La melma leghista

di SILVIO SERANGELI

L’anniversario dell’alluvione del 2 ottobre 1981 fa riflettere su una città, ormai da qualche anno, con l’acqua alla gola, disastrata in tutti i settori, allo sbando e senza un governo. Dopo i folgoranti cinque stelle, i leghisti: peggio che peggio. Un tempo si diceva matti da legare. Da quello che leggo dei loro sommovimenti attraverso le dichiarazioni dal mondo leghista invito i cittadini a slegarli, e presto, prima che facciano altri danni, perché le acque dell’ennesima alluvione hanno depositato una melma che si sta trasformando in una palude puteolenta.

IMG_2178Che vadano pure a pettinare le ranocchie, che altro non sanno fare. Leggo infatti di questi consiglieri comunali leghisti che si lamentano per «le difficoltà trite e ritrite» all’interno della (loro) maggioranza. Ne hanno ben donde, perché l’azione dei suddetti «parte da molto lontano» (testuale) ed è arrivata sul binario morto della paralisi e dell’inedia. E qui, cari amici vicini e lontani, sta il punto. Ma quale Lega e quali leghisti a Cv, come in gran parte del Bel Paese giù giù dalla Linea Gotica, distanti dalle sorgenti del Po e dalla relativa brumosa pianura? Un sogno, un’ubriacatura da mojito del cazzaro con panzetta che ha messo insieme le frattaglie della meglio gioventù fascio-destrorsa che si sono raggrumate con entusiasmo. Leghisti per bisogno di sopravvivere, magari di tornare nella cerchia del potere e degli affari. E allora: prendete un po’ di camicie nere del Movimento Sociale, magari sbiancate in AN, metteteci democristiani opportunisti, aggiungete tanti piccoli orfani dei partiti dell’area del centro e della destra. Altro che i barconi stracolmi dei poveri migranti! Tutti a bordo di questa Lega formato esportazione.

Sull’ebrezza alcolica da papete tutto questo variegato circo ha trovato il suo messia nel Salvini balneare che, allora filava come un surf  con il vento di tramontana. Ancora una volta questi equilibristi della cosiddetta politica avevano visto bene, avevano annusato l’ennesimo riciclaggio. La favoletta dei nostri tempi racconta del bel principe sindaco che si scopre leghista, anche lui, con un passato con la freccia sempre a destra e con importanti incarichi, fino all’indimenticabile assessorato alla cultura. Come molti altri, al grido di: «Tutti alla Lega!», sia ben chiaro non quella Navale del lungomare, ma quella che prometteva sfracelli elettorali e cotillons, che nella notte dei lunghi coltelli della destra cittadina, scalzava elegantemente il predestinato sindaco per ordini superiori.IMG_2175 2

Nella realtà, al di là delle minacce e degli sproloqui il re Salvini è nudo. Questo non è il nord della vera Lega, è un miasma raccogliticcio di avvocati che non può prendersela nemmeno con gli sbarchi, perché qui al massimo arrivano i croceristi, e attaccarsi ai no vax perché per i vaccini il Lazio è la  Regione più virtuosa. Del resto le elezioni amministrative lo hanno detto a chiare lettere: i cittadini di questi non si fidano. Il caso di Cv è emblematico e istruttivo. Domanda: «il sindaco leghista e la sua maggioranza cosa hanno prodotto in questi mesi?». Risposta: il tentativo fallito dell’assurdo mercato a piazza Calamatta. Certo, a differenza di altri comuni più saggi, c’è stato il regalo populista de  “le foche” del 15 agosto, il pesce fritto, il mercatino olezzante del viale. Non è bastato. E gli eletti hanno cominciato a sgomitare. Come leggo dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della suddetta Lega, è «da luglio che il gruppo consiliare aveva manifestato la necessità di fare una verifica del programma e del riequilibrio della macchina amministrativa con lo scopo di rilanciare la maggioranza». Testuale. Come dire: Aspettiamo natale e le pastorelle?  Che ci tocca a noi? Che stiamo a fare uno due tre stella?! Sembra che, per l’afa estiva, magari anche per l’impegno indefesso del responsabile regionale, l’onorevole Claudio Durigon, intento giorno e notte a riscrivere la toponomastica dell’Italia Centrale in chiave fascista, non si sia mossa la classica paglia. Così si è creato «un certo nervosismo all’interno del gruppo» che è stato «lasciato nel guado». Testuale.

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Anche loro alluvionati e nella melma come il resto della città. Come se non bastasse, sembra che a sorpresa, con una specie di bubbusettete, di un tana libera tutti, sia uscito dal  cilindro magico il nuovo capogruppo. Un bel casino. Sono stanchi questi leghisti d’occasione, pronti al loro sport preferito: il salto della quaglia. Intanto la città boccheggia, sfinita e offesa dall’incuria, dal degrado, dalla mancanza di qualsiasi  prospettiva. Mentre il loro santo patrono è ormai impegnato a sparare panzane, a rincorrere la melona, qui anziché governare, si litiga e si minacciano azioni clamorose (sob!). Brutta storia. Almeno i cinque stelle non facevano un c…., ma non litigavano. In verità, questi leghisti per caso e per opportunismo la sanno lunga: magari tirano la corda per qualche strapuntino. Guerra e pace, si alza il prezzo, Lega o non Lega. E l’opposizione, in tutto questo casino? Si dice che…. si opponga….

SILVIO SERANGELI