Una storiaccia… ne parleremo sabato 4 dicembre alla Libreria Dettagli di Civitavecchia

a cura di PAOLA ANGELONI

Fra gli effetti collaterali del primo lockdown c’è stato quello di lasciare tempo libero a professori in pensione, docenti senza allievi, grafomani seriali e altre pericolose categorie di sfaccendati. I nostri amici Simonetta Bisi e Nicola R. Porro, ad esempio, ne hanno approfittato per un rito liberatorio: emanciparsi dalle consuetudini saggistiche e cimentarsi con un racconto capace di liberare la fantasia depressa e repressa dal confinamento. 

Ne è venuto fuori Quella storiaccia di Rupesovrana (Homeless Book). Il racconto appartiene alla categoria dei gialli ma rifugge dalle tinte forti e dagli effetti speciali propri del genere. L’indagine poliziesca che scandisce la vicenda è in realtà un pretesto, intessuto di bonaria ironia, per gettare uno sguardo disincantato su una città immaginaria (ma non troppo…) e su un contesto sociale, il nostro, in qualche modo rappresentativo della provincia italiana.

Purtroppo le restrizioni vigenti all’epoca non hanno consentito presentazioni pubbliche. Il racconto è stato condannato alla clandestinità. Qualche uscita sui social e qualche contatto personale hanno tuttavia consentito di attivare un minimo di passaparola. Più tardi, in occasione di qualche presentazione in giro per l’Italia, il lavoro ha riscosso un certo interesse e ricevuto lusinghiere recensioni.

SPAZIOLIBEROBLOG, al quale entrambi gli autori collaborano sin dalle origini, intende segnalare l’incontro con gli autori in programma a Civitavecchia, presso LA LIBRERIA DETTAGLI, VIA ALBERTO GUGLIELMOTTI 2, SABATO 4 DICEMBRE ALLE 18. Sarà l’occasione per una riflessione a ruota libera stimolata da una narrazione che parla anche di noi e della nostra comunità. Ad accompagnare la presentazione la voce narrante di Ettore Falzetti.

L’ingresso è libero sino a esaurimento posti.

 Insomma: Quella storiaccia di Rupesovrana è un racconto che riteniamo possa incuriosire e divertire i lettori. Non sembra nemmeno che l’abbiano scritto due sociologi…

PAOLA ANGELONI