento dei valori di legge degli inquinanti, neppure durante la più duratura alta pressione. L’allarme sociale però è sempre acceso specialmente da quando la conversione a carbone di TVN ha innescato il dibattito cittadino sulla salute, ovvero sulla minaccia rappresentata dai fumi emessi dalla ciminiera, o meglio, da ciò che nei fumi c’è.

Al di la dell’immaginario collettivo e delle misurazioni ambientali ci sono i numeri della salute, quelli che dovrebbero sancire, senza ombra di dubbio, gli effetti degli insediamenti industriali, del traffico e degli altri inquinanti presenti nel territorio. Il Registro dei Tumori di Civitavecchia, da tutti auspicato ma mai nato, avrebbe dovuto essere lo specchio dello stato di salute della popolazione, numeri da poter collegare alle emissioni di TVN e non solo. L’iter del Registro fu fermato per l’istituzione del Registro dei Tumori del Lazio, istituito nel 2015. Da allora si organizza il lavoro, si raccolgono i dati in un database consultabile. A novembre del 2017 il registro viene presentato ufficialmente in un seminario presso la Regione Lazio a cura del DEP. In seguito anche in città, presso la fondazione CARICIV. Attendiamo ancora la validazione di AIRTUM (Associazione Italiana Registro Tumori) perché il registro venga ufficialmente inserito fra i registri dei tumori riconosciuti.

Nel frattempo si continua a discutere, c’è chi punta senza indugio il dito verso la ciminiera maledetta e chi, invece, ha altre tesi, curiosa quella dell’Università di Tor Vergata, che, in uno studio commissionato da ENEL, dichiara che l’eccesso di alcune patologie di questo territorio dipende dalla maggior consuetudine dei suoi abitanti al fumo di sigaretta. Lo studio è quello depositato nella documentazione per il procedimento di autorizzazione ambientale di TVN. Ma, siccome a questo mondo è tutto relativo, c’è anche chi, in un convegno su ambiente e salute, ha detto che il problema di Civitavecchia non è l’inquinamento ma il degrado ambientale, chi lo disse era un personaggio politico di rilievo, c’era da attendersi invece un intervento più significativo. Certamente staremmo meglio in una città pulita con le aiuole fiorite, ma si parlava di tumori e di emissioni inquinanti. Punti di vista, certamente, ma che a volte sarebbe meglio tenersi per se, a meno che si tratti di messaggi per chi deve intendere. Punti di vista rispettabili? come quello di chi ha sostenuto il “carbone pulito”. Il punto interrogativo non è un refuso.

Ma i dati sanitari sono numeri, non dovrebbero essere interpretabili avendo un minimo di onestà intellettuale, invece c’è chi, per disegnare lo stato di salute di Civitavecchia, ha utilizzato i numeri della ASL RM4, area ben più vasta del distretto cittadino F4; ben diverso effetto i dati avrebbero prodotto se fossero stati considerati i numeri del distretto, quello più soggetto a subire gli effetti delle servitù energetiche e non solo, il traffico portuale, tanto per dirne una. Invece, chi all’epoca era presidente della ASL, utilizzò i dati della intera ASL per dire che a Civita non esisteva un problema sanitario avesse utilizzato quelli del distretto, forse il problema l’avrebbe notato.

La piattaforma realizzata dal DEP Lazio permette di leggere tutto il volume di informazioni sanitarie raccolte, specialmente quelle sulle patologie oncologiche, divise per ASL. Se dovessimo considerare, ad esempio, i casi a carico del colon-retto (tasso standardizzato) scopriremmo che nel Lazio Civitavecchia registra 86 casi per 100.000 abitanti contro i 77 della ASL di appartenenza. Questo se consideriamo il periodo 2010/17. Cambia tutto se consideriamo invece l’ultimo anno disponibile in questo confronto (2017), infatti i valori si allineano a quelli della ASL ed a quelli della regione. Lo stesso accade se consideriamo tutte le sedi, se consideriamo solo il 2017 il nostro distretto mostra una discreta salute, migliore della media regionale, se invece consideriamo tutti gli anni disponibili abbiamo un bel secondo posto regionale, secondo solo a Colleferro, il primo se consideriamo gli anni 2015/16, tanto per dire.

Insomma, i dati parlano chiaro e sono incontrovertibili, ma spesso la verità cambia, pur restando vera, a seconda dei dati che vogliamo considerare o che ci fa giuoco considerare. Insomma, così è se ci pare. Lo stesso vale per i rilevamenti ambientali, sappiamo per certo che le centrali, le navi il traffico ecc… sono senza ombra di dubbio fonti inquinanti, ma per valutarle possiamo utilizzare posizioni diverse, o valutare ad esempio il PM10 e non le più pericolose polveri ultrafini ad esempio 2,5. Queste sono infatti misurate, curiosamente, solo dalle centraline di Borgo Odescalchi, San Liborio e Fiumaretta, chissà perchè non da quelle del centro cittadino, tipicamente più affollato e col traffico intenso. In città si misura il PM10 molto meno dannoso del più fino 2,5. Pare che il particolato emesso dalla centrale a carbone sia ben più sottile del PM10, ma anche quello delle auto lo è, non viene quindi registrato da quelle centraline. Possiamo forse dire che l’aria è buona ma però? Il PM 2,5 entra più profondamente negli alveoli polmonari ed è quindi decisamente più nocivo, perchè allora le centraline del centro non lo misurano? Che senso ha misurare il PM 10?

Il lettore attento si sarà chiesto perché ho “usato” il 2017 e non un anno più recente, domanda giusta e pertinente. In realtà è l’ultimo dato consultabile nella sezione del portale del DEP che permette raffronti diretti. Dopo la presentazione del portale gli aggiornamenti si sono in qualche modo rallentati, anche complice il COVID. Ci hanno però assicurato che nei prossimi mesi saranno disponibili anche i dati del 2018 e del 2019. Prossimamente ci sarà una nuova presentazione nei primi due o tre mesi del prossimo anno.

Viene d’obbligo registrare un ritardo nella validazione del Registro da parte di AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) dovuto a problemi societari che pare siano o stiano per rientrare, avremo il prossimo anno un Registro Tumori del Lazio validato? Intanto c’è qualche politico locale che va cerchenno il Registro Tumori di Civitavecchia. Anche il Registro dunque esiste “se ci pare”?