SI VAX

di SILVIO SERANGELI ♦

CV, 12 ottobre 2021 terza dose Pfizer, ore 10,40.

Conserverò il braccialetto blu, che mi è stato applicato in una delle procedure per l’inoculazione del vaccino Pfizer anti-covid, e che è ben visibile nella foto ricordo al termine delle operazioni. Che dire? Fra tanto scellerato fanatismo no vax, credo ci stia bene una compensazione da parte del vasto popolo che senza clamori e con tanta educazione si è vaccinato. Ho potuto prenotare sul sito della Regione il pomeriggio per la mattina dopo. Mi sono recato nel modernissimo spazio dell’Autorità Portuale, a ridosso delle gigantesche navi da crociera. Ho parcheggiato accanto alla struttura. All’ingresso mi è stata controllata la temperatura, è stato verificato l’orario dell’appuntamento e ho seguito le procedure: tutti giovani e sorridenti, gentilissimi negli uffici ai lati del salone di attesa: una prima verifica dei documenti, una seconda verifica con l’applicazione del braccialetto blu identificativo, una breve attesa prima del colloquio con il sanitario che ha compilato alcuni moduli e ha dato il via libera alla punturina con un bollino blu apposto sulla documentazione. Breve attesa e poi zac, senza dolore. Infine il passaggio nella seconda parte del salone, fino a quando una delle ragazze alle scrivanie mi ha consegnato il documento dell’avvenuta vaccinazione. E via, contento e felice, perché anche di questo si vive alla mia età. In verità nel salone c’erano molti giovani e giovanissimi a fare compagnia a chi come me magari faceva la terza dose. Un bel segnale, una soddisfazione per noi della vecchia guardia. Come mi era già successo con la prima dose, nella serata mi sono sentito un po’ intorpidito, ma niente febbre ed effetti preoccupanti. E allora? Allora dico a gran voce con il popolo dei vaccinati: smettetela di dare tanto spazio a chi non vuole farlo e magari pretende che noi, vaccinati gratuitamente gli paghiamo i tamponi perché loro non vogliono. Non date spago, emarginiamoli questi sbroccati che vogliono solo attirare l’attenzione e creare problemi. È un guazzabuglio di violenti di professione, di reduci del marciume fascista, dell’epopea del vaffa a cinque stelle, di chi vuole combattere il “logorio della vita moderna” sbraitando e mettendosi in mostra, magari con microfono e telecamera con valletta/o intervistatore a favore e, perfino, con l’ebrezza di raggiungere un palco, di mettersi a favore di diretta tv nello stucchevole teatrino delle madamine romane, capello e trucco perfetti, che omaggiano i poliziotti con i fiori. «Ci vediamo al corteo, mi raccomando puntuale, le margheritine le porto io, ciao, ciao». Noi i vaccinati siamo trattati come pecore ed essi, che hanno trovato il modo di ammazzare il tempo della loro piatta esistenza, scarmigliati e sudaticci, si trovano sempre in testa ai Tg e nelle ospitate invereconde dei cosiddetti talk show. In questa realtà di protestatori di professione più ne parli e più si sentono potenti, infittiscono le sgangherate truppe a favore di telecamera. Il cavernicolo boss dei portuali di Trieste è un boccone troppo ghiotto per le dirette e le sue caz…. senza contraddittorio. «Il vaccino come le camere a gas». Finisce che rimandare in onda per migliaia di volte l’assalto alla sede della CGIL ha l’effetto di spingere all’emulazione, che magari giornalisticamente augurarsi il blocco delle merci ha il risultato di spaventare la gente comune che lavora e si vaccina. Lasciamo perdere la pacificazione che s’inventa il disperato Salvini, lasciamo perdere la strategia delle tensione della somarona balilla d’Italia che certo non era ancora nata, ma negli ambienti camerateschi, che fin da bambina ha frequentato col braccetto intorpidito dal prolungato saluto romano, dovrebbe aver saputo che è da lì che era nata e cresciuta. Ma questo è un mondo che ci viene raccontato alla rovescia, in cui si cerca quasi con ossessione di finire col dare ragione a chi non ce l’ha. Così capita di vedere enfatizzate le dichiarazioni di chi chiede di punire gli agenti perché hanno dato qualche manganellata (in verità poche) con relativa ospitata tv e un futuro seggio da qualche parte, della studentessa universitaria Silvia, che l’insegnante non ha mai visto a lezione, perché si sente emarginata dagli altri studenti che giustamente la vogliono allontanare. Per inciso mi piacerebbe trovarmi sotto i portici dell’Università di Bologna che conosco molto bene ed unirmi a chi l’ha presa a male parole, di mio aggiungerei qualche sonoro calcio nel c…. Rimango all’immagine bella del presidente Draghi che mette la mano sulla spalla a Landini. È il nostro mondo, lontano e disgustato da questa monnezza di farneticanti. E certo Landini dovrebbe però ricordarsi della campagna anti green pass, il Governo di noi vaccinati e non inseguire chi non vuole. E Mario Draghi lo ha capito.

SILVIO SERANGELI