“Parole di donna” a cura di Valentina Di Gennaro e Anna Luisa Contu – Femminismo: un movimento concluso, estinto?

di MARINA MARUCCI

Alcuni giorni fa ho letto su questo blog, nella rubrica” Parole di  donne”, della  necessità di affermare la nostra presenza nelle città attraverso” luoghi di vita comune che accolgano tutte le esigenze”.  Nell’articolo veniva citata la saggista Leslie Kern per il suo libro “La città femminista, la lotta per lo spazio in un mondo disegnato da uomini” in cui si sottolinea come i grandi agglomerati urbani  si siano sviluppati  diventando escludenti per la maggior parte delle persone che vi abitano.

La mostra fotografica” Viaggio nella memoria” allestita nei locali dell’Hotel San Giorgio (curatrici Tiziana Giuliani e  Daniela Sisti dell’associazione culturale il Serapeo), tra le iniziative organizzate a fine  settembre  dall’International  Tour Film Festival 2021,  descrive come le donne nel luglio del 1980 a Civitavecchia, siano state capaci, con la presenza dei loro corpi, di riappropriarsi  della città,  trasformandola in un unico grande palcoscenico. Lo spettacolo itinerante,  scritto da Dacia Maraini,  era frutto del laboratorio teatrale svolto per alcuni mesi  all’interno del Teatro Traiano,  come esperimento d’avanguardia,  ed aveva coinvolto quasi quaranta donne, di ogni età, impegnate nella denuncia della condizione femminile nei primi del novecento, attingendo dai ricordi delle loro madri e nonne. L’iniziativa era stata organizzata in collaborazione  con l’amministrazione Comunale, a quei tempi progressista e visionaria.

Rivedere quelle immagini evocative, riemerse dai cassetti, riprendere vita  nella  memoria collettiva  per poi condividerle con le giovani donne,  hanno  sviluppato in  alcune delle partecipanti al laboratorio varie riflessioni. Molte di noi  a quel tempo, nel lontano 1980 erano giovani, lavoravano, studiavano ed avevano tanta voglia di cambiare il mondo: forse non tutto, magari quello occidentale, magari solo l’Europa, sicuramente l’Italia. La loro esperienza politico- sociale era nata negli anni  settanta, esaltanti  all’inizio ma  rabbuiati verso la fine dal fenomeno del terrorismo. Il nostro impegno era autentico, convinte che la società patriarcale sarebbe stata scardinata e spazzata via dall’entusiasmo e dalla bontà delle lotte sociali.  Eravamo delle illuse? Forse! Ma qualcosa è cambiato .

Molte donne sono sempre più convinte che quella era l’unica strada da percorrere per avviare una riflessione collettiva  sugli stereotipi di genere.

Oggi qualcuno avanza dei dubbi :  “Tanto rumore per poi accontentarsi delle quote rosa?”.

A chi mi rivolge questa domanda rispondo:

“ La rivoluzione femminista che Dacia Maraini definisce nel suo ultimo libro  “ La rivoluzione gentile” è  l’unica che, senza scatenare guerre, ha veramente modificato le sorti del pianeta e che  ancora oggi continua, portandosi dietro la speranza, il dolore e la follia di quegli anni.”

E’ da queste considerazioni che è  nata la voglia di raccogliere  per iscritto le testimonianze di quella esperienza che da laboratorio teatrale  si è  trasformata nell’impegno per il Telefono Rosa, nella Consulta delle Donne, nei gruppi femminili e femministi, tuttora attivi sul territorio. Insieme a Gabriella Ramoni, altra protagonista di quell’evento storico, abbiamo ideato questo progetto che stiamo sviluppando per recuperare così  la  memoria storica di quegli anni, dove il movimento femminista  ha coinvolto la città,  modificandola  nei luoghi, con la nascita del Consultorio famigliare gestito dell’ assemblea delle donne.  Le  nostre organizzazioni  esistono e continueranno ad esserci, anche se qualcuno  ne è infastidito o tenta di delegittimarci, sostenendo che siamo strutturalmente meno spavalde ed aggressive degli uomini, quindi destinate a soccombere ed a lasciare indenne lo Scettro al potere maschile.

MARINA MARUCCI

Immagine di copertina da Manifestazione femminista italiana del 1977 – tratta da Wikipedia