Il maresciallo di piazza Leandra

di SILVIO SERANGELI

Non troveremo più in giro per piazza Leandra, sotto casa sua, un po’ claudicante col suo bastone che rotea per richiamare la tua attenzione. Non lo ritroveremo Tarcisio de Paolis, per noi suoi   abituali frequentatori “il Maresciallo”. Se ne va una figura unica della vita di tutti i giorni che, per quasi mezzo secolo, ti ha parlato, ti ha accompagnato nelle stanze del suo tesoretto a dir poco singolare. La storia di Tarcisio e della sua gentilissima moglie Teresa è stata quella delle pitture comparse quasi per un prodigio nel vecchio appartamento di Palazzo Manzi. Raffaello, scuola di Raffaello, alla fine poco importa perché il vero protagonista in tutti questi anni è stato “il Maresciallo”. Quanti incontri nella nostra sede di Trc a via Sardegna a Campo dell’Oro. Ti veniva a trovare con la sua Fiesta e si metteva a capotavola delle scrivanie mentre la redazione era in pieno lavoro. E quando il prossimo servizio, forse troviamo dei fondi, il sindaco mi ha promesso, e via discorrendo. In redazione e al telefono nelle ore più impensate. È stata una battaglia la sua con tante delusioni e qualche buon risultato.SILVIO 3

La vicenda è nota: il ritrovamento casuale, gli amici della Centumcellae che stanno proprio sotto casa, e le visite eccellenti, per dire Sgarbi, la passerella dei sindaci. E le tante promesse. Alti e bassi. Improvvise fiammate e periodi in cui gli affreschi di piazza Leandra non interessavano a nessuno. Ma Tarcisio è rimasto sempre lì come un innamorato. Quando ti scorgeva dalla finestra del suo appartamento scendeva nella piazza e ti dava le ultime notizie, ti offriva un caffè al bar “la Fontana”, magari usciva dalla casa della memoria Gigi Veleno ed era un bel parlare colorito con qualche sfottò. Si creava un capannello con “il Maresciallo” al centro dell’attenzione. Ci sono state le delusioni, perché non si è mai avverato il sogno di Tarcisio che il suo appartamento fosse acquistato e destinato a centro culturale.

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Ma ci sono stati gli indimenticabili momenti di gloria quando, anche grazie ad Alvaro Ranzoni, il Raffaello di piazza Leandra ha suscitato l’attenzione di televisioni e giornali di mezzo mondo. Una troupe dopo l’altra, un servizio ai Tg nazionali dopo l’altro. Ho un bel numero di dvd che mi regalò Tarcisio e mettemmo in onda su cui erano riversati questi notiziari. Era felice come un ragazzino quando, finalmente, il suo appartamento fu sgombrato e divenne un cantiere di ricerca. Non erano uno scherzo le pitture che comparivano sotto gli strumenti e le mani sapienti dei ricercatori, e lui sorridente in mezzo a questi giovani. Lo ricordo così, come quando riceveva i gruppi di turisti, compresi i “miei” ospiti grenoblesi-stendhaliani con i quali l’anfitrione, “il Maresciallo” con le sue spiegazioni fece un figurone, e fece fare bella figura alla sua piccola città.

SILVIO SERANGELI